« Euro2016 »
Pov's EvaCambiai canale della tv ripetutamente con il telecomando, non c'era niente di interessante alle nove di sera in estate. In effetti nessuni guardava la televisione in questa stagione, ma io ero troppo stanca e triste per uscire. Avevo bisogno di riposo e di stare nel mio amato lettino.
« Si va in Germania! » Esordì Giacomo chiudendo la porta di camera mia e buttandosi a peso morto sul mio letto accanto a me.
Sussultai e mi portai la mano sul cuore in modo teatrale, da dov'era entrato? Dalla finestra per caso? Poi alzai un sopracciglio e lo guardai stranita. « Jack! Mi hai fatto prendete un colpo! Da dove cazzo salti fuori? »
« Sono qui da almeno 30 minuti, stavo parlando con tua madre. »
« Ah ok, pensavo fossi entrato dalla finestra. — Risposi semplicemente ristendendo mi sul letto e cambiando nuovamente canale, poi però ripensai alle sue parole e riscattai in piedi come una molla. — No aspetta, in che senso in Germania? »
« Dai Eva! Ci sono gli europei e non siamo mai andati a vedere l'Italia quest'anno, oltre ad essere Juventini, siamo anche italiani. »
« Concordo perfettamente, non ho mai negato il mio amore per l'Italia, ma come cazzo ci arrivo io in Germania? »
« Con un aereo. » Rispose con tono ovvio.
« Dai Jack! Fai il serio! Mi devi dare del preavviso, non posso partire così di botto. Devo organizzarmi con l'università e con il lavoro al Dash. » Mentii, in verità adesso non si andava all'università ed il bar nel quale lavoravo mo aveva dato 3 settimane di stacco poiché lavoravo veramente troppo e facevo orari disumani quasi tutti i giorni ultimamente. Il capo mi aveva fatto un regalo visto che era un amico di famiglia.
« Ho già parlato con tua mamma, mi ha già detto i tuoi impegni e non hai un cazzo da fare! Quindi tu vieni con me a Bordeaux a vedere l'Italia. »
« Furbo del cazzo. » Mimai con le labbra.
« Chiedi ad Alice di venire, ci sarà anche Claudio sicuramente a giocare titolare. »
« E Leonardo... » Sussurrai abbassando lo sguardo. L'avrei rivisto sicuramente.
« Ragione in più per andarci no? Prima o poi dovrai pur parlarci, no? »
Sbuffai e mi buttai a peso morto all'indietro mettendomi le mani nei capelli. « Tu lo fai apposta. Sei il cugino più stronzo e cattivo sulla faccia della terra. »
« Questo stronzo vuole solo che tu sia felice. Dai, vieni qui, abbracciami. — Così feci ciò che mi disse ed avvolsi le mie braccia attorno al suo collo stringendolo a me. — Ti voglio bene cuginetta. »
« Anche io cugino. »
☾
L'inno dell'Italia risuonava nel Nouveau Stade de Bordeaux e veniva costantemente fischiato dai tifosi tedeschi, ma, nonostante ciò, noi italiani continuavamo a cantare a squarciagola con la mano sul cuore e sul nostro stemma tricolore. Guardavo il maxi schermo dello stadio e non potei non sorridere quando inquadrarono la nostra nazionale che cantava con tutta la passione del mondo, tra cui anche Leonardo che era partito titolare quella sera. Era sempre bellissimo, con quella barba curata e lo sguardo concentrato... Ero sicura che gli avrei parlato quella sera. Dovevo farlo.
« Che palle che Claudio sta in panchina... » Borbottò Alice accanto a me sedendosi al suo posto una volta inviato l'inno della Germania.
« Lo farà entrare sicuramente Conte, se si andrà ai supplementari farà tanti di quei cambi... » La rassicurò Giacomo alla mia sinistra.
« Speriamo di chiuderla prima... » Borbottai.
« Chi segna per voi? » Chiese la mia migliore amica.
« Te la butto lì: Sturaro. » Dissi osservandolo, lo vedevo parecchio concentrato, poi, come al solito, non ci presi mai.
« Per me il numero 19. » Sentenziò Giacomo.
« Un bel gol di Bonucci che viene ad esultare qui sotto la curva dedicandoti il gol e dicendoti che ti ama ancora, non è male no? » Fantasticò Alice.
« C'è acqua o tequila in quella bottiglietta? » Domandai sarcasticamente facendo un cenno con la testa verso la bottiglietta che stringeva tra le mani.
« Tanto mi dirai "avevi ragione" ed io ti dirò "te l'avevo detto." » Rispose con tono convinto.
Io scossi la testa e mi sedetti pronta a guardarmi la partita mentre il cuore mi martellava nel petto. Stasera era o dentro o fuori per andare in semifinale di Euro2016 e dovevamo passare. L'Italia si meritava di passare.
I primi 45 minuti non furono molto esaltanti per il risultato, poiché finì 0-0, ma Gigi parò letteralmente di tutto — grazie a Dio. C'erano attacchi da una parte e dall'altra, continui contropiede che mi fecero venire quasi un attacco cardiaco. Abbiamo anche assistito ad un salvataggio pazzo di Florenzi: aveva salvato la palla mentre saltava di tacco, sembrava quasi una ballerina di danza classica.
Il secondo tempo fu più movimentato del primo. Il mio umore calò improvvisamente al 65esimo grazie ad Özil che segnò la rete del 1 a 0 per i nostri avversarsi su una svista della difesa. Il loro vantaggio però non durò molto, poco prima dell'80esimo un tedesco toccò la palla con le mani in area di rigore dandoci così un calcio di rigore.« Calcio di rigore? Siamo sicuri? » Chiesi nuovamente con il cuore che batteva all'impazzata nel petto.
« Si, Eva! Te l'ho detto sessanta volte! Calcio di rigore per noi. » Ripetè esausto mio cugino.
« Lo calcerà Bonni. Proprio come avevo previsto. » Sentenziò Alice soddisfatta.
« Bene, l'hai gufata! Adesso lo sbaglia! » Parlai mettendomi le mani tra i capelli disperata.
« State zitte! » Ci zittì Giacomo guardando concentrato il campo.
Vidi gli azzurri parlare tra di loro e poi Leonardo prendere tra le mani il pallone bianco e posizionarlo sul dischetto. Si, l'avrebbe calciato lui. I fischi erano assordanti, ma a Leo non importava, lui guardava fisso il portiere negli occhi tirando un ultimo respiro profondo. Lo guardai portandomi le mani sul cuore provando a regolarizzare i miei battiti, ma fallendo miseramente. Poi, nel giro di due secondi, il 19 calciò il pallone generando un rigore perfetto e facendo così gonfiare la rete.
1 a 1, Leonardo Bonucci al 78esimo.
Leo — come sempre — fece la sua esultanza "sciacquatevi la bocca" correndo sotto la curva azzurra e fece una scivolata proprio sotto di noi. Però lo fece casualmente, non sapeva che io fossi lì quella sera. Venne travolto tra Andrea, Ciro, Stefano e tutti gli altri che lo abbracciarono caldamente. Poi alzò lo sguardo verso la tribuna mandando dei baci ai tifosi italiani e mi vide. I nostri occhi si incrociarono e gli sorrisi con gli occhi lucidi. Lui — inaspettatamente — ricambiò il mio gesto sorridendo in modo sincero a trentadue denti.
Barzagli lo vide alquanto distratto e si girò verso la tribuna provando a capire cosa ci fosse, poi mi vide insieme ad Alice e Giacomo e sventolò la sua mano salutandoci.« Odio dirti te l'avevo detto, ma te l'avevo detto. » Ghignò Alice con un sorrisetto furbo stampato sul volto.
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FINO ALLA FINE | LEONARDO BONUCCI
FanfictionEra il 6 gennaio 2016, si svolgeva la diciottesima giornata del campionato di serie A e la Juventus era impegnata in un match in casa contro l'Hellas Verona. La partita finì 3 a 0 per la Vecchia Signora, con gli incredibili gol di Dybala, Bonucci e...