« Mai così tanto innamorato »
Pov's LeonardoRientrammo in macchina dopo aver finito la cena e dopo aver fatto una lunga passeggiata in mezzo alla natura che circondava il ristorante da me scelto per stasera.
Finalmente ci eravamo riappacificati. La cosa mi calmava molto ed esplosi di gioia.
Accesi l'auto e feci la strada, che ormai conoscevo a memoria, per riportarla alla sua abitazione. Il viaggio fu abbastanza silenzioso, scambiammo solo qualche semplice e banale parola. Probabilmente anche lei stava pensando a ciò che era appena successo, a quel "ti amo" in bagno ed alle sensazioni che avevamo provato insieme anche stasera.
Parcheggiai la macchina nel suo parcheggio e la guardai sospirando come per "ed eccoci qui."« Sono stato molto bene. » Parlai per primo rompendo il ghiaccio.
Lei si girò verso di me e mi sorrise timidamente. « Si, anche io, lo sai. »
Ricambiai il suo sorriso e mi avvicinai lentamente per stamparle un bacio sulle labbra che ricambiò all'istante senza opporsi. Appoggiai la mia mano sulla sua guancia e premetti dolcemente le mie labbra sulle sue.
« Voglio fare l'amore con te, Leo, stanotte... » Sussurrò staccandosi da me.
Io la guardai abbastanza sorpreso dalla sua affermazione e con gli occhi che brillavano.
« Sali. » Fece cenno verso il suo portone con la testa e scese dalla mia macchina.
Non me lo feci ripetere due volte e la seguii impaziente e con il cuore che batteva all'impazzata nella gabbia toracica, come se, da un momento all'altro, potesse schizzare fuori.
In ascensore mi appoggiai con la schiena alla parete aspettando di arrivare al suo piano, lei fece la stessa identica cosa posizionandosi esattamente di fronte a me e ne approfittai per scrutarla vestita così un'ultima volta. Visto che a breve non lo sarebbe più stata.« Questo vestito è bellissimo, Eva... » Mormorai.
« È difficile da togliere, ti avverto. — Scherzò e ridemmo leggermente entrambi per la sua affermazione. — Comunque grazie, anche te stai benissimo così. »
« Ti ringrazio. »
E così le porte del piccolo e moderno ascensore si spalancarono e ci ritrovammo davanti alla sua porta bianca. Infilò le chiavi nella toppa ed aprì.
Entrammo e davanti a noi trovammo i suoi genitori stesi sul divano mentre guardavano un film con tutte le luci spente.Dio mio, non mi aveva detto che ci sarebbero stati i suoi!
« Non eravate fuori voi due? » Chiese alzando un sopracciglio Eva.
« No, alla fine papà non stava tanto bene ed abbiamo optato per rimanere a casa. Ma penso che questo sia meno importante ora... » Parlò sua mamma posando i suoi occhi sulla mia figura e sorridendomi appena.
« Ciao. — Dissi un po' imbarazzato. — So che fa strano vedermi di nuovo qui, ma- »
« Ti prego dimmi che siete tornati insieme! » Mi interruppe lei saltando su dal divano quasi implorandomi.
« B- bhe noi- »
« Eva è sempre presa male da quando non stava più con te! »
« Mi ha persino mandato a cagare una volta! » Si intromise il padre.
« Solo tu puoi non farla diventare pazza! »
« Mamma! Io non sono pazza! » Eva incrociò le braccia al petto facendo la finta offesa.
« Quindi Leo? Ora è tutto ok tra voi? Siete tornati insieme? » Richiese Lucia speranzosa.
Sentii lo sguardo di Eva addosso e pensai ad una risposta nel modo più velocemente possibile. « Se Eva vorrà, certo che ci torno con lei. Non ne abbiamo ancora parlato, però stasera siamo stati molto bene insieme e spero di rivederla altre volte. » Spiegai tenendo lo sguardo fisso sui suoi genitori.
« Bhe, questa è un'ottima notizia! Trattamela bene, figliolo. — Si avvicinò Andrea dandomi la mano ed una pacca sulla spalla. — Comportatevi bene entrambi. »
« Soni molto contenta che sia andato tutto bene stasera. Vi lasciamo soli allora. » Sorrise sua mamma e ci fece cenno con la testa di poter salire al piano di sopra per raggiungere camera sua.
« Grazie mille, è stato un piacere rivedervi davvero. » Dissi prima di seguire la ragazza.
Eva chiuse la porta alle nostre spalle e girò la chiave. Rimase in piedi dinanzi a me senza dire niente e la guardai stranito non capendo il perché del suo improvviso silenzio.
« Che è successo? Tutto bene? » Domandai non capendo.
« Certo che voglio tornare con te, cretino... » La voce le uscì quasi in un sussurro e potei notare i suoi occhi lucidi.
Mi avvicinai piano piano a lei e presi il suo volto tra le mie grandi mani. « Anche io voglio tornare con te. » Mormorai ad un centimetro dalla sua bocca.
« Allora baciami e cancelliamo tutto l'odio che abbiamo creato in questo periodo. » Una lacrima solitaria le bagnò la guancia.
« Non piangere, Eva. Ti amo, capito? Ora sorridimi e dimmi che sei felice qui, tra le mie braccia. »
Lei annuì alle mie parole. « Lo sono, lo sono tanto. Ti amo. »
Poi mi baciò cancellando tutti i brutti ricordi di queste ultime settimane passante lontani l'uno dall'altra. Le mie mani andarono sulla sua vita attirandola sempre di più al mio corpo, mentre le sue mi avvolsero il collo. Immediatamente la spinsi dolcemente contro il letto, però lei ribaltò la situazione facendomici sedere sopra. Si staccò e portò una mano sulla zip del vestito abbassandola lentamente.
Mi morsi un labbro beandomi di quello spettacolo e posai le mani sul letto guardandola divertito, amavo quando prendeva certe iniziative.
Lasciò cadere l'abito verde scuro restando in intimo dinanzi a me per poi salirmi sopra a cavalcioni. Feci aderire la mia schiena al letto e lasciai che mi togliesse la camicia che stavo indossando.« Dobbiamo fare piano... — Sussurrai al suo orecchio facendola scendere da me e posizionandomi tra le sue gambe. — Ci sono i tuoi. »
« Si, lo so. » Mormorò mentre mi baciava passionalmente il collo.
Le tolsi gli ultimi indumenti che dividevano il mio corpo dal suo — l'intimo — e lei fece la stessa cosa con i miei pantaloni neri eleganti. Una volta gettati sul pavimento, Eva si voltò dandomi le spalle e si stese sul letto a novanta gradi. Ghignai capendo subito in che posizione voleva farlo e l'accontentai all'istante.
Respirava affannosamente per non gemere facendo così sentire tutto ai suoi genitori, per aiutarla mi piegai di più sul suo corpo portando una mano sul suo seno stringendolo e l'altra sulla sua bocca. Giocai con il polline con le sue labbra e poi le chiusi totalmente la bocca zittendola e sussurrandole quanto fosse perfetta all'orecchio.Chi l'avrebbe mai detto: non ero mai stato così tanto innamorato.
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FINO ALLA FINE | LEONARDO BONUCCI
FanficEra il 6 gennaio 2016, si svolgeva la diciottesima giornata del campionato di serie A e la Juventus era impegnata in un match in casa contro l'Hellas Verona. La partita finì 3 a 0 per la Vecchia Signora, con gli incredibili gol di Dybala, Bonucci e...