Answer when you call / No one can hear you cry
Dovette arrivare il concerto al parco Aquatica. Il primo concerto di Bon Jovi al quale Marco aveva assistito in Italia, il primo dopo il colpo di fulmine in Inghilterra. Niente e nessuno avrebbe potuto impedirgli di andarci, né la madre che riluttante domandava se non fosse troppo adulto per quelle "musichette", né la sorella che lo derideva per i suoi "gusti da frocetto".
L'erba, il concerto, una moltitudine umana sconosciuta, le note di Hey God. Oh God, eccola lì, proprio a due passi da lui.
Naturalmente c'era la possibilità che anche Claudia, fan sfegatata quanto lui, si trovasse al concerto. Però quante di incontrarla, di rimanere incastrati dalla folla, di essere riconosciuto, di parlarle, di non farla scappare, di cantare insieme come fossero stati una voce sola?
Tutte quelle notti trascorse a cantare "Hey God... do you ever think about me", la risposta alla fine poteva essere un sì?
Il suo ragazzo stonato mancava all'appello, per loro nient'altro che l'abbraccio della notte splendida e il delirio alle stelle, sul palco Bon Jovi cantava e rideva per loro.
Marco era una persona seria, posata, tranquilla.
Di solito.
Mentre le note di Wild street vibravano nell'aria, la baciò, al diavolo se qualcuno li vedeva e andava a riferirlo a Davide. A vederli fu Bon Jovi, sicuro. Il cantante sollevò un pollice all'insù nella sua direzione in segno di vittoria, come se sapesse cosa stava accadendo e si occupasse lui di dar voce e ordine alla confusa melodia di sentimenti esplosi nel suo petto. Il secondo e il terzo bacio, però, furono opera di Claudia.
Al termine del concerto, finalmente Marco chiese dove fosse Davide. Scrollate le spalle, gli rivelò che si erano lasciati da mesi, e comunque non c'era paragone con il figo originale che salutava dal palco con l'aria di voler ricominciare il concerto daccapo.
La loro storia era iniziata a quel concerto e ogni apparizione in Italia del cantante aveva segnato un momento nella loro vita di coppia.
Quasi dieci anni dopo a Padova ancora cantavano, saltavano e agitavano bandiere come prima, soltanto un po' più adulti. Trent'anni e il lavoro alla Gabi Group per Marco, l'inizio dell'esperienza nella vecchia casa editrice per Claudia. Erano ancora spensierati, abbastanza da trovare il concerto di Padova grandioso nonostante Jon fosse un po' sottotono. Usciti dallo stadio avevano trovato un alberghetto pulcioso e fatto l'amore fino al mattino.
Era stata già l'ultima nota della canzone? Chissà. Talvolta la lama conficcava quel dubbio nella sua mente fino a svegliarlo in piena notte. Di soprassalto riprendeva i sensi sul divano, il cuore in gola come un cervo in fuga. Trascinatosi in cucina beveva un bicchiere d'acqua, poi un altro e un altro ancora. Intanto prendeva coscienza del torcicollo dovuto al bracciolo del divano, del freddo pianale rassettato di fretta su cui le sue dita tremavano, del ronzio irritato della lavastoviglie che lo fissava con un occhio rosso. Allora, ciabattando fino al letto dove Claudia già dormiva, si infilava tra le coperte, dava la schiena alla moglie e si riaddormentava.
Di tanto in tanto invece sognava con chiarezza il concerto di Imola. Quando il matrimonio era una realtà con cui convivere e sua madre appena morta. Il caldo asfissiante del concerto, l'umidità degli abiti incollati alla pelle e la gola impastata. Un critico, un metallaro ignorante una fila dietro di loro, aveva scribacchiato un articolo irriverente brontolando che Bon Jovi non era all'altezza degli altri gruppi alternatisi sul palco. Precedendo Marco, che si era limitato a volersi allontanare, Claudia aveva detto allo scocciatore quello che pensava di lui, eccome, fino a che il critico se l'era data a gambe. Lei aveva riso come il giorno in cui si erano conosciuti, e aveva ripreso a cantare.
Lui però era rimasto di malumore. Il corpo di sua madre ancora caldo nella tomba e lui era andato a divertirsi con quelle "canzonette". Claudia aveva insistito per andare, distrarsi, dimenticare almeno un istante una persona che non si può non ricordare.
Imola era stato uno schifo, oltre che l'ultimo.
Marco non aveva più assistito a concerti di Bon Jovi e sua moglie era diventata irriconoscibile.
Un tempo lo avrebbe accolto a casa con un bacio, ringraziato per il tempo dedicato alla ricerca di regali per lei e i bambini in un momento così difficile e impegnativo al lavoro.
Oggi, o meglio venerdì, al ritorno a casa, sarebbe stata capace di trovare un motivo per gettargli in faccia l'intero sacchetto.
La borsa carica pesante come piombo, uscì dalla profumeria diretto all'albergo dall'altra parte della strada.
Si accorse allora degli insulti rivolti alla mendicante.
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Le citazioni in questo capitolo sono:
Dio, pensi mai a me (Hey God).
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Canzone Per Due
RomanceTi sei mai chiesta come tuo marito passi la giornata? Ti sei mai chiesto come tua moglie trascorra le ore? Claudia e Marco no, non c'è tempo tra ufficio, bollette, figli, scomparse l'intimità, le risate e le canzoni. In comune moglie e marito hanno...