Another long and senseless / Fight was all you knewthey're all the same
«Benvisi, how are you?» esplose la voce da fumatore di Elio Quarti dall'altra parte della linea. «Finalmente rispondi, cosa stai facendo di bello?»
Telefonate simili da parte di Federica erano all'ordine del giorno, Claudia cominciò per abitudine a balbettare una scusa.
Poi si bloccò. Che cazzo. Non era più se stessa, era una donna cornificata, tradita e stremata che non doveva un bel niente a nessuno, figuriamoci al precedente capo di suo marito.
«Lavoro» rispose secca come una frustata. «Tu?»
Preso in contropiede, Quarti tossì. «Sì, certo, naturale.»
Che diavolo voleva quel vecchio porco? Stando al poco che le aveva raccontato Marco, ormai lavoravano in reparti separati, senza più niente in comune, si parlavano a stento. Perché adesso Quarti cercava suo marito come se volesse... spiarlo. La promozione ottenuta da Marco poteva aver scatenato l'invidia di Quarti al punto da stargli addosso al pari di uno stalker. Voleva cogliere in fallo suo marito, cioè, lei.
Col cavolo.
«Perché mi hai chiamato?» quasi ringhiò al cellulare.
Quarti tossì ancora e ancora. «Così, per sapere come va l'ispezione.»
Appunto.
«Volevi trovarti al posto mio?» chiese con un candore avvelenato che a Marco sarebbe stato impossibile.
«Cosa dici, Benvisi, tu hai il tuo lavoro e io il mio!»
«Esatto, quindi tornatene al tuo lavoro e smettila di chiamare.»
Dalla porta spuntò la bionda che li aveva accolti. Claudia la fulminò con un'occhiata, la poverina fece un cenno impacciato e Lia uscì lasciando il capo da solo.
Quarti continuava a starnazzare. «Cos'hai da essere tanto nervoso? Ci sei andato in quel locale ieri sera? Te l'avevo consigliato apposta, le girls ti avrebbero rilassato un po'.»
«Un locale adatto a te. Te lo fai mettere in nota spese, di solito?» Ci era andato, suo marito, nel locale a luci rosse?
«Benvisi, sei pazzo, fatti curare.»
«Buona serata, Elio. Dirò all'ufficio del personale di avere particolare riguardo per le tue note spese.»
Riagganciò ignorando il brontolio offeso che giungeva dal telefono e certa di aver liberato suo marito da un inutile idiota. Non se lo meritava, quel traditore, era troppo buona.
Il cellulare riprese a tremare e lei rispose agguerrita pensando di dover affrontare di nuovo Quarti.
Era Marco. «Claudia! Sei tu vero? Dove sei? Cosa stai facendo?»
Una raffica di domande e nemmeno un "come stai". Una sfilza di amanti, Lia, i locali a luci rosse e nemmeno un briciolo di onestà.
«A Roma, dove vuoi che sia?»
«Cosa sta succedendo?» chiedeva lui lontano chilometri.
Claudia si schiarì la gola. Non voleva piangere, non doveva piangere. «Niente, abbiamo finito.»
«Finito l'audit?»
Il grido di Marco le fece allontanare il cellulare dall'orecchio. «Che altro? Piuttosto, le cose serie: i ragazzi come stanno, dove sono? C'è del pollo in frigo, puoi cuocerlo...»
«Che hai combinato?»
Nemmeno la stava a sentire, dava per scontato che avesse fatto un disastro e non pensava ai figli, nemmeno sentiva la domanda su di loro.
Claudia imprecò al telefono, forte, e aggiunse:
«Non ho combinato un bel niente, a parte gironzolare come una scema per la fabbrica».
«Siete stati in magazzino? Il cleaning, le tarature...»
«Curioso che parli di pulizia al lavoro quando a casa non muovi un dito» ridacchiò senza allegria chiudendo il portatile nella borsa senza preoccuparsi quando gli scivolò dalle mani e finì contro il tavolo.
«Cleaning, Claudia! Sant'Iddio!» Marco imprecava, non accadeva mai.
«È difficile lavorare mezza giornata, vero? Non fare altro che andare a prendere i bambini a scuola, poi basta» lo incalzava. «Pensa che non hai nemmeno la spesa da fare, perché ci ho pensato...»
«Non è il momento di fare del sarcasmo, torna qui immediatamente. Manda una e-mail alla Gabi Group, segnati questo indirizzo, ti sposteranno il volo.»
Lia entrò. Claudia si rintanò nell'angolo più lontano della sala, una mano a mascherare le labbra e le parole al telefono. Lia però sembrava non vederla né sentirla: incespicò in una sedia, chiuse la borsa, dovette riaprirla perché aveva dimenticato di riporvi il tablet e un intero plico di appunti, la riaprì per cercare il cellulare, la richiuse.
Claudia smise di farci caso. «Dai per scontato che non sappia fare niente a parte correre da te?»
Marco sospirò, le sembrava quasi di vederlo accentuare le fossette come cicatrici più profonde.
«Lia è con te? Passamela.»
«Col cazzo!» esplose incurante dell'espressione curiosa che si disegnò sul viso della perfetta adorabile amante. «Io sbaglio sempre mentre tu sei più bravo di me, vero?»
«Non capisco cosa...»
«Stasera me la spasserò io, invece, come non sai fare tu.»
Da quel momento lasciò che al marito rispondesse il tubare di un telefono staccato e che si rosolasse al fuoco lento dell'immaginazione.
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Canzone Per Due
RomanceTi sei mai chiesta come tuo marito passi la giornata? Ti sei mai chiesto come tua moglie trascorra le ore? Claudia e Marco no, non c'è tempo tra ufficio, bollette, figli, scomparse l'intimità, le risate e le canzoni. In comune moglie e marito hanno...