CAPITOLO 22

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Pressure's building up, sparks are gonna fly / I knowwhere this is going when I look into your eyes


Lasciarono il centro di Roma scivolando lenti verso l'eur, l'aria tiepida entrava dal finestrino e accarezzava le guance, riempiva i polmoni di profumi di pane e gerani come se l'autunno fosse ancora lontano. Finché nella fila accanto un motorino sorpassò sgasando con uno strazio insopportabile e li circondò di gas di scarico. Claudia alzò il finestrino tossendo, il tassista insultò il traffico romano.

Lia guardò l'orologio al polso, di nuovo. «Siamo in ritardo. Avremmo dovuto essere già là.»

«Ti mangi le unghie?» Possibile, la perfetta fotomodella aveva un difetto?

«Assolutamente no.» Lia ricacciò svelta le mani in fondo alle tasche.

Da quel momento regnò il silenzio. Claudia non se ne lamentò. Fuori si susseguivano palazzi sempre più alti e scrostati, al crescere dei centri commerciali le strade si svuotavano. Resistevano edicole dalle serrande coperte di graffiti e bancarelle sovraccariche di fiori assetati schiacciate tra una modernissima palestra e un immenso negozio di elettronica.

Suo marito si lamentava delle trasferte, le trovava faticose. Come no! Era sfibrante la colazione a buffet già servita, il letto che qualcun altro avrebbe rifatto, il lasciarsi portare da un taxi?

Si avvicinavano a un palazzo con intarsi sui balconi e vetri sgargianti tra colori freschi di imbiancatura. Una fila di berline lustre faceva la guardia lungo il marciapiede protette da altisonanti e rispettati cartelli "Privato - riservato ospiti Mida Farmaceutici S.p.A.", ombreggiate da pini marittimi che sussurravano al vento proveniente dal mare.

Claudia scese per ultima dal taxi. All'ombra dei dieci piani vacillò.

Cosa ci faceva lì? Non era Marco, non sapeva niente di farmaci e ispezioni, era soltanto una communication specialist, appena un po' senior, con un diploma di istituto tecnico e una laurea costata sei anni di fatica e notti insonni. Faceva ricerche per i brand, non per i principi attivi, le sue procedure erano analisi di mercato e strategie di marketing, che ne sapeva di qualità e chimica?

Suo padre aveva ragione.

"Perché metterti a studiare quando hai un lavoro comodo qui nella mia ferramenta?" le aveva ripetuto dalla prima elementare fino alla morte.

Avrebbe dovuto ascoltarlo, restare con lui, vendere chiodi e catene dalle nove alle sette, sabato compreso. Invece aveva fatto di testa propria, come al solito, e guarda in che pasticcio si trovava.

L'ombra imponente della Mida Farmaceutici la inghiottiva.

«Marco, da questa parte» la chiamò Lia Merlani dalla soglia.

Forza, che mai poteva essere una noiosa visita di controllo, non certo una guerra. Lia era Miss Perfezione e Precisione, bastava lasciarle il comando e in poche ore, via!, a godersi un aperitivo in Trastevere.

Deglutì con forza la paura e marciò.

Varcarono l'ingresso della Mida Farmaceutici, che Claudia valutò ampio quanto l'intero suo appartamento, avvolte da profumo di bergamotto e un quieto accogliente silenzio. Indifferente ai confortevoli divanetti per gli ospiti, alle piante rilassanti e ai lampadari di design, Lia andò spedita verso la centralinista dietro al banco della reception, lasciando Claudia indietro.

Che ragazza noiosa, proprio non riusciva a divertirsi. A meno che...

«Sei già stata qui?» sussurrò mentre seguivano una bionda di nome Sara-qualcosa, impeccabile e molto truccata.

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