CAPITOLO 81

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Say goodbye, never say goodbye

Holdin' on - we got to try


Guidava verso casa, insoddisfatto, il cipiglio di sua moglie ancora addosso.

«Perché continui a guardarmi in quel modo?» sbottò infine all'angolo prima di casa.

«Scusa» disse lei. «Da quando hai imparato a fare gli occhi da cerbiatta?»

«Ah, mi sono riusciti.»

Per l'ultima volta quel giorno premette il telecomando del cancello e, mentre aspettava che si aprisse, guardò Claudia sghignazzare.

«Non li hai imparati da me, vero?»

«Antonella. Un aiuto prezioso» ammise portando l'auto verso il corsello buio dei garage. Le luci automatiche si accesero intorno a loro illuminando la via. I vicini erano ancora alle prese con i bagagli.

«Un'ottima insegnante. Nel caso ci stessi pensando, sappi che con me non funzioneranno.» Claudia si avviò verso le scale, Marco la raggiunse di corsa appena chiuso il box.

«Che cosa funziona con te?» chiese, pensando a tutt'altro del suo corpo che agli occhi.

«Meglio lasciar stare, per stasera. Il caso ci maledice e non ci lascia tranquilli da nessuna parte.»

La seguì fino all'appartamento senza più una parola. Le chiavi scricchiolarono nella toppa, l'appartamento alle loro spalle si aprì.

Meraviglia li chiamò dalla soglia, i folti capelli in una treccia morbida su una spalla, un ampio maglione colorato e un gran sorriso stampato tra le guance.

«I vostri figli sono qui.» Alle sue spalle provenivano chiacchiere e il sottofondo di un cartone animato a volume basso.

Claudia per poco non cadde sul pavimento del pianerottolo. «Cosa ci fanno i ragazzi da te?»

Attirati dalla voce profonda del padre, Silvia spuntò dalle spalle della vicina, Oscar sbirciò e corse subito via ignorando le gambe della madre dietro le quali si nascondeva da sempre.

«Ho indetto un pigiama party» spiegava Meraviglia, con gran semplicità. «Hanno suonato poco fa alla mia porta, così ho pensato di invitarli qui finché non tornavate.»

«Mamma, possiamo restare? Stavamo giocando a un gioco bellissimo!» pregò Silvia, sbattendo le palpebre.

Marco pensò che sarebbe diventata una perfetta cerbiatta.

«Non si può, così su due piedi, disturbate.» Claudia tentennava.

«Possono restare, se vogliono.» Meraviglia era buona come una focaccia appena sfornata. «Il mio fidanzato è via per lavoro e non mi piace stare da sola. Domattina devo alzarmi per lavorare alla tesi, ve li mando dopo colazione, cosa ne dite?»

Lui e lei si guardarono.

«Non siete abituati a non avere figli tra i piedi, eh? Capita a molti genitori.» Meraviglia annuiva leggendo i loro volti. «Ce ne sono tanti come voi. Dài, non preoccupatevi, stanotte restano da me.» 

Canzone Per DueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora