Secondo Capitolo

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"È più facile dire
che va tutto bene,
piuttosto che spiegare
ciò che non va"

Amavo la moto e la sensazione di piena libertà che riusciva a tramettermi ed in quel momento era tutto ciò di cui avevo bisigno.
Arrivati sotto casa, Osman mi aiutò a scendere e arrivare al portone senza fare domande, poi mi augurò la buona notte e sfrecciò via.

Una volta chiusa tra le mura di casa, preparai un the caldo e mi distesi sull'amca situata nel mio piccolo terrazzino e appoggiai sulla caviglia il ghiaccio.
Dopo una giornata di lavoro amavo farmi cullare dalle sue braccia sotto l'occhio vigile delle stelle le uniche a tenermi compagnia, anche se stasera ero distratta dalla confusione che avevo in testa provocata dallo strano e al quanto insolito comportamento del signor Kerem.

Il giacchio era riuscito ad alleviare il dolore e l'amaca a rilassarmi, quando lo squillo del telefono ad interrompere quell'attimo di pace, cosi presi il telefono e quando sul display lessi "Signor Kerem" per poco non cadevo dall'amaca.

"Signor Kerem, è successo qualcosa?"
"(Mahraba) Ciao a te Sole, volevo solo
sapere come stai? ( Yims?) "
"Salve, sto bene, il ghiaccio fa miracoli
grazie per il pensiero"
"Sono contento, ma avresti potuto
aspettare e ti avrei portata in
ospedale piuttosto che scappare "
"Non sono scappata, sto bene!"
"Sole, ho chiamato per dirti che
preferirei se domani riposassi e non
accetto un no come risposta"
"Credo che lei stia esagerando, inoltre
il suo è più un ordine che una
preferenza"
"Uno la mia non é esagerazione ma
attenzione, due penso che possa
bastare con le formalità e passare a
Kerem"
"Signor kerem, domani c'è la
presentazione del romanzo di Yigit,
devo persare a gli ultimi dettagli"
"Sole, Yigit? E con me continui ad
essere formale?"
"Mi arrendo ci vediamo domani sera"
"(Iyi geceler yarin gorusuruz)
A domani buona notte Sole"

Conclusa la chiamata restai a guardare le stelle persa nel vuoto e incredula su quanto fosse appena successo, ma la serata non poteva concludersi cosi, infatti poco dopo l'arrivo di un sms, ed il mittente era il signor Ferit, ma cosa diavolo avevavo tutti stasera? Aprii l'sms e lessi

"Sole, riposa, buona notte"

Lessi quel messaggio un paio di volte ma non risposi, fino ad oggi non mi avevano mai considerata cosa era cambiato? Tra un pensiero e l'altro crollai in un sonno profondo.

Lo squillo del mio telefono interruppe il mio riposo, a fatica riaprii gli occhi afferrai il telefono e per poco non mi rompevo l'osso del collo nel vedere l'ora, poi ricordai il famoso e non richiesto riposo e risposi.

"Osman, sto bene, oggi riposo"
"Non mi dire, qui è l'argomento del
giorno, c'è comunque una persona
che ti reclama, te la passo"
"Aspetta, chi mi reclama"

Ma figuriamoci, non ascoltò nemmeno.

"Buon giorno splendore, sono Yigit,
pranziamo insieme?"
"Ciao Yigit, dimmi perché dovremmo
pranzare insieme?"
"Se accetti lo scoprirai"
"Questa è una trappola, ma ci sto"
"Bene, manda la tua posizione e ti
passo a prendere"
"Manda tu a me quella del ristorante
e ti ragguingo"
"Furba"
"Io la chiamerei parità"

Trovato un accordo riattaccammo, in questo periodo avevo imparato a conoscere Yigit, lui uno scrittore folle, sincero del quale senza un motivo preciso sentivo di potermi fidare..

La caviglia non faceva più male e dopo una bella doccia ero pronta per il mio pranzo.

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