Ottavo Capitolo

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"Tre cose non possono
essere a lungo nascoste,
il sole, la luna e la verità"

Kerem:

L'arrivo di Sole in azienda aveva cambiato molti di noi, riusciva ad illuminare chiunque era questa la verità, così bella nei modi e nella sua semplicità, e fu il suo essere far battere il mio cuore ormai fermo da troppo tempo, per quanto avessi provato ad evitarlo ormai cuore e cervello erano fottuti ..

Odiavo il modo in cui mi ero rivolto a lei, come avevo potuto, ormai controllare la mia gelosia e i miei sentimenti era diventata un impresa impossibile.
Nella mia testa i suoi occhi pieni di terrore impossibile da non vedere, qualcosa di terribile tornava a bussare in determinate situazioni ed io dovevo scoprire cosa..

Rimurginare serviva a ben poco, dovevo parlare con lei, scusarmi correndo il rischio di essere cacciato ma dovevo comunque provarci.
Vicino alla mia auto mia cugina aspettava un taxi

"Mel, dobbiamo parlare"
"Kerem non ho tempo"
"Ho esagerato lo so, ma la sua paura
non era dovuta a me, qualcosa di più
grande la tormenta, tu ne sai
qualcosa?"
"Mettila in questo modo, non so nulla
ma anche se sapessi qualcosa
non sarei tenuta a dirti niente"
"Perché parli così?"
"Kerem, non pensi che io non abbia
già fatto abbastanza? Dovrei anche
tradire la sua fiducia adesso?"

Aveva ragione, continuare quella discussione era inutile, così salii in macchina lasciandola li da sola, gesto poco cortese ma dovevo parlare con Sole.
Arrivato sotto casa sua mi attaccai al campanello e finalmente solo dopo qualche minuto eccola arrivare, indissava una tuta, aveva i capelli raccolti in modo disordinato e l'aria era stanca

"Kerem perché sei qui?"
"Dovevo scusarmi, non ci sono
giustificazioni per il mio
comportamento, volevo solo
proteggerti da Yigit"
"Proteggermi? Tu non sai cosa dici,
nessuno ti ha chiesto di farlo"
"Sto provando a scusarmi, cosa vuoi
che faccia?"
"Accetto le tue scuse, potrei tornare a
casa?"

Continuando a guardarla negli occhi provai ad avvicinarmi a lei, ma fallii miseramente perché mi fermò prima che potessi farlo

"Sole, hai paura di me?"
"Vorrei solo che mantenesse le
distanze"
"Siamo ritornati al lei?"

Per fortuna grazie alla mia battuta riuscii a farla sorridere e allo stesso tempo avere una piccola speranza

"Sole, ho letto il terrore nei tuoi occhi,
dimmi se è legato al tuo passato"
"Nulla che ti riguardi"
"Se solo me lo permettessi potrei
aiutarti a superarlo"
"Non c'è nulla che tu o nessun'altro
possa fare"
"Perché?"
"Basta Kerem, va via"

Continuare anche qui era inutile, involontariamente aveva confermato i miei dubbi, qualcosa legata al suo passato influiva sul presente ed io avrei scoperto cosa anche a costo di violare la sua privacy.

Senza dire altro salutai e andai via, in auto chiamai Ferit, lui avrebbe potuto rispondere ad alcune mie domande sempre se avesse voluto..

Ferit

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Ferit

Seduto dietro la scrivania del mio ufficio aspettavo l'arrivo di Kerem, no che avessi voglia di parlare con lui, ma non potevo tirarmi indietro.

Entrare nel mio ufficio senza bussare ormai diventata abitudine per tutti o quasi

"È difficile bussare e poi entrare,
Kerem?"
"Sole deve sapere la verità"
"Credi che non lo sappia? O pensi che
sia così semplice?"
"No che non lo è, ma dobbiamo farlo"
"Potremmo ma tu sei troppo coinvolto
per farlo"
"Sarò anche troppo coivolto, ma il mio
è un modo per proteggerla ed evitarle
di soffrire"
"Tu vuoi impedirle di vivere"
"Forse esagero, ma almeno faccio
qualcosa"
"Si, la allontani"
"Può darsi, sempre meglio di te che
non hai mai nessuna reazione,
eppure dovrebbe essere così
naturale per te"
"Basta, va via"
"Siete più simili di quanto tu possa
immaginare, ma qualcosa del suo
passato la terrorizza e me lo ha
confermato tu sai cosa?"
"Stanne fuori Kerem"
"Da cosa, dimmi da cosa?"
"Sono solo tue supposizioni"
"Bene allora aiutami a sapere"
"Dio quanto puoi essere egoista,
saresti disposto a violare la sua
privacy pur di sapere"
"Voglio solo aiutarla a superare le sue
paure, nulla riesce a scalfirti come
fai?"
"Dannazione non c'è nulla che io
possa fare, non posso cambiare il
passato, adesso va via"
"Tu nascondi qualcosa,non finisce
qui"
"Anche se fosse? non serve che tu
sappia tutto"

Innervosito dalle mie parole andò via sbattendo la porta alle sue spalle, sapevo che una volta entrata Sole in azienda le cose non sarebbero state facili, ad oggi tutti i castelli costruiti sulle bugie andavano sgretolarsi dinanzi a me e non vi era nulla che potessi fare per fermare tutto questo.

La mia vita era un gran macello ed in questo macello anche Melek con la sua folle gelosia che negava spudoratamente e mi faceva ogni volta sorridere, anche se non mi spiegavo o non volevo farlo, come fosse possibile non ragionare dinanzi alla sua presenza, o non riuscire a respirare o distogliere lo sguardo..

Scossi il capo e provai a cacciare il suo pensiero costante dalla mia testa e mi concentrai su Kerem, sapevo quanto avesse ragione, Sole meritava la verità,
sapevo anche il motivo delle sue paure e biasimarla era impossibile e non c'era giorno in cui non mi sentissi in colpa per il mio comportamento spesso da vigliacco, dovevo iniziare ad assumermi le responsabilità e mie azioni e bugie..

Basta non sarei più rimasto a guardare non avrei permesso più a nessuno di farle del male, lei meritava di essere protetta, così buona, altruista, troppo diversa da me per essere mia sorella nonostante Kerem dicesse il contrario...

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N.B
Capitolo non lunghissimo spero sia gradito, buona lettura

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