Ventiquattresimo Capitolo

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"I colori, come i lineamenti,
seguono i cambiamenti
delle emozioni"

Sole era era nel bel mezzo dei preparativi per il grande giorno che ormai era sempre più vicino, questo impegno riuscì a tenerla lontana da tutto il resto.
Aveva scelto la location, una villetta in Cappadocia, immersa nel verde e piena di vetrate dalle quali la luce poteva entrare insieme ai colori e al suggestivo panorama che avrebbe avuto il potere di togliere il fiato a chiunque.
L'interno era stato allestito con enormi tappeti e cuscini colorati ovviamente ogni colore aveva un significato preciso: il giallo rappresentava la gelosia che per anni avevano provato a nascondere, l'arancio come la fiducia, il blu richiamava il mare, a volte calmo, altre in tempesta, ed in fine il rosso come l'amore e la passione.

Ogni dettaglio era stato attenzionato con cura, per Sole erano proprio questi a fare la differenza, solo una cosa la preoccuoava l'assenza o meglio il ritardo di Kerem e Osman dovuto al lancio del nuovo autore e del romanzo, questo alimentava le sue ansie, quella sensazione familiare, quel brivido lungo la schiena, quel pugno allo stomaco, quella carezza al suo sesto senzo, tutto questo era l'ansia, alla quale era meglio non pensare..

Mel si buttò a capo fitto sul lavoro che con l'assenza di Sole sembrava esser triplicato, con mille scartofie in mano si recò nell'ufficio di Kerm.

"Kerem, posso entrare?"
Solo dopo aver ricevuto il consenso entrò, chiudendo la porta alle sue spalle

"Ciao Mel, stai bene? Il fatto che tu
abbia bussato prima di entrare la
dice lunga"
"Pensi di essere divertente? Non sono
dell'umore giusto"
"Mi dici che ti prende?"
"Potrei iniziare con il fatto che tra
qualche giorno mi fidanzo e finire
con il fatto che tu non sarai insieme a
me e se avessimo sbagliato tutto?"
"Tu non sai quello che dici, vi amate
da sempre, non credi che avete
sprecato fin troppo tempo?"
"Forse, è meglio che tu non faccia caso a ciò che dico e solo paura la mia"
"La paure e normale, non capisco le
paranoie"

Queste due chiacchiere agitarono ancora di più Mel mettendo in evidenza la sua goffagine cosa che suscitò la risata di Kerem

"Ti faccio ridere vero?"
"Si, non ti ho mai vista così e ovvio
che l'amore abbia buttato giù ogni
tua barriera"
"Quindi adesso sarei vulnerabile?"
"No, ma ti assicuro che l'amore ti
rende ancora più bella"

Con le lacrime agli occhi si fece cullare dalle braccia del suo amato cugino, l'unica persona che considerava famiglia, qualche minuto dopo prima di andare via ricordò al cugino quanto importante fosse lui per lei.

Kerem rimasto solo nel suo ufficio provò a concentrarsi sul lavoro anche se i risultati furono pessimi dal momento che non riusciva a smettere di pensare alle preoccupazioni di Mel, così pensò bene che l'unico modo per togliersi i dubbi era quello di andare dritto alla fonte.
Dopo aver ripetutamente bussato alla porta e non aver ricevuto risposta decise comumque di entrare

"Ferit! Dove sei?"
"Sono qui, che succede?"
"Dobbiamo parlare"
"Ti ascolto, ma smettila di urlare, il
mio udito è ancora perfetto"
"Inizio a pensare che tu abbia corso"
"Io cosa? Ma posso capire a cosa ti
riferisci?"
"Questo fidanzamento"
"Cosa c'è di sbagliato?"
"Sei sicuro? Sai che a un tuo minimo
dubbio la uccideresti"
"Come puoi pensare una cosa simile,
eppure mi conosci bene"
"Conosco bene entrambi, ma lei è la
mia famiglia e devo proteggerla"
"Vorresti proteggerla da me? È
assurdo.. Dannazione il nostro
incontro è stato voluto dal destino,
fingere di essere suo amico è stata
una scelta, ma innamorarmi di lei è
stato fuori dal mio controllo"
"Quindi sei innamorato di lei"
"Certo che l'amo, come puoi dubitare"
"Ma questo a lei lo hai detto?"
"No..."
"Voi due mi farete diventare matto,
ascolta lei ha bisogno di certezze che
solo tu puoi dare a lei"
"Come ho fatto a non capire, grazie"
"Torno a lavoro"
"Kerem!"
"Dimmi"
"Tu e Sole?"
"Nulla"
"Kerem, buttati, provaci, credimi i
rimpianti sono molto peggio"

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