Quarto Capitolo

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"A volte anche dire
solamente ho paura
è un inizio"

Kerem e Ferit aspettavano che l'ascensore arrivasse, io e Mel anche se poco stabili ridevamo senza un motivo preciso, anche lei era ignara del fatto che io non sarei mai salita li dentro, così provai a ricompormi e spiegai loro che non avrei mai sceso 13 piani chiusa in un ascensore, cosa che scatenò la risata incontrollabile di
Mel, poi girai i tacchi e anche se poco stabile mi diressi verso le scale.

Arrivata davanti alle scale inspirai a lungo e piano, piano iniziai a scendere, 1°gradino, 2°gradino,tutto sommato sembrava semplice fino a quando Kerem non ebbe la brillante idea di caricarmi sulle sue spalle neanche fossi un sacco di patate e riportarmi dentro l'ascensore e rimettermi giù solo dopo che le porte dell'ascensore si chiusero, scatenando così la mia paura mista alla mia rabbia.

"Apri queste dannate porte e fammi uscire" "Va tutto bene ci siamo noi con te" "Ho detto fammi scendere"

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"Apri queste dannate porte e fammi
uscire"
"Va tutto bene ci siamo noi con te"
"Ho detto fammi scendere"

Mel preoccupata si scagliò contro il cugino

"Kerem, falla scendere! Non lo vedi
che sta male? Ferit ti prego!"

Ferit provò a calmare tutti ma quando si accorse che i miei occhi si erano riempiti di lacrime urlò contro Kerem e lo obbligò a fermare quel dannato ascensore

Aperte quelle porte scappai via seguita come ormai d'abitudine da Kerem

"Va via, prima mi chiudi in ascensore
contro la mia volontà e adesso mi
segui?"
"Tu parli troppo lo sai?"
"Si, e concludo dicendo che inizio ad
odiarla"
"Sopravviverò, adesso appoggiati a me
ti aiuto a scendere"
"Lei è insopportabile, si rende conto
di cosa ha fatto? "
"Ok ho sbaglito non volevo farti del
male, credevo fosse solo un
capriccio"
"Non sai quello che dici"

Poi mi accorsi che anche Ferit e Mel ci avevano seguiti e anche loro continuavano a punzecchiarsi

"Sto bene, non starmi addosso"
"Si? Ma se non ti reggi in piedi"

Arrivati ad un silenzio comune e aiutati dai nostri cavalieri riuscimmo a scendere ben 13 piani ed una volta fuori dall'hotel eccoli iniziare con una delle loro ramanzine, ma quando gli fu chiaro di essere ignorati, Ferit trascinò con se Mel lasci...

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Arrivati ad un silenzio comune e aiutati dai nostri cavalieri riuscimmo a scendere ben 13 piani ed una volta fuori dall'hotel eccoli iniziare con una delle loro ramanzine, ma quando gli fu chiaro di essere ignorati, Ferit trascinò con se Mel lasciandomi sola con Kerem.

"Kerem, ti ringrazio ma chiamerò un
taxi"
"Sole, ti accompagno io"
"Ripeto, grazie ma non serve"
"Potresti smetterla e iniziare a
comportarti da adulta?"
"Quindi, sarei una bambina?"
"Potremmo continuare questa
discussione in auto?"
"Si rende conto di quanto è
prepotente?"
"Lei, tu, credo che tu sia confusa in
questo momento, comunque lo

aggiungerò alla lista tua lista"

Malgrado mi avesse dioniosticato una confusione mentale ero certa di aver intravisto sul suo volto un accenno di sorriso.

In auto iniziai a litigare con la cintura di sicurezza che non voleva saperne di venire giù e Kerem da vero gentiluomo provò a sistemare la situazione peccato che nel farlo me lo ritrovai praticamente addosso, quel contatto misto al profumo della sua pelle mandò in subbuglio i miei ormoni, così per distrarmi da quella inaspettata ma bellissima situazione iniziai ad imitarlo

"Sole, sali in macchina! Sei una
bambina!"

Tornato al suo posto sorrise, sistemò la giacca e disse:

"Pensi di aver finito?"
"Di fare cosa?"
"Di parlare sotto voce"
"La imitavo tutto qui"
"Sole ciò che pensi di me è chiaro,
sono un egoista, egocentrico robot, maniaco del controllo e prepotente"
"Complimenti è stato attento"
"Adesso che ne dici di una
tregua? "

Non replicai anche perché ero stanca e soprattutto mi ero resa conto di aver esagerato, quindi decisi di appoggiare la testa al finestrino e chiusi gli occhi, peccato che qualche minuto dopo una bruttissima frenata per poco non mi spiaccicò sul parabrezza dell'auto.

"Ma ti è dato per caso di volte al
cervello?"
"Sole, il tuo polso è segnato dalle mani
di quello schifoso, puoi muoverlo?"
"Sto bene, ho passato di peggio"
"Sole, di cosa parli?"
"Nulla generalizzavo"
"Credi che sia stupido?"
"No, ma se non chiedo troppo vorrei
solo tornare a casa"

Nessuno disse altro per mia fortuna, arrivati sotto casa dopo aver fermato l'auto fu veloce nello scendere e aprirmi lo sportello, l'aria fresca fu come uno schiaffo, la testa iniziò a girare e le gambe non reggere più il mio peso, il mio corpo era indeciso se lasciarsi andare e cadere o far uscire tutto l'alcool che avevo in circolo e purtroppo per me quest'ultima ebbe la meglio.

Vomitai tutto compresa l'anima con lui al mio fianco che mi aiutava a rimanere in piedi, una volta finito di rimettere con gentilezza fece in modo che il mio braccio passasse dietro il suo collo aiutandomi in questo modo ad arrivare fino al portone di casa.

"Grazie Kerem, so badare a me stessa"
"È evidente, ma sta zitta!"
"Chi crede di essere?"
"Sono Kerem, ora entriamo"

Entrati dentro con dolcezza mi aiutò a stendermi sul letto, prese una tovaglia lo inumidí e lo appoggiò sulla mia fronte, poi buio, silenzio..

Come tutte le notti ad inquietare il mio sonno sempre lo stesso incubo faceva si che mi svegliassi in preda al panico.

"Sole, va tutto bene è solo un incubo"
"Kerem, sei ancora qui?"
"Si, cosa hai sognato?"
"Non é importante.."
"Lo è per me, dimmi almeno come
stai?"
"Sto sotto un treno"
"Prova a dormire, io vado (Hi geceler)
buona notte".

Una volta uscito da quella porta, mi rilassai e crollai in un sonno profondo, al mio risveglio la testa sembrava che volesse scoppiare, quindi mandai giù un analgesico, levai i vestiti della sera precedente e mi buttai sotto la doccia con la speranza che mi aiutasse in una ripresa più veloce, ma il risultato non fu quello sperato, così decisi di indossare la tuta ed uscire a fare una corsa.

Corsi, in modo tale da sudare ed espellere cosi quante più tossine e per fortuna riuscii nel mio intento, quando mi notai kerem che correva verso di me, dal momento che non potevo evitarlo continuai la mia corsa.

"Buon pomeriggio (Tunaydin) Kerem"
"Ciao (Mehraba) Sole, come stai? "
"Sto bene"
"Cazzo hai esagerato"
"A lei non é mai successo?"
"Siamo tornati a darci del lei?"
"Non risponda ad una domanda con
un'altra domanda"
"Come vuoi, si ma ho sempre saputo
controllarlo e gestirlo"
"Non tutti sono bravi come lei nel
gestire sistuazioni ed emozioni"
"Noto con piacere che non era l'alcool
a farti parlare ieri, ma eri tu"
"Kerem, il problema è il tempo che ha
sprecato ieri con me?"
"Questo è quello che pensi?"
"È quello che sembra"
"Sbagli, hai frainteso volevo solo
esserti amico"
"Grazie, ma non ricordo nessuna
parentela che ci accomuna a parte un
rapporto lavorativo, fino ad oggi non
ho visto altro mi chiedo cosa sia
cambiato"

Senza dare l'opportunità di replica continuai la mia corsa senza voltarmi indietro fino ad arrivare a casa in un bagno completo di sudori e dopo l'ennesima doccia con in testa Kerem crollai...

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