Sedicesimo Capitolo

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         "La vita ci mette davanti  le sue  
          prove, ogni tanto dovremmo  
          salire sulla nave del coraggio e  
          trovare la forza di cavalcare le   
          onde di ogni tempesta"

                           Sole  

Grazie all'aiuto del mio principe azzuro mi ero distesa su letto, certo che una volta rimasta sola avrei riposato ma non fu così, avevo il cervello in sovraccarico, come prima cosa mi convinsi del fatto che la mia vita fosse stata tutta una falsa, ma allo stesso tempo nonostante tutto questo macello mi consolava il fatto di aver avuto la conferma che mia madre non mi aveva abbandonata, ma purtroppo il destino aveva scelto per entrambi, anche se non riuscivo a spiegarmi come avesse potuto amare una
persona come il padre di Ferit.

Ormai stanca delle mie stesse domande, provai a chiudere gli occhi e riposare, quando qualcuno alla mia porta chiese il permesso di entrare e al mio avanti dalla porta fece capolino Yigit

"Yigit entra, pensavo fossi scappato
via"
"Scappare io, e perché mai?"
"E me lo chiedi?"
"Sole, ogni famiglia ha i suoi drammi
con problemi annessi"
"Famiglie, io no ho mai avuto una
famiglia, come posso considerarla
tale"
"Come darti torto, ma purtroppo non
  ci è concesso scegliere i parenti"
"Sarebbe bello poterlo fare, ma al
momento non riesco ad accettare 
nulla di tutto questo"
"Non sei obbligata a farlo, ricorda di
essere sempre te stessa, come il mare 
in tempesta, anche quando gli altri ti
vorrebbero diversa.. Anche se al
posto tuo sarei curioso di sapere"
"Non cambierò per nessuno ma al
momento vorrei solo scappare da
tutto e tutti"
"Libera di farlo, cosa ti frena? "
"Nulla, tu lo sai che sei il mio
angelo? "
" E tu il mio sole, tutto questo mi ha
aperto gli occhi , basta bugie,  
voglio essere libero di vivere la mia
vita, chi mi ama capirà il resto non
sarà più un problema mio"
"Se le mie sventure sono servite ad
illumarti sono contenta"
"Tu mi hai illuminato dal primo
giorno che le nostre strade si sono
incontrate, adesso vado, o il
dottorino tanto carino si arrabbierà"
"Ti piace è vero?"
"Bhe niente male, ma lui ha occhi solo
  per te"
"Tu vedi cuori dappertutto"

Non rispose, sorrise, baciò la mia fronte e prima di uscire strizzò l'occhio e dopo scomparve dietro la porta.
Il tempo passato in silenzio non lo quantificai, ma serví a rilassarmi, poi di nuovo la porta ma stavolta a varcarla fu Burak

"Sole, ti va di fare due passi?" "Si, mi sento ai domiciliari qui dentro" "Lo immaginavo, prendo una sedia" "No, due passi intendo con le mie  gambe" "Andiamo

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"Sole, ti va di fare due passi?"
"Si, mi sento ai domiciliari qui dentro"
"Lo immaginavo, prendo una sedia"
"No, due passi intendo con le mie
gambe"
"Andiamo.."

In silenzio oltrpassammo il corridoio
arrivate alle grandi porte si aprirono, fuori era quasi buio, l'aria era frizzante ed io inspirai per riempire i miei polmoni, poi..

"Burak dimmi tutto"
"Speravo di chiacchierare un po' con
te"
"Burak arriva al dunque, tanto sono
sicura che Osman ti abbia già detto
tutto"
"Volevo solo sapere come stai? Cosa
  hai provato?"
"Non lo so è tutto strano e non mi 
piace, sarebbe stato meglio se non 
fossi mai nata"
"Ma cosa dici, il problema non sei tu,
  ma loro.."
"Sono brave persone, hanno sbagliato
ma avranno avuto le sue ragioni che
dovranno spiegarmi "
"Resta comunque il fatto che non mi
piacciono"
"Il tuo accanimento e inutile e
immotivato"
"Ho visto come ti guarda   quell'arrogante di Kerem"
"Strano, ha detto lo stesso di te e con
questo?"

Prima di rispondere, si avvicinò a me forse troppo e disse

"Lui non ti merita""Questo è un tuo pensiero e  scommetto che la tua presunzione ti  dica anche cosa sia giù per me non è  vero?" "Lui ti piace?" "Voglio tornare in camera" "Non hai risposto alla mia domanda" "Si, tanto forse troppo, sento il cuor...

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"Lui non ti merita"
"Questo è un tuo pensiero e
scommetto che la tua presunzione ti
dica anche cosa sia giù per me non è
vero?"
"Lui ti piace?"
"Voglio tornare in camera"
"Non hai risposto alla mia domanda"
"Si, tanto forse troppo, sento il cuore
scoppiare e le gambe tremare,
dimmi è stata di tuo gradimento la
risposta"
"Si, grazie"
"Prego, io torno in stanza"

Allungai il passo per allontanarmi da lui, quando la sua voce alle mie spalle arrestò la mia corsa

"Sole aspetta! Io sono pazzo di te e se
dovrò combattere per averti lo farò"
"Burak non si combatte per avere una
donna, ma per conquistarla, inoltre
è inutile combattere una battaglia già
persa in partenza"
"Pensi che io mi arrenda così?"
"Burak ti voglio bene, sei una persona
intelligente, brillante, altruista, merti
qualcuno che ti ami e quel qualcuno
non posso essere io"

Poi senza dargli alcuna possibilità di replica andai via, presi la mia roba e dopo aver firmato le dimissioni scappai via e di fretta chiamai un taxi che mi riportò a casa.
Una volta entrata e chiusa la porta alle mie spalle mi sentii al sicuro, come se avessi chiuso momentaneamente i problemi al di fuori della stessa.

Dopo una bella doccia mi distesi sulla mia amaca e chiesi consiglio alle stelle che in silenzio continuavano a tenermi compagnia fino a quando crollai in un sonno profondo, sonno che fu introdotto dal continuo suono del mio telefono, era Burak e dal momento che sapevo che avremmo litigato non risposi, così pensò bene di passare la palla ad Osman al quale dopo una serie di chiamate dovetti rispondere

"Dimmi Osman è stato il tuo amico a
suggerirti di chiamarmi ?"
"Ciao Sole, ma che diavolo ti prende"
"Tu sapevi tutto è vero?"
"Non capisco a cosa tu ti riferisca"
"Ho la sensazione di non potermi
fidare più di nessuno"
"Adesso no ti fidi neanche di me?  
spiegami cosa dovrei sapere"
"Burak prima ha espresso il suo pare  
su Kerem e poi a concluso dicendo
che è pazzo di me"
"Cosa?"
"Non fingere, con me non serve"
"Smettila a cosa servirebbe fingere,
non mi ha mai detto nulla a riguardo"
"Scusa... Inizio a pensare di essere
stata troppo dura con lui"
"Se non ricambi i suoi sentimenti è
  giusto che tu lo sia stata"
"Sarà, adesso ho sonno.."
"Sole pensi di tornare a lavoro?"
"No, non adesso"
"Buona notte.."

Una volta messo giù, il telefono tornò
a squillare, ma che diavolo avevano tutti stanotte, ma quando lessi il nome di Kerem sul display sorrisi

"Ciao"
"Ciao a te Sole, ti disturbo"
"No, ero rilassata sulla mia amaca"
"Ti hanno dimessa? Avresti potuto
chiamare"
"Non proprio dimessa, me ne sono
andata"
"Bocca mia taci"
"Bravo ottima scelta"
"Farò finta di non aver sentito.. Sole
ho bisogno di passare del tempo solo
con te, per parlare, spiegarti"
"Puoi farlo adesso se vuoi"
"No, non così, se vuoi va bene pure a
lavoro"
"Mi spiace ma io non torno a lavoro"
"Sole ti prego non farlo"
"Ho già deciso e non cambierò idea, a
presto Kerem"

Detto questo riattaccai, perché la verità era che avevo paura di cedere ai suoi modi e questo non potevo permetterlo, al momento volevo solo allontanarmi da tutto e dalla mia finta vita..

Scusate sempre l'attesa ma purtroppoal momento è così

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Scusate sempre l'attesa ma purtroppo
al momento è così.
Capitolo più semplice spero comunque sia gradito.
Buona lettura 😉

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