Ventiseiesimo Capitolo (La magia delle feste)

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"Il Natale non è una data.
È uno stato d'animo"

Per la Turchia il Natale era un giorno come un altro anche se le strade erano addobbate a festa con enormi abeti pieni di luci e babbo Natale giganti, luminarie e decorazioni e a completare la neve rendeva tutto ancor più bello.

La cultura turca è prevalentemente musulmana ma Demir tramandava origini Italiane e questo era riuscito a trasmetterlo anche a Ferit che era stato sempre attento a gestire entrambe le tradizioni in particolar modo quella Italiana della quale amava la magia, questo era riuscito a trasmetterlo a Melek e Kerem anche se quest'ultimo assomigliava molto a un grinch.

Ferit amava decorare l'azienda, la sua casa con luci e alberi a differenza della sorella che non amava le feste in genere e in questo periodo dell'anno il sole che portava dentro era poco luminoso per se stessa e per gli altri nonostante ciò amava molto l'inverno e le sue sfumature, dalla neve soffice, fredda e silenziosa al vento gelido che amava sentire sulle guance, il tutto accompagnato da una tazza di tè caldo, per lei questo era l'inverno dove la natura diventava magica ed il silenzio era surreale.

Sole non aveva preso ancora una decisione per quanto riguarda il suo lavoro, anche se gli mancava molto ogni cosa di esso, ma la paura dei giudizi esterni gli impedivano di andare oltre.

Una mattina nonostante le strade fossero ricoperte di neve decise di raggiungere l'azienda a piedi e una volta arrivata rimase abbagliata dallo splendore dell'albero pieno di luci e regali, a distrarla la voce del fratello alle spalle, con il quale non aveva più affrontato l'argomento Demir, forse per mancaza di coraggio o semplicemente perché ci fosse ben poco da dire, visto che quest'ultimo era stato chiaro come lo era stata anche Sole..

"Buon giorno Ferit, è bellissimo"
"Ciao sono contento di vederti, anche
se non credo che tu sia qui per me"
"È possibile, e sarei qui per chi?"
"Per Kerem è ovvio"
"Tu parli troppo lo sai?"
"Io direi piuttosto che ho sempre
ragione"

Soddisfatto sorrideva e Sole senza una ragione lo abbracciò e disse "Presuntuoso"
Poi alle loro spalle la voce di Kerem che brontolava

"Ferit, giù le mani dalla mia ragazza"
"Sapinetone parli di mia sorella, sei
tu quello di troppo"
"Siete proprio infantili voi due"

Poi Kerem attirò a se Sole e le sfiorò le labbra davanti a tutti, gesto gradito e inaspettato da mister controllo

"Kerem, qui tutti potrebbero
guardarci"
"Non credo sia un problema"
"Va bene così, potreste smetterla?"
"Hai ragione, noi saliamo in ascensore
tu poi andare a piedi Ferit"
"Io non prenderò le scale"
"Basta, io vado al bar dove aspetterò
Mel, voi fate come vi pare"

Delusi e all'unisono risposero
"Tu non sei qui per noi?"
"Esatto! Ora se volete scusarmi"

Poi girò le spalle e andò via lasciandoli li..
Seduta al bar attendeva l'arrivo della sua amica e nel frattempo tutti i suoi colleghi entusiasti salutavano la loro collega, anche Melahat che venuta a conoscenza di alcune cose le consigliò di vivere la propria vita senza pensare al giudizio degli altri come aveva sempre fatto, poi la salutò con la promessa che presto avrebbero passato del tempo insieme.

Mel quasi di corsa raggiunse la sua amica, che felice di rivederla la abbracciò forte per poi chiacchierare davanti ad una tazza di caffè alla quale bastò poco per capire che la sua amica avesse qualcosa che la preoccupasse.

Mel quasi di corsa raggiunse la sua amica, che felice di rivederla la abbracciò forte per poi chiacchierare davanti ad una tazza di caffè alla quale bastò poco per capire che la sua amica avesse qualcosa che la preoccupasse

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