Ventesimo Capitolo

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" I legami voluti dal destino
sono indistruttibili"

Il taxi ci accompagnò in albergo e una volta entrati per evitare inutili giudizi Kerem passò il suo braccio su i miei fianchi e serrò la presa, sembravamo due dolci fidanzatini, mentre continuava a sorridere e ripetere sotto voce ' Cammina e non dire nulla'
decisi di assecondarlo senza fare storie.

Arrivati davanti alla porta della mia camera mi allontanai da lui e infastidita dissi

"Lasciami andare? So reggermi in
piedi"
"Certo e così evidente"

Continuare era inutile, allora mi rivolsi a Mel

"Buona notte Mel, scusa se questi due
trogloditi ci hanno rovinato la serata"
"Sole sta tranquilla ci saranno tante
altre occasioni"
Questa risposta non fu gradita da Ferit che per qualche strano motivo non replicò con lei ma pensò di farlo con me

"Sole, voi due insieme di nuovo?
impossibile"
"Pensi di potermi dare ordini adesso?
sei proprio uno stronzo"
"Sì e ne vado fiero, per favore
Kerem portala dentro"

Adesso aveva superato il limite, fuori di me con uno scatto da felina mi avventai su di lui, la mia intenzione era quella di picchiarlo ma Kerem pensò bene di fermarmi quindi iniziai ad urlare

"Chi cazzo credi di essere per dare
ordini, io faccio quello che
voglio è chiaro?"
"Sei ubriaca, non sai quello che dici"
"Vai al diavolo Ferit"
"Sole, che ti piaccia oppure no, sono
tuo fratello e la tua vita e pure affar
mio"

Quella sua convizione mi faceva ridere, ma prima che potessi dire altro, Kerem mi trascinò in camera e chiuse la porta.

"Per quale diavolo di motivo mi hai
trascinata dentro?"
"Perché è ovvio che avete bisogno di
confrontarvi ma non in questo modo"
"Tutti a dirmi quello che devo fare,
basta! "
"Ascoltami dopo una bella doccia
vedrai tutto con occhi diversi"
"Avevo solo bisogno di sfogarmi"
"E lo farai, ma credo che sia più
opportuno farlo da sobria"
"Sei solo un maniaco del controllo"
"Tu sei ripetiriva"

Poi le mie gambe ebbero la brillante idea di non reggere piu il mio peso, ma prima che toccassi terra Kerem fu veloce ad evitarmi l'impatto con il pavimento e con dolcezza mi accompagnò in bagno

"Kerem cosa vuoi fare?"
"Per favore prova a fidarti di me e taci
per un po' "

Avrei voluto ribattere ma sarei diventata logorroica e non sarebbe servito comunque a niente, così in silenzio osservai i suoi momenti: Aprì l'acqua, controllò la temperatura, poi mi aiutò a sedere e togliere via le scarpe, da li il panico ebbe la meglio

"Cosa vuoi fare? Non puoi togliere i
miei vestiti contro il mio volere"
"Guardami! Io non potrei mai fare
qualcosa contro il tuo volere..
Se mai dovessi dubitare delle mie
parole, guarda i miei occhi ed otterrai
le risposte"

Nonostante la pura, l'istinto diceva che dovevo fidarmi, così annuì e attesi con il cuore a mille la sua prossima mossa.
Con fare deciso teneva i suoi occhi dentro ai miei, quegli occhi a mio avviso erano come due montagne senza neve e l'odore inebriante della sua pelle riuscirono a confondere la mia mente tanto da seguire i suoi comandi senza emettere alcun suono,ritrovandomi così sotto il getto dell'acqua tiepida mentre lui con il tono basso della sua voce disse

"Ti assicuro che dopo starai meglio"

Questi piccoli momenti fecero accrescere il mio desiderio per lui.
Sotto il getto dell'acqua che bagnava il mio corpo ricoperto dai vestiti ormai diventati una cosa sola chiusi gli occhi con la speranza che il mio cuore trovasse pace, quando li riaprii ritrovai i suoi e in quell'attimo afferrai il suo braccio e lo trascinai dentro insieme a me, non riuscii a spiegare il gesto neanche a me stessa, solo di una cosa ero certa, avevo bisogno di lui.

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