Diciannovesimo Capitolo

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"A volte basta un piccolo
angolo di pace per ritrovare
se stessi"

Mel:

Sole era andata via, nessuno sapeva dove fosse o per lo meno finsi di credere che fosse così in modo da rispettare la sua scelta, io nel frattempo mi ero buttata a capofitto sul mio rapporto con Ferit, spesso in conflitto cosa sulla quale dovevamo lavorarci e provare così a fondare il tutto su delle solide basi chiamate fiducia e rispetto..

Quindi dividevo la mis giornata tra Ferit ed il lavoro, ed in quest'ultimo incluso c'era Kerem con il quale mi ero ritrovata a passare molto tempo ed in questo frangente avevo notato quanto fosse più sereno, questo voleva dire che aveva trovato Sole.

Durante la preparazione di un discorso per un scrittore esordiente si rivolse a me cambiando argomento

"Mel, potresti farmi firmare questi
documenti da Ferit?"
"Potrei se prima mi spiegassi il motivo
di quel sorriso sornione"
"Non ho nulla da spiegarti, pensavo
avessi voglia di vederlo"
"Sei poco credibile, io te dobbiamo
parlare al più presto"
"Mel, volevo solo essere gentile,
adesso va a farti firmare quei
documenti"
"Agli ordini capo, salutami Sole
appena puoi"

Con i documenti in mano ed un sorriso quasi da ebete mi diressi nel suo ufficio e come mio solito entrai dentro senza bussare

"Ferit? Mi servono un paio di tue
firme "

Dissi prima di alzare gli occhi e ritrovarmi davanti una scena davvero patetica, la gatta morta che avevo licenziato qualche settimana fa, era seduta sulla scrivania di Ferit con un abbigliamento succinto e un atteggiamento da felina, questo mandò a puttane il mio autocontrollo

"Cosa ci fai tu qui? Sbaglio o ti ho   licenziata qualche settimana fa" "Signorina Mel, provo a convincere il capo a riassumermi" "Perdi solo il tuo tempo, non  assumiamo sgualdrine in azienda" "Lei giudica me su quali basi?" "I tuoi atteggiamenti...

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"Cosa ci fai tu qui? Sbaglio o ti ho
licenziata qualche settimana fa"
"Signorina Mel, provo a convincere il
capo a riassumermi"
"Perdi solo il tuo tempo, non
assumiamo sgualdrine in azienda"
"Lei giudica me su quali basi?"
"I tuoi atteggiamenti, ed il modo in
cui ti poni al mio ragazzo"
"Ferit il suo ragazzo? Ma per favore
lui e di tutte, ma se una scopata le ha
fatto credere questo è un problema
suo"

Poi decise di sfidarmi, avvicinandosi a lui e sfiorando le sue labbra con un dito, gesto che per mia fortuna non fu gradito dal momento che fu spinta via in malo modo, non ancora contenta fumante di rabbia la afferrai per il braccio, la buttai fuori e chiusi la porta, poi come ad una furia mi rivolsi a lui

"Questo è quello che fai durante le ore
di lavoro?"
"Aspetta non trarre conclusioni
affrettate, ho provato a cacciarla via
ma ignorava ciò che dicevo, cosa
avrei dovuto fare?"
"Quindi se dovesse capitare a me lo
stesso capiresti?"
"No, lo avrei buttato fuori a calci"
"Si? E per quale motivo non ti piace
condividere?"
"Basta! Tu non sai quello che dici, è
così difficile fidarti di me?"
"Io mi fido di te, ma il tuo passato è
difficile da accettare soprattutto se si
ripresenta"
"Il mio passato di certo non mi fa
onore, ma ti assicuro che non potrà
mai interferire con te che sei il mio presente, non potrei mai farti del
male"
"Non ho detto questo, adesso è meglio
che vada ho bisogno di calmarmi"
"In che modo? Andando via?"
"Si!"

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