Quinto Capitolo (Melek)

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     "Amore ed odio appartengono al
      nostro essere, non è così semplice
      trovare un equilibrio in questo
      caos di folli sentimenti"

Sapevo di aver superato il limite eppure non mi ero pentita, la mia vita era sempre stata così noiosamente impeccabile ed una trasgressione era ciò di cui avevo bisogno.
Cresciuta da robot privi di sentimenti anche io lo ero diventata, sempre seria e professionale, capace di gestire emozioni, persone.

Agli occhi della gente la mia vita era perfetta, cresciuta da una famiglia benestante, ottime scuole alle spalle, agli occhi del mondo era tutto ma non per me,
perché nonostante tutte le ricchezze materiali, mi sentivo povera d'amore, amore che i miei genitori non erano riusciti mai a trasmettermi.

Anche Ferit veniva dal nostro stesso ceto sociale ma lui era diverso, uno spirito libero, determinato,
non scorderò mai la prima volta che i nostri sguardi si incrociarono fu subito Amore e Odio...

Adesso mi trovavo in auto insieme a lui ubriaca e nera dalla rabbia, come aveva potuto caricarmi sulle sue forti e grandi spalle e chiudermi in auto, questa situazione mi destabilizzava parecchio non essendo abbastanza lucida avevo paura di non essere in grado di affrontarlo, quindi speravo che rimanesse in silenzio cosa al quanto improbabile.

"Mel perché bere così? " "Nessuno, volevo solo divertirmi è vietato?" "No, ma perché trascinare con te Sole" "Ferit, Sole è abbastanza adulta da prendere  le proprie decisioni, se poi eri così preoccupato per lei, per quale diavolo di motivo mi ha...

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"Mel perché bere così? "
"Nessuno, volevo solo divertirmi è
vietato?"
"No, ma perché trascinare con te Sole"
"Ferit, Sole è abbastanza adulta da
prendere  le proprie decisioni, se
poi eri così preoccupato per lei, per
quale diavolo di motivo mi hai
trascinata nella tua auto?"
"Sei gelosa?"
"(Allah) Dio non potrei mai"
"Fingerò di crederti"
"Quanto sei presuntuoso"
"E tu irresponsabile! Sei a capo delle
pubbliche relazioni, che immagini
pensi di aver dato di te e
dell'azienda?"
"Tranquillo nessuno metterà in
discussione ne il mio lavoro ne tanto
meno l'immagine della società"
"Sei andata oltre"
"Basta! Ma da che pulpito arriva la
predica, da te che sei in tutte le
prime pagine di gossip giudichi
me?"
"Dannazione è così difficile capire che
mi preoccupo per te?"
"Per cosa? stavo solo ballando"
"Hai visto il modo in cui ti  
guardavano?"
"Come si guarda una bella donna"

Finalmente riuscii ad azzittirlo almeno per un po', mentre guidava lo osservavo era così bello e odioso allo stesso tempo, un don giovanni incallito attento nell'accontentare le sue ammiratrici.

"So di essere bello, non serve
fissarmi"
"Quanta arroganza, tu non hai idea di
cosa sia l'umiltà"
"La mia si chiama autostima,
ubriacona"
"Sarò pure un ubriacona, ma non
sono affari tuoi"
"Tutto ciò che ti riguarda è affar mio"
"E da quando?"
"Da sempre"
"Stronzate, ora portami a casa"
"Proposta allettante "
"Non ci provare, caschi male con me"
"Impossibile"
"Ti odio"
"Anche questo è impossibile"

L'auto finalmente si fermò, questo stava a significare che eravamo arrivati, adesso dovevo solo scendere, così uscii una gamba, poi l'altra fino ad uscire dall'auto e tirarmi su, ma non appena feci un passo in avanti caddi a terra e data la quantità di l'alcol che avevo in circolo iniziai a ridere come ad una matta.

Senza accorgemene mi aveva sollevata come uno sposo fa con la sua sposa

"Mettimi giù subito!"
"Mel, potresti tacere?"

Sta volta seguii il cosiglio, lasciai cadere la mia testa sul suo petto e mi feci cullare dalle sue braccia.
Entrati dentro mi mise giù e tornò a brontolare

"Dio non ti reggi neanche in piedi"
"Stronzate, ora va via"
"No!"

Stanca mi trascinai fino al bagno dove vomitai tutto ciò che avevo dentro forse anche gli organi, una volta finito Ferit mi accompagnò in camera

"Questa casa è troppo grande per 
viverci da sola"
"Vorresti farmi compagnia tu? "
"Potrebbe essere un idea"
"Ironizzavo, stupido!"
"Dormi è meglio"
"Non dirmi quello che devo fare"
"Io mi arrendo! "
"È meglio che tu vada"
"Non andrò da nessuna parte"
"Perché?"
"Perché è quello che voglio"

Quelle parole riempirono il mio cuore di gioia, ma questo lui non lo avrebbe mai saputo.
Ormai stanco si sedette sulla poltrona accanto al mio letto e in quel momento mi sentii in colpa senza alcun motivo, poi chiusi gli occhi e sotto voce dissi

"Vieni vicino a me"
"Non sarà mica una proposta
indecente la tua?"
"Non farmi pentire di quello che ho
appena detto"

Non replicò si distese al mio fianco e chiuse gli occhi, mentre io al solo contatto il cuore sembrava volesse scoppiare, per fortuna riuscii a controllarmi e cadere in un sonno profondo.

Quella notte fu unica, semplice e speciale forse non si sarebbe mai più ripetuta e per questo decisi di goderne fino all'ultimo istante.

Il sole era alto al mio risveglio, il suo corpo sul mio ed i nostri nasi si sfioravano era così bello e sereno, poi sentii il suo respiro cambiare questo era il segno che stava per svegliarsi ed io senza un motivo chiusi gli occhi.

Nonostante avessi gli occhi chiusi sentivo il suo sguardo su di me questo accellerava i battiti del mio cuore e per evitare che anche lui potesse sentirli provai a spostare il suo braccio che mi teneva stretta

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Nonostante avessi gli occhi chiusi sentivo il suo sguardo su di me questo accellerava i battiti del mio cuore e per evitare che anche lui potesse sentirli provai a spostare il suo braccio che mi teneva stretta

Nonostante avessi gli occhi chiusi sentivo il suo sguardo su di me questo accellerava i battiti del mio cuore e per evitare che anche lui potesse sentirli provai a spostare il suo braccio che mi teneva stretta

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"Che fai?"
"Potresti spostare il tuo braccio?"
"Volevo solo vedere per quanto
ancora avresti resistito"
"Stronzo! Fuori dal mio letto"
"Ti svegli sempre così? Quanto sei 
acida"

Il buon giorno si vede dal mattino ed il nostro non era stato dei migliori infatti detto quello si alzò e senza neanche degnarmi di uno sguardo si diresse verso la porta dove prima di uscire disse :
"Buon giorno anche a te, sei
completamente pazza! "

A qelle parole urlai in modo isterico

"Fuori da casa mia!"

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