Trentacinquesimo Capitolo

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"Ovunque sarai, ovunque sarò, in ogni gesto io ti
cercherò..."

I giorni continuavano a scorrere e ogni cosa sembrava aver trovato il giusto equilibrio, il legame tra Sole e Kerem era un crescendo nonostante la gelosia ed pensiero contrastanti che portava entrambi spesso a scontrarsi.
Kerem voleva che la sua amata tornasse a lavorare al suo fianco, lei preferiva rimanere un fantasma e scrivere un romanzo tratto da una storia vera la sua, ma questo non lo aveva detto ancora a nessuno.

Lei era riuscita ad avvicinarsi al fratello con il quale stava costruendo un rapporto su ottime basi, duraturo nel tempo, entrambi molto presenti ma mai invadenti..
Senza fare alcuna pressione aspettava silenziosa il giorno della verità che lasciò in mano al tempo.

Ferit nei giorni precedenti contattò suo padre, no che ne avesse voglia o fosse una cosa abituale, ma lo aveva promesso alla sorella e non ne sarebbe mai venuto meno.
Una mattina seduto dietro la sua scrivania inviò la chiamata

"Ciao Ferit!"
" 'Baba' disturbo?"
"No, ma veder lampeggiare il tuo
numero sul dispay è stato al quanto
strano e inaspettato "
"Non dirlo a me, ma c'è un motivo"
"Immaginavo, anche se per un attimo
mi ero illuso"
"Illuso di cosa?"
"Di un nuovo inizio tra padre e figlio"
"Non credi sia tardi ormai? Non mi sembra che tu ci abbia mai provato"
"Sai che non è così"
"Veniamo al motivo della telefonata è meglio"
"Ti ascolto"
"Sole, vuole parlarti"
"Spiegati meglio"
"Vuole avere un confronto con te,
almeno questo gli e lo devi"
"Ve lo devo ad entrambi"
"A me non devi nulla"
"Ci vediamo domani in sala riunione"
"A domani"

Conclusa la conversazione con il padre, Ferit corse verso l'ufficio della sorella per avvisarla dell'eminente incontro, una volta arrivato sulla soglia dell'ufficio entrò senza bussare e una volta varcata la soglia si ricordò che non avrebbe trovato nessuno dal momento che Sole non era più una presenza costante...
Infastidito uscì sbattendo la porta alle sue spalle, quando di fronte a lui Kerem

"Ferit, cosa ci fai qui?"
"Lavoro?"
"Allora non mi sono spiegato, cosa ci
fai davanti all'ufficio di Sole?"
"Ero venuto a parlare con lei"
"Ferit, tutto bene?"
"Nulla, volevo informarla che domani
incontreremo Hakan"
"Devi dirlo a lei"
"È quello che volevo fare, lasciamo
stare io vado"

Kerem perplesso guardava Ferit mentre lasciava l'uffico, quando alle sue spalle Mel

"Che ci fai qui impalato?"
"Io? Pensa a Ferit inizia a
preoccuparmi"
"Non puoi sempre inveire su di lui"
"Inveire? Ma se non sai di cosa sto parlando "
"Spiegami per favore"
"Oh rilassati, era davanti all'ufficio di
sua sorella, voleva parlare con lei, poi
è andato via era molto confuso"
"Confuso?"
"Hakan ha accettato di incontrare
Sole"
"Bastava dirlo, adesso è tutto chiaro..
Ma tu un cuore c'è l'hai?"
"Adesso il problema sarei io? Voi due
siete fatti proprio l'uno per l'altro"

Stufo andò via senza voltarsi mai indietro, nonostante la cugina provasse a fermarlo per scusarsi, ma lui con la classe che lo contradistingueva continuò a camminare mentre con la mano salutava.
Ferit poco dopo si precipitò sotto casa della sorella e una volta entrato la informò dell'incontro che sarebbe avvenuto il giorno dopo, ma la sua reazione lo spiazzò, perché da Sole non trapelò nulla, nessuna emozione, lei si giustificò spiegando che era serena solo perché sapeva che al suo fianco c'era lui, ma Ferit non gli credette,anche perché non era brava a fingere.

Tornato a lavoro si recò dalla sua amata alla quale raccontò quello che si erano detti e soprattutto di quanto lo avesse stranito la sua reazione, ma la sua donna gli ricordò che la vita della sorella era stata letteralmente un disastro e che forse non provare più nulla era normale, ne aveva passate troppe e la sua corazza era sempre più forte ed impenetrabile.

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