Undicesimo Capitolo

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                         "Quelle cose non dette
                           andavano urlate"

Ferit:

Avevo provato a scusarmi, farle capire che non ero adatto a lei, certo i modi non erano stati dei migliori, ma era giusto che capisse che per stare bene doveva stare lontana da me, meritava qualcuno che l'amasse, ma allo stesso tempo se qualcuno provava ad avvicinarsi a lei bastavano due paroline mie per farli scappare a gambe levate, il mio egoismo era così grande tanto da pensare che se non poteva essere mia, non doveva essere di nessun'altro..

A farmi compagnia disteso sugli scogli le immagini di noi, i nostri corpi uniti ed il suo profumo che neutralizzava ogni neurone rimasto, ma sapevo che se ci fosse stato un seguito l'avrei distrutta nello stesso modo in cui mio padre distrusse mia madre.

Mel no, lei meritava molto di più e non uno come me che passava da un letto all'altro senza provare nulla, eppure con lei era diverso, adoravo ogni cosa di lei soprattutto quel il profumo della sua pelle per me ormai diventato indispensabile, anche se ero consapevole che le mie erano solo scuse, perché la verità era un'altra, non volevo che si legasse ad un uomo malato di cuore..

Adesso dovevo concentrarmi su Sole e parlarle, meritava di sapere la verità, conoscere il suo passato, avevo atteso troppo e adesso era ancora più difficile, avrei dovuto farlo subito ancor prima che iniziasse lo stage ed invece da vigliacco avevo...

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Adesso dovevo concentrarmi su Sole e parlarle, meritava di sapere la verità, conoscere il suo passato, avevo atteso troppo e adesso era ancora più difficile, avrei dovuto farlo subito ancor prima che iniziasse lo stage ed invece da vigliacco avevo preferito tacere, iniziando a convincermi che forse era meglio così in questo modo non avrebbe sofferto ed io comunque avrei potuto proteggerla..

Tornato lucido mi vergognai al solo pensiero quale uomo avrebbe pensato ad una cosa simile? Mio padre, ed io dovevo distinguermi da lui, assumermi le responsabilità delle mie scelte .

Tra un pensiero e l'altro ero ritornato a lavoro dove ad attendermi c'era la segretaria, la quale mi informò che gli altri mi aspettavano in sala riunioni per discutere del nuovo autore, nei miei pensieri Mel, il suo imbarazzo nascosto dietro il suo finto menefreghismo, questo pensiero riportò il sorriso sulle mie labbra..

"Eccomi, ditemi!"
"Con comodo tranquillo" rispose
Kerem

Mel era rimasta di spalle, questo mi infastidiva così pensai di provocarla, odiavo il suo silenzio la preferivo selvaggia e diretta

"Vi ascolto, cos'è avete perso la
parola?"

Come previsto si girò di scatto e con gli occhi pieni di odio disse

"Ascoltami bene ci credi essere, ti
ricordo che questo posto è tuo
quanto nostro, se non ti sta più bene
cedici le tue quote e fai quello che
vuoi della tua vita"
"Quanto sei permalosa parla!"
"Aspettiamo Sole e poi iniziamo, non
serve che tu faccia il fenomeno"

Kerem stufo dei nostri continui battibecchi ci ammoní

"Voi due siete insopportabili, fingere
di odiarvi è stupido, nessuno vi ha
mai detto che siete dei pessimi attori"
"Non capisco dove vuoi arrivare?"
"Ed io mi chiedo quando dirai la
verità a Sole?"
"Basta, non ti sei stancato di fare la
stessa domanda?"
"No, è una domanda lecita ci siamo
dentro quanto te"

Mel ormai fuori controllo replicò

"Ma cosa ti aspetti da uno che non ha
interesse per nessuno se no per se
stesso"
"Che bravi, tutti così saggi e sempre a
giudicare, ma voi pensate di essere
così diversi da me?"
"No, hai ragione, ma ti sfugge un
particolare il nostro silenzio è stato
un modo per proteggerti, inoltre
non spettava a noi raccontare tutto."
"Questo lo so, ma orami non sarebbe
meglio continuare a tacere?"
"Ma che razza di egoista insensibile
sei? se non lo farai tu, lo farò io, le
voglio troppo bene per continuare a
guardarla negli occhi e mentire, ma
tu non puoi capire"
"Già, io non posso capire, voi si,
sapete sempre cosa fare, ditemi voi
come posso andare da lei e dire:
Sole, mio padre si sbatteva chiunque
gli capitasse, ma per tua madre perse
la testa, da quella relazione segreta
sei nata tu, ma tua madre morì e quel
bastardo pensò bene di lasciarti in
un'orfanotrofio,che dici capirà vero?"

Poi il rumore di una cartella che cadeva sul pavimento e fogli ovunque, Sole era li sconvolta e con gli occhi pieni di lacrime.

"Sole aspetta, fammi spiegare"
"Ti assicuro che sei stato molto chiaro,
non voglio avere più nulla a che fare
con nessuno di voi"

Detto questo scappò via, ma stavolta fui io a seguirla e non Kerem, toccava a me prendere in mano la situazione anche se ero consapevole che questo era solo l'inizio della fine.

Correva senza preoccuparsi di scontrarsi con chiunque intralciasse il passaggio, raggiungerla e afferrare il suo polso e stringerla a me fu semplicissimo

"Sole, non ti chiedo di perdonarmi,
ma di ascoltarmi"
"Non meriti neanche la mia
attenzione, ma ho passato di peggio
questo e il minor male tranquillo, ora
lasciami andare"

Feci ciò che mi chiese e nell'osservarla mi accorsi che mi somigliava molto di più di quello che potevo immaginare..

Il caos aveva attirato l'attenzione dei presenti che di sicuro avevano avvisato Osman, che nervoso chiese

"Sole, cosa sta succedendo?"
"Vorrei andare via ma non posso"
"Se vuoi andare vai, nessuno può
obbligarti a fare qualcosa che non
vuoi"

Questa loro complicità mandò il mio autocontrollo a fottersi, lei era mia sorella dovevo essere io a proteggerla e non lui

"Osman stanne fuori, ci penso io a lei"
"Sign Ferit non ha alcun diritto su
di lei, e chiaro?"

Anche la rabbia di Sole era cresciuta e con odio si rivolse a me

"Ferit che ti piaccia o no Osman è
l'unica famiglia che io abbia avuto,
quindi verrà con noi, fine del
discorso "

Quelle parole furono così dirette che mi colpirono come un pugno allo stomaco togliendomi il fiato, ma sapevo che era ingiusto e stupido condannare Osman.
Anche gli altri ci avevano raggiunti ed insieme ci appartammo in una stanza poco usata, una voltra dentro ci fu qualche minuto di imbarazzo, ma Sole pensò bene di affrettare le cose

"L'aria è troppo pesante potresti fare
in fretta?"
"Dannazione non sarebbe dovuta
andare così"
"Dimmi tu come sarebbe dovuta
andare, sono curiosa"

Era ostile, come biasimarla voleva solo andare via ed io ancora li a cercare le parole giuste, quando sarebbe stato più semplice assumermi le conseguenze delle mie scelte, ma era ingiusto che io pagassi gli errori di mio padre.

Buona lettura a presto!

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Buona lettura a presto!

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