Capitolo 4

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"Odio e amo.
Tu forse me ne chiedi come io faccia.
Non lo so. ma sento che ciò accade
ed è la mia tortura." (Catullo)
~~~

Grace
"Assunta?" Domando con voce attonita paralizzandomi di colpo.
Il telefono minaccia di scivolarmi dalle mani mentre i miei piedi si bloccano.

Mi immobilizzo tra la l'enorme massa di studenti che continua a camminare a passo spedito intorno a me.

"Ma come è possibile?" Domando esterrefatta alzando la voce di un'altra ottava.

Percepisco su di me il pungente peso di alcune occhiate e non impiego molto a comprendere che probabilmente ho appena messo in scena un imbarazzante teatrino di fronte a mezzo campus.

"Signorina Dixon, è la prima volta che mi ritrovo a dover giustificare un'assunzione. Credevo che lei fosse interessata al lavoro. Cosa vuole sapere esattamente? La prego di essere più precisa." La voce della responsabile del personale del SunFlower Hotel è carica di stupore e sconcerto.

Ripenso alla mia sfortunata ed imbarazzante incursione nella camera di Hunter, al suo corpo mezzo nudo, alla sua rivelazione sull'essere il direttore dell'hotel.

"No è che io..." Mi zittisco per schiarire la
voce. "Voglio dire, ho fatto..." Blatero senza sapere cosa dire. "Insomma, credevo ci fosse un errore, tutto qui." Annuncio sconfitta incapace di dire altro.

"Oh, nessun errore cara! Benvenuta ufficialmente nel personale del SunFlower Hotel." Detto ciò, senza darmi possibilità di replica, la donna interrompe fulmineamente la conversazione.

Credo mi abbia appena etichettata come una psicopatica e credo che non le darò torto.

"Si può sapere che diavolo ti prende?" Daphne mi strattona da una manica nel goffo tentativo di fare scollare i miei piedi da terra.

Ruoto il capo nella sua direzione e mi ritrovo a mormorare semplicemente: "Mi hanno assunta."

Il volto della mia compagna di stanza si schiude in un enorme sorriso.
"Grace! Ma è una notizia fantastica!" Esulta aggiustandosi i tondi occhiali sul ponte del naso.

"No, non lo è!" Sussurro al suo orecchio per evitare altre pietose figuracce.
"Ti rendi conto che quello è l'hotel di Hunter?" Quasi urlo contro il suo orecchio nel pronunciare questa domanda.
"Come diavolo è possibile che un ragazzo così giovane abbia già una proprietà del genere?"

"E io che diamine ne so?" Daphne mi risponde sollevando le spalle mentre inizia ad avanzare verso l'aula già gremita di gente.

"Beh, dato che durante il nostro primo incontro non hai fatto altro che spettegolare sulla famiglia Price, credevo che ne sapessi qualcosa di questa assurda faccenda." Replico seguendola senza davvero prestare attenzione a dove metto i piedi.

"Grace..." Daphne mi chiama entrando in aula. "Questo cervello..." Indica con un dito la sua tempia. "È un pozzo di saggezza e conoscenza, ma ha anche dei limiti, sai?"

"Sei davvero pessima." Ribatto ridacchiando sommessamente.
Agguanto la mia compagna di stanza da un braccio e la trascino verso il centro dell'aula.

"Dove...dove stiamo andando?" Sussurra tra un passo e l'altro.

Mi volto verso di lei mentre i miei lunghi capelli mi schiaffeggiano il viso. "A prendere posto, no?" Dico avvicinandomi alla terza fila di sedie.

"Ma quelli sono i posti di Hunter e dei suoi amici." Mormora sommessamente, quasi timorosa.

Impiego un paio di secondi a comprendere l'entità delle sue parole ma, quando lo faccio, un'intensa scarica di rabbia si diffonde dal centro del mio corpo minacciando di offuscarmi la vista.

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