Capitolo 26

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Prima di iniziare, vi ricordo i miei profili social.
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Buona lettura e grazie per il supporto 🌻🫶🏻
(Oggi è il mio compleanno e sono felice di regalare a voi questo nuovo capitolo😉
Vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate❤️ Vi avviso che nei prossimi capitoli ne vedrete delle belle🤫)

"...Whisky on ice, Sunset and Vine
You've ruined my life, by not being mine."
(Gorgeous- Taylor Swift)
~~~

Hunter
Il rapporto con il mio fratellastro è sempre stato un continuo oscillare tra puro disprezzo e cieco odio.
Ricordo il giorno in cui arrivò in casa mia, si guardò intorno e poi guardò me con una strana luce negli occhi.

Mi osservava come se fossi qualcosa di rotto e sporco, qualcuno di fuori posto in quella grande villa che già sentiva un po' sua.

La vidi, quel giorno, l'invidia accendergli lo sguardo e deformargli i lineamenti del viso.

James aveva da sempre voluto essere il protagonista di una storia non sua, perché era già mia.

E, dal nostro primo incontro, aveva cercato in tutti i modi di scavalcarmi, calpestarmi, di dimostrare a tutti che avrebbe potuto essere migliore di me, che sarebbe potuto arrivare più in alto di ogni mio trionfo.

E il bastardo ci aveva provato sul serio, ma ogni volta ne usciva sconfitto.

Dall'università ai campionati di football, dalle ragazze fino alle prime esperienze lavorative.

James tramava nell'ombra, voleva essere la mia ombra e tentava disperatamente di farsi strada in un mondo che era già mio.
Che io stavo già divorando.

Coltivava rapporti nelle mie stesse cerchie di conoscenze, frequentava i posti che io frequentavo e diamine...perfino con mio padre aveva provato ad essere tutto ciò che io non ero: il figlio composto, garbato, che sa dosare le parole e sfoderarle al momento giusto.
Il ragazzo giudizioso, responsabile, mai fuori luogo, mai vittima di eccessi o sbandate.

Ecco perché, nell'udire la sciocca domanda di James, un caldo fiotto di compiacimento mi inonda le vene e lambisce i miei arti.

Ed io, da sfacciato bastardo quale sono, scelgo di non rispondergli.

"Buongiorno James. Giornata perfetta per rompermi il cazzo, non trovi?"

Lo osservo digrignare i denti e storcere le labbra in una smorfia di puro sdegno.
"Rispondi alla mia cazzo di domanda. Tutto il campus ti ha visto mentre la stringevi tra le braccia e la facevi salire a bordo della tua auto. Credi che non abbia occhi ovunque?"

Faccio schioccare la lingua contro il palato mentre un ghigno spudorato mi contorce l'intero volto.
"Peccato tu non avessi occhi dentro la mia suite ieri notte."

Provo un gusto malsano nel provocarlo, nel sentir lavorare gli ingranaggi di quel suo piccolo cervello per cercare di resistere ai miei attacchi, alle mie subdole provocazioni.

James mi squadra da capo a piedi con evidente disgusto eppure nulla di lui o di ciò che vomita dalla bocca sembra scalfirmi minimamente.
È un fastidioso insetto sul parabrezza della mia vita ed io intendo levarmelo di torno il prima possibile.

"Una come Grace non si farebbe neppure sfiorare da uno come te."
Ringhia rabbioso, sollevando un dito per puntarlo con odio verso me.

"Fratellino caro..." Dico, poggiando il mio palmo aperto sulla sua spalla in un gesto che trasuda tutto fuorché affetto.
"Grace avrebbe bisogno di essere sfiorata proprio da qualcuno come me."
Dico con stoica sicurezza e lo penso sul serio.

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗧𝗘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora