Capitolo 29

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Buona lettura e grazie per il supporto 🌻🫶🏻
(Vi aspetto nei commenti per sapere cosa ne pensate del capitolo, sono curiosa di conoscere i vostri pareri😉)

"Tutto si riduce all'ultima persona a cui pensi la notte: è li che si trova il cuore."
(Charles Bukowski)
~~~

Grace

Fidanzata.

Il mio petto trema sotto l'eco di un brusco sussulto e avverto il sapore aspro della bile sulla lingua, lungo la gola.

Fidanzata.

Lascio che ogni sillaba di questa parola venga assorbita dalla mia mente, colmando di consapevolezza quel vuoto nel quale il mio stomaco è precipitato.

Hunter ha una fidanzata.

Una ragazza minuta, dai lunghi capelli color cioccolato, si precipita accanto a lui.
Ha un viso grazioso, dai delicati lineamenti e indossa un vestito al ginocchio di una tenue tonalità di lilla.

Mi ricorda una bambola raffinata, un profumato fiore di campo.

È bellissima, non c'è alcun dubbio.

Osservo Hunter cingerle morbidamente un fianco con la mano per attirarla contro di sè.
La stessa mano con la quale mi ha sfiorata nel buio, facendomi sospirare il suo nome come se fosse un'antica maledizione.

Quella visione mi scuote le viscere, facendole contorcere di amaro disgusto.

Dio, mi sono ridotta ad essere l'altra.

Non riesco a credere che, mentre lui strisciava come un serpente incantatore nella mia mente e sotto la mia pelle in quella camera d'hotel, quella ragazza era da qualche parte ad aspettarlo.

Ma d'altronde cosa mi sarei potuta aspettare da uno come Hunter Price?

Un caldo soffocante incendia la mia pelle mentre inizio a scandagliare l'intero perimetro della sala in cerca di una via d'uscita dalla quale io possa dileguarmi con discrezione.

Ho bisogno di prendere un po' d'aria.

"Ma che cazzo..." La sua esclamazione mi spinge a voltarmi verso Daphne che sta osservando la famiglia Price con crudo sconcerto.

"Io..." Gracchio con voce incerta. "Devo andare in bagno."

Non attendo la sua risposta, afferro un lembo del tessuto del mio abito e mi dirigo a grandi passi verso gli ascensori.

Una volta nella cabina, digito con urgenza sulla pulsantiera il numero corrispondente al piano interrato, dove sono collocati gli spazi riservati al personale e alcuni magazzini.

Con un sordo tonfo, mi chiudo alle spalle la porta dello spogliatoio riservato alle addette alle pulizie.

"Fanculo le feste." Mormoro tra i denti, aprendo il battente del mio armadietto.

"Fanculo i tacchi." Continuo rabbiosa, liberandomi delle demoniache décolleté tacco dieci che mi cingono i piedi.

"Fanculo Hunter Price." Concludo, indossando il logoro paio di Vans nere che recupero dal fondo dell'armadietto.

"Sai...quasi le preferisco ai tacchi."

Serro gli occhi di scatto mentre il mio stomaco si accartoccia sotto la morsa dell'ira.

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗧𝗘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora