"Hai appena dato inizio a un gioco molto interessante, sai? Peccato che tu non abbia la minima idea di quanto io sia fottutamente bravo a giocare."
Rampollo di una delle famiglie più influenti di Londra, proprietario del prestigioso Sunflower Hotel...
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"In fondo non mi sorprende. A volte penso che forse, all'inizio, è stata la tua ferita ad attrarmi." (DAVID GROSSMAN) ~~~
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Grace È quasi mezzanotte quando io e Daphne varchiamo mano nella mano la soglia della villa di Ken Mikaelson.
La festa è nel pieno del suo svolgimento e questo è dimostrato dagli innumerevoli bicchieri di plastica vuoti disseminati sul pavimento e dalle sguaiate urla di euforia che si mescolano alla musica nell'aria.
Non ho ben chiaro il motivo per il quale ho scelto di accettare l'invito di James.
Forse è per quel moto di senso di colpa che nutro nei suoi riguardi: per averlo in qualche modo illuso sulle sorti del nostro rapporto, per aver taciuto la folle attrazione che nutrivo per il suo fratellastro o forse è perché avevo bisogno di chiarire con lui e mettere un punto a questo astio che è esploso improvviso fra noi.
Perché in fondo a James ci tengo. E spero possa rimanermi amico nel modo in cui desidero.
"Questa canzone fa schifo." Borbotta Daphne nel mio orecchio, storcendo la bocca.
Alzo gli occhi al cielo e le rifilo una affettuosa spallata.
Adesso Daphne è senza dubbio Team Hunter e non riesce a tollerare in alcun modo James.
"Avanti, Daphne. Ci tratterremo qui per mezz'ora al massimo. Il tempo di fare gli auguri a Ken e bere una birra con James." Cerco di persuaderla con un tono il più convincente possibile, ma l'espressione annoiata dipinta sul suo volto non accenna a dissiparsi.
"Qualcuno ha fatto il nome del festeggiato?" Una squillante voce, grondante giubilo ed esuberanza, giunge dalla mia destra.
Mi volto appena in tempo per scorgere il sorridente volto di Ken, padrone di casa e migliore amico di James, che stringe un bicchiere di vetro tra le mani.
"Hey! Buon compleanno!" Esclamo, circondandolo in un goffo abbraccio.
Ken mi ringrazia affettuosamente, depositando un sonoro bacio sulla mia guancia. "Sei uno schianto, come sempre d'altronde." Ammicca sfacciato, gettando una profonda occhiata alla scollatura del vestito in velluto viola che indosso.
"Sta' zitto." Lo rimbecco, dandogli un buffetto sul petto. "Piuttosto...hai visto James in giro?" Gli domando, perlustrando con sguardo attento la sala.
Ken si guarda intorno a sua volta, poi scuote la testa. "Ricordo che è andato a prendere altra birra e poi mi ha detto che avrebbe fatto un salto di sopra." Mi spiega, indicando l'enorme scalinata in marmo che conduce al piano superiore. "Mi ha fatto però giurare di offrirti questo non appena fossi arrivata." Dice, porgendomi il drink che regge tra le mani. "Cosmopolitan. Ha detto che è il tuo preferito." Mi dice, strizzando l'occhio.