"Ho un desiderio desolato di te stasera. Ahimè stasera e sempre."
(Gabriele D'Annunzio)
~~~Hunter
"Avanti..." Il sospiro della dottoressa sembra trafiggermi la pelle come la punta di un affilato coltello.
"Raccontami cos'è successo."Deglutisco il groppo di amarezza che mi chiude la gola e serro i pugni, pronto a rispondere, rinunciando ad opporre resistenza alla sua domanda.
Getto una rapida occhiata alla finestra: il cielo si sta tingendo di un grigiore melanconico, soffocato da uno spesso strato di fitte nubi che preannunciano l'arrivo della pioggia.
Vorrei rimanere così: con lo sguardo ed i pensieri fissi altrove, ma questa dannata poltrona e lo sguardo inquisitore della mia psicologa mi obbligano ad aprire la bocca e vomitare tutto quello che mi passa per la testa.
"Il mio cervello è andato in black-out, di nuovo." Annuncio stancamente, senza davvero guardarla negli occhi, concentrandomi piuttosto sulla foto che scorgo alle sue spalle.
Ritrae la dottoressa Robinson insieme ad una ragazzina, sua figlia, e la spensieratezza di quello scatto mi accartoccia ancor di più il cuore.Mi domando se sono ancora capace di sorridere come loro.
Ma so già che la risposta alla mia domanda mentale è un secco e asciutto no."Stavo semplicemente passeggiando per il corridoio quando Jared mi ha raggiunto. Cristo Santo, quel ragazzo è fin troppo logorroico..." Racconto portando al viso l'indice e il pollice, stringendomi il ponte del naso.
"Ha iniziato a blaterare sul fatto che avrei dovuto invitarlo alla prossima festa, che eravamo amici da tempo e che avrebbe meritato di entrare a far parte della mia cerchia." Serro gli occhi nel rievocare il discorso di quel tizio. "Mi ha chiesto se gli potessi presentare qualche ragazza, a detta sua qualsiasi tra quelle che mi ronzano attorno sarebbe andata bene."
Mi schiarisco la voce e impongo alla mia stupida bocca di continuare a parlare.
"Non gli ho dato retta, rispondevo a ciò che diceva con borbottii e monosillabi, così lui ha iniziato a spintonarmi.
È iniziato per gioco, so che non aveva alcuna intenzione di colpirmi o far scattare una rissa.
Poi..."
Deglutisco l'amarezza che mi tinge la voce.
"Poi mi ha rifilato un altro spintone e la sua mano è finita incastrata tra la catenina della collana che porto al collo. Jared è scattato indietro, ritirando il braccio, nel tentativo di liberarsi e...l'ha spezzata.
E io...sono semplicemente sprofondato nel buio."Aspetto una manciata di secondi in trepidante attesa della reazione della dottoressa.
Quando finalmente la sua voce squarcia il silenzio, la tensione che avevo accumulato sulle spalle viene dissipata e mi libero dei macigni che gravavano sul mio petto.
"Dunque la tua è stata una reazione scatenata dalla collana, da un oggetto che ha per te un valore inestimabile."
Afferma, indicando con un lieve cenno del mento il piccolo medaglione dorato che porto al collo da un numero indefinito di anni ormai.Come se il mio dito fosse dotato di volontà propria, mi ritrovo a tracciare con i polpastrelli il contorno del girasole che è inciso sul metallo.
"Sai che apparteneva a mia madre." Replico in tono asciutto, come se avessi appena fornito la soluzione ad ogni sua fottuta domanda.
"So bene a chi apparteneva quel gioiello."
Dice in tono duro, togliendosi di scatto gli occhiali.
E posso giurare di aver avvertito una punta di tristezza tingere le sue parole.
"Questo spiega la tua reazione Hunter, ma non la giustifica affatto."
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𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗧𝗘
Romance"Hai appena dato inizio a un gioco molto interessante, sai? Peccato che tu non abbia la minima idea di quanto io sia fottutamente bravo a giocare." Rampollo di una delle famiglie più influenti di Londra, proprietario del prestigioso Sunflower Hotel...