🚨⚠️ATTENZIONE⚠️🚨
Il capitolo è lungo e spero non vi dispiaccia, ma spezzarlo non avrebbe avuto senso.
Dopo la pubblicazione di questo capitolo, pubblicherò immediatamente l'EPILOGO e i RINGRAZIAMENTI, quindi stay tuned ;)
Detto ciò vi lascio ancora una volta, una delle ultime volte, nelle mani di Hunter e Grace.🤧
Gustatevi questo capitolo con cura, spero davvero che possa piacervi.💫🥹
Vi abbraccio una ad una.
La vostra Meri.🌻
~~~"Immagina di buttarti
a capofitto
nel vuoto
e che ci sia
io
lì sotto a salvarti.
È questa
la fragile promessa
che vorrei farti.
Di afferrarti anche quando sarà impossibile."
(Lorenzo Pataro)
~~~Due settimane dopo.
Hunter
"Credo che non esista alcuna forma di felicità che sia a me destinata."
Quando parlo, la voce sguscia via dalla mia bocca in un sussurro sommesso eppure il suo eco sembra diffondersi nella stanza, impregnando l'aria di una pesantezza che sembra piombare dritta sulle mie spalle.Sto osservando i resti della mia ultima sigaretta consumarsi velocemente sul bordo del posacenere mentre le volute di fumo sprigionano nell'ambiente un intenso sentore di tabacco quando Kristen, la mia psicologa e ormai unica confidente, risponde alla mia affermazione con una perplessità che è palpabile tanto che potrei quasi toccarla con le dita.
"Perché dici questo, Hunter?"
Mi domanda pacatamente nonostante io ormai sappia che queste sue domande all'apparenza innocue celino dubbi molto più insidiosi su di me e sui pensieri che vorticano inferociti contro le pareti del mio cranio.Inspiro profondamente, cerco di incamerare quanto più ossigeno possibile nei miei polmoni, e provo a grattare il fondo della mia mente alla ricerca delle giuste parole per risponderle.
"Perché per quanto io ci provi, per quanto provi a remare controcorrente, c'è il soffio di questo perenne vento di sciagura che mi porta fuori rotta. E sono stanco, Kristen...stanco di cadere vittima del tranello dei miei soliti errori, stanco di soccombere al tumulto di questo vortice di disastri che mi porto appresso come un'ombra. Io stesso sono un disastro, un ingranaggio mal funzionante, una macchia di sporco nero pece destinata a imbrattare di buio qualsiasi luce provi a sfiorare le mie ombre."
Parlo, parlo e parlo.
Vomito sillabe su sillabe senza ormai più alcun controllo e la mia lingua sembra essersi sciolta di colpo, articolando confessioni che non ho mai avuto neppure il coraggio di sussurrare contro il mio petto.
"E quello che ho fatto a Grace è il punto di non ritorno: non c'è più nulla da scavare sul fondo di questo mio abisso di buio.
Ho sporcato l'unica persona che si fosse sforzata di guardare oltre la mia coltre di rabbia e odio."Il suo nome.
Occorre semplicemente che pronunci o pensi il suo nome per far sì che un terremoto di amarezza faccia tremare le fondamenta del mio corpo e sembra che spilli appuntiti mi stiano trafiggendo il petto, dilaniandomi di ferite immaginarie che giuro riesco quasi a sentire sanguinare.E nel bel mezzo di questo mare di rimorsi non posso impedire alla mia mente di ricordare uno scorcio della conversazione avuta con Lily qualche giorno fa.
Le mie dita tremanti scattano verso il suo polso, esercitando una pressione leggera, ma sufficientemente decisa da intimarle di non muoversi.
"Non provare a mentirmi, non provare ad abbindolarmi recitando la parte della ragazza ingenua. Ti conosco sufficientemente bene da sapere che sei tutt'altro." La minaccio velatamente, avvicinandomi brusco al suo volto. "Adesso tu aprirai quella bella boccuccia che ti ritrovi al centro della faccia e mi racconterai per filo e per segno cosa è accaduto la notte della festa di Cooper che riguarda me e Grace."

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𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗧𝗘
Romance"Hai appena dato inizio a un gioco molto interessante, sai? Peccato che tu non abbia la minima idea di quanto io sia fottutamente bravo a giocare." Rampollo di una potente e influente famiglia di Londra, proprietario del prestigioso Sunflower Hotel...