Capitolo 18

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"Il fatto è che certi motivi che avrei per odiarti a volte mi sembrano solo altri motivi per amarti."
(Anonimo)
~~~

Grace
Ingoio l'ultimo sorso di birra dal mio bicchiere ormai vuoto e mi godo l'atmosfera accogliente del locale sotto le luci soffuse che gettano tenui bagliori sul nostro tavolo.

L'allegro chiacchiericcio dei clienti si diffonde in tutto l'ambiente, creando un sottofondo che accompagna la voce di James.

"...Ed è caduto in piscina completamente ubriaco e con solo la camicia addosso." Ride di gusto nel raccontarmi un aneddoto del suo primo anno di college che vede protagonista il suo migliore amico e tanta, ma tanta birra.

Getto indietro il capo e non posso che sghignazzare a mia volta: James ha un modo di dialogare coinvolgente, una voce morbida e la battuta giusta sempre pronta.

La sua compagnia è innegabilmente piacevole tanto che, nel controllare fugacemente l'ora sul cellulare, mi accorgo di essere seduta a questo tavolo già da due ore e stento a crederci perché il tempo sembra essere volato in un soffio.

"Non avevo idea che avessi in serbo tutti questi strampalati racconti sui tuoi amici." Ridacchio sommessamente portandomi una mano alle labbra.

"E non è finita qui." Parla appoggiando i gomiti sul tavolo mentre intreccia le mani di fronte alla sua bocca. "Ma gli altri li conservo per la nostra prossima uscita." Mi dice scoccandomi un seducente occhiolino.

Arrossisco d'imbarazzo di fronte alla sua battuta, scaldata dall'idea che lui voglia rivedermi di nuovo.

"Allora conosci davvero un sacco di storie per sputtanare i tuoi amici...da quanto abiti qui?" Chiedo con sincera curiosità inclinando il capo da un lato.

James sorseggia la sua birra prima di rispondermi.
"Io e mia madre ci siamo trasferiti qui circa tre anni fa. Lei aveva iniziato da poco la relazione con il signor Price e dopo qualche mese hanno deciso di andare a convivere quindi..."

"Quindi sei andato a vivere alla villa dei Price." Completo la sua frase prima che lui possa farlo, colta d'un tratto dalla curiosità di conoscere di più su quella tanto famigerata famiglia.

"Si, esatto." Annuisce con fermezza. "E come potrai ben immaginare la convivenza con Hunter è stata un disastro." Mi racconta con lo sguardo fisso sulla superficie del tavolo in legno.

"Credo che non abbia reagito bene alla separazione dei suoi." Rifletto sul comportamento di Hunter nei confronti di James. "E questo forse non ha fatto altro che intensificare l'ostilità nei tuoi riguardi."

Lo sguardo di James si rabbuia improvvisamente.
"In realtà non è andata cosi, i genitori di Hunter non sono separati: la signora Price è morta a causa di una grave malattia qualche tempo fa." Mi informa con tono sommesso.

Mi raggelo di colpo, il vociare del locale sembra attutirsi alle mie orecchie tanto sono sconvolta da questa nuova scoperta.

Ripenso ad Hunter: alla durezza dei suoi comportamenti, allo strato di apatia che sembra spegnere ogni luce dai suoi occhi, alla freddezza che impregna la sua voce.

Mi chiedo se tutto questo non sia stato causato da questa ferita, da una mancanza il cui squarcio è impossibile da ricucire.

Poi penso alla mia di madre: penso a come mi sentirei devastata, svuotata e arida se d'un tratto venissi privata del suo sorriso, della sua presenza.

E forse, solo forse, inizio a comprendere un po' Hunter Price.

"Ma questo non è affatto una giustificazione per il comportamento di Hunter." La dura voce di James si fa strada con prepotenza tra i miei pensieri smorzandoli seccamente.
"È una persona instabile, un disastro ambulante." Sputa ogni parola con sdegno. "Non c'è stata una sola rissa al campus nell'ultimo periodo che non lo abbia visto coinvolto."

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗧𝗘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora