CAPITOLO IV.

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Quando tornarono a casa, quasi tutti erano leggermente più rilassati; ancora non molto inclini alla socializzazione, ma almeno avevano iniziato a farsi un'idea di cosa potessero fare per sfuggire alla noia.

Nelly dopo cena aveva annunciato quali sarebbero stati i gruppi di corvet, poi erano andati tutti a dormire.

Ciò che non sapevano però, è che quella notte non sarebbe stata proprio tranquilla.

Quasi tutti si erano addormentati, sfiniti dal viaggio e dalla lunga camminata; ma alcuni avevano il sonno agitato.

Primo fra tutti Shawn, che anche se stava dormendo nella sua testa stavano succedendo molte cose.

- Non puoi saltare fuori così all'improvviso Aiden!- sbuffò l'albino.

Aveva seduto di fronte un ragazzo uguale a lui, solo che con i capelli castano chiaro, tendenti al rosso.

- Mi hai chiesto tu di aiutarti in questo posto- rispose l'altro, tranquillo.

- Farmi litigare con il mio compagno di stanza non è aiutare...- Shawn sospirò.

- Non mi piaceva il fare da superiore con cui ti guardava- ribattè Aiden - non è normale voler proteggere il proprio fratello?-.

Shawn sorrise dolcemente: in fondo, non poteva avercela con lui.

- Siamo gemelli Aiden- dichiarò, andando a sedersi di fianco a lui - so che cercavi solo di proteggermi. Ma la prossima volta... Un po' più gentilmente, va bene?-.

Aiden rise appena.

- Vedrò cosa posso fare- dichiarò, facendo ridere anche il fratello.

Con quella conversazione, il sonno agitato di Shawn si placó leggermente.

Kevin, come aveva detto che avrebbe fatto, aveva indossato le cuffie prima di dormire, per cui non si era accorto che il suo compagno di stanza aveva parlato ad alta voce con una persona che vedeva solo lui.

In un'altra stanza invece, i continui lamenti di uno dei due inquilini non facevano dormire l'altro.

Alla fine, Joe sbuffò e si alzò, dirigendosi verso il letto dell'altro.

Non era stata solo un'impressione: David si stava contorcendo nel letto, tremando leggermente, e rilasciava dei lievi lamenti.

Joe si era ripromesso di stare attento ed evitare il contatto il più possibile, ma in quel momento non poteva fare altro.

Poggiò una mano sulla spalla di David ed iniziò a scuoterlo in modo non molto gentile.

Il ragazzo dai capelli bianco/azzurrini dopo un attimo spalancò gli occhi; Joe spostò la mano e si allontanò di un passo, mentre l'altro si guardava intorno con aria confusa.

- Che è successo? Perché mi hai svegliato?- chiese David, confuso.

- Ti stavi lamentando. Tutto bene?- gli chiese Joe.

David annuí, cercando di mostrarsi convinto.

- Vuoi che ti vada a prendere dell'acqua?-.

- Faccio io, tranquillo- David si alzò dal letto.

A Joe però non sfuggì che il suo braccio stava tremando; David, notando lo sguardo dell'altro, provò a nasconderlo, ma ormai era tardi.

- Ti accompagno- dichiaró Joe.

David, non volendo iniziare una discussione o ricevere domande, si limitò ad annuire.

Cercando di non fare troppo rumore, uscirono dalla stanza e si diressero al piano di sotto.

INAZUMA ELEVEN: QUELL'ESTATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora