CAPITOLO XIII.

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- Celia scusami, non è un buon momento... Possiamo rimandare a domani?- le chiese Jude.

- Scusami ma... Temo che poi non ne avrò più il coraggio-.

Jude aveva capito che era un argomento serio, e in quel momento comprese anche che non poteva sfuggire da quel momento.

- Dimmi pure- si arrese infine.

- Possiamo andare in un posto più riservato?- chiese la ragazza, dato che si trovavano in mezzo al corridoio.

Jude acconsentí e la seguí in soggiorno.

Si misero uno davanti all'altra; Jude era un po' impaziente, ma aveva notato che l'altra stava facendo molta fatica a trovare le parole, per cui non disse niente e aspettó che fosse pronta.

- Sono tua sorella- Celia buttò fuori la frase tutta d'un fiato, e all'improvviso si sentì più leggera.

Non sapeva come Jude avrebbe reagito, ma era felice di essere riuscita a dirlo.

Jude non seppe cosa dire, rimase completamente paralizzato.

Non aveva idea di cosa la ragazza gli dovesse dire, ma sicuramente non si aspettava quello.

- Come...?- sussurrò.

- Io ho la passione per il giornalismo, e quando mamma l'ha saputo mi ha incoraggiata e regalato una sua vecchia macchina fotografica, oltre quella nuova che mi aveva preso da poco, come cimelio diciamo. Dentro c'era un rullino non ancora sviluppato, che conteneva delle foto di... Noi quando eravamo molto piccoli, io ero praticamente appena nata. Ero consapevole di avere un fratello che viveva con il mio padre biologico, ma non ci avevo mai fatto molto caso perché mamma e il suo compagno non mi hanno mai fatto mancare niente. Però dopo aver trovato quel rullino, mamma mi ha raccontato meglio la storia della loro separazione e di quanto avrebbe voluto rivederti. Così ho deciso di cercarti; grazie a Willy, un mio amico, ho scoperto che saresti venuto qui e... Non so, ho pensato che stando un po' insieme... Per questo ho provato a stare un po' con te, ma eri sempre con Caleb e...-.

Jude, ormai in preda a fin troppe emozioni contrastanti, fece un passo in avanti e la abbracció.

Celia rimase un attimo sorpresa, ma poi ricambiò la stretta, mentre una lacrima di felicità scendeva sulla sua guancia.

Jude non sapeva cosa dire; quella ragazza aveva avuto il coraggio di fare ciò in cui lui aveva fallito.

Aveva cercato la sua famiglia, e l'aveva trovata.

- Ho sempre voluto rivederti, ma papà non me l'ha mai permesso... E alla fine mi ha mandato qui perché smettessi di cercare. Mi sono arreso troppo in fretta; se solo non avessi avuto paura di papà, forse saremmo riusciti a incontrarci prima- Jude si sentiva davvero in colpa.

Era felice di sapere che la sorella avesse vissuto in un ambiente familiare tranquillo e felice, probabilmente anche più del suo; ma aveva sempre desiderato fare con lei le classiche cose da fratello maggiore, portarla in giro tenendola per mano, fare il geloso quando i ragazzi le si avvicinavano, lamentarsi di quanto lei e le sue amiche fossero rumorose...

Mentre lui pensava tutte queste cose, Caleb si affacciò alla porta del soggiorno; nessuno dei due ragazzi lo notò, ma lui vide bene il loro abbraccio.

Serrò le labbra: andando contro tutti i suoi principi, aveva seguito Jude.

Sperava di sentirsi dire che era solo stato spaventato dalla sua immensa figaggine, e che non essendo mai stato con nessuno aveva paura, ma adesso era tutto chiaro.

Arretró per tornare in stanza, e nel farlo urtó Darren, che pur non avendo sentito la conversazione era rimasto lì vicino.

Si voltò verso di lui.

INAZUMA ELEVEN: QUELL'ESTATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora