CAPITOLO XII.

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- Siete tutti pronti per giocare?- chiese Mark.

- Dicci pure le squadre!- urlò Victoria, che non vedeva l'ora di muoversi un po'.

- Axel, ti lascio la parola- affermò Mark, voltandosi verso il bianco.

Austin gli passò il telefono ed Axel lesse ad alta voce le due squadre.

- Iniziamo tra cinque minuti- dichiarò Mark, prima di avvicinarsi a Jude, che gli sembrava pensieroso.

- Va tutto bene?- gli chiese.

- Si, pensavo ad una tattica- rispose il rasta.

Sentí lo sguardo di Caleb su di lui, ma quando guardó nella sua direzione l'altro distolse lo sguardo.

- Non dovresti parlarci?- gli sussurrò David, avvicinandosi, mentre Mark andava a parlare con gli altri.

- Per dirgli cosa?-.

- Che ti sei preoccupato da morire per lui, lo ringrazi di averti salvato e sei felice che stia bene?- propose David.

Nonostante la situazione di panico, non gli era sfuggito il sollievo di Jude nell'essere salvato da Caleb e nell'aver visto che il compagno stava bene.

- Se ci avesse detto cosa stava succedendo, avremmo trovato un modo per evitare che tu finissi quasi con una siringa conficcata del collo- ribatté Jude.

- Non puoi rimproverargli di aver provato a tenerci al sicuro. Ti chiedo solo un'ultima cosa: se ti avesse salvato qualcun altro, ti avrebbe fatto lo stesso effetto?-.

David non aspettó la risposta di Jude e si diresse verso il resto della squadra.

Il rasta chiuse gli occhi: quando aveva visto che Caleb stava andando da lui, e quando aveva sentito quella frase... Ne era stato stupidamente felice, e non ne capiva il motivo.

- Hey Jude, stiamo per iniziare!- lo richiamó Mark.

- Arrivo- il ragazzo raggiunse il resto del gruppo.

Non avevano un arbitro, per cui fu Mark a urlare il via della partita.

Nonostante l'inesperienza della maggior parte di loro, riuscirono a giocare in modo equilibrato.

I più capaci cercavano di dare una mano agli altri ed evitavano di accanirsi contro gli avversari meno bravi.

Mentre erano quasi alla fine del primo tempo, Jude si trovava con la palla e la decisione di voler fare un altro gol prima dell'intervallo.

- Celia!- lanciò la palla alla ragazza, unica smarcata.

La blu non era molto brava a quel gioco, ma nel sentirsi chiamare per la prima volta dal ragazzo decise di metterci tutta sé stessa.

Ricevette la palla e si guardò intorno; con uno scatto, Nathan si liberò dall'avversario e la ragazza gli lanciò la palla.

Dato che era un difensore, il ragazzo non intendeva provare ad andare a fare gol, ma usó quella manovra per passare a Byron, che inizió a correre verso l'altra metà del campo.

Su ordine di Caleb, Kevin e Shawn lo intercettarono; il ragazzo passò allora la palla ad Hurley, che si trovò però la strada sbarrata da Victoria.

- Vinceremo noi!- dichiarò lei, scattando in avanti.

- Col cavolo, la merenda la paghi tu!- Hurley la schivò, superandola.

Erik gli andò in contro, ma grazie alle indicazione di Jude Axel era già lì.

Riuscì a prendere la palla e lanciarla ad Austin.

- Vai!- gli urlò.

Il ragazzo, dopo essere stato spronato in quel modo dal suo idolo, non poté che fare un tiro quasi perfetto, che entrò in porta.

INAZUMA ELEVEN: QUELL'ESTATEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora