Furono molti i giorni in cui il re non mi invitò nelle sue stanze per quella amara rivelazione che gli feci e soprattutto per essersi sentito offeso nella sua persona.
Mi rivolse la parola a malapena come se non meritassi di averla.
A discapito di tutta questa situazione, le mie attenzioni vennero accolte da Culpeper che fu molto contento di soddisfarle. I nostri incontri avvenivano quasi ogni notte dopo che il re, si sistemava nelle sue camere e lui sgattaiolava nel mio letto con la supervisione di lady Rochford fuori dalla camera che teneva sotto controllo la situazione.
Se non avessi provveduto a dargli un'erede maschio, mi avrebbe fatto fuori e sarei stata come le altre. Io non sarò come loro.
Avrei dato alla luce gli eredi al trono dell'Inghilterra che avrebbero regnato per secoli.
Qualcuno bussò alla porta mentre lady Jane mi acconciava i capelli dopo aver avuto una nottata abbastanza turbolenta.
Feci segno a lady Rochford di aprire la porta.
Un cortigiano fece il suo ingresso e annunciò il principe Edoardo.
Mi alzai in piedi e quando entrò, abbassai leggermente il capo in segno di rispetto nei suoi confronti mentre lui, fece una sentita riverenza.
<< A cosa devo questa gradita visita?>>chiesi sorridendogli.
<<Sono venuto a chiedervi se aveste piacere di fare una passeggiata in giardino e magari giocare un po' insieme dato che ho sentito che il vostro umore è un po' cupo>>
<< Ne sarei onorata>> dissi facendo segno alle mie dame di seguirmi insieme a Edoardo.
Le guardie ci scortarono fuori.
La giornata prometteva bene tra un bel sole e un leggero vento.
<<Sapete giocare con il pallone?>> chiese giustamente. Le nobil dame avrebbero risposto sicuramente di no ma io sono stata educata in modo diverso.
<<Certamente, sono cresciuta con soli fratelli maschi e mi veniva richiesto di essere partecipe in tutto e per tutto>> dissi sorridendogli.
<<Consiglierei a vostra altezza di giocare prima a pallone e poi intraprendere una passeggiata vicino ai campi di fiori in modo da poterci rilassare.>>
<<Ottima scelta>> dissi.
Un cortigiano, si fece avanti con un pallone e lo mise ai piedi di Edoardo che iniziò a guardarsi attorno.
Forse si sentiva messo in soggezione dalla presenza di tutte quelle persone presenti nei paraggi.
<<Io e il principe gradiremmo restare da soli per il momento, vi prego di allontanarvi ma di restare comunque nelle vicinanze per qualsiasi richiesta. >>dissi voltandomi verso le mie dame, il cortigiano e alle guardie. Immediatamente esaudirono tale richiesta lasciandoci soli.
Edoardo prese un respiro di sollievo e con un calcio, mi passò la palla.
<<Avete fratelli quindi, mia regina>> disse cercando di avviare una conversazione.
<<Si, ne ho un po' >>
<< E siete legata ad ognuno di essi?>>
<<Si ma in modo differente come sicuramente voi, lo sarete con le vostre sorelle>> dissi alzando un po' la gonna del vestito e tirandogli la palla.
<<Sono più legato ad Elisabetta anche perchè non c'è tanta differenza di età come con Maria>> disse e aveva ragione.
La primogenita non ha mai visto di buon occhio e soprattutto accettato le nuove mogli di suo padre. Per lei, la nuova discendenza deve essere stata una cosa inammissibile.
<<Una fanciulla meravigliosa è la vostra seconda sorella>> dissi.
<< Lo è>>
<< E lo siete voi>>
<< Vostro figlio sarà ancora più bello>> disse passandomi la palla.
Agitata da quella affermazione, reagii male.
Tirai un calcio al pallone che andò a incastrarsi tra degli arbusti.
<<Perdonatemi principe. In questi giorni il mio umore è altalenante a causa di vostro padre>> dissi cercando di scusarmi per il pallone.
<<Voi non dovete chiedere scusa...>> disse abbassando leggermente il capo facendomi ricordare il mio ruolo all'interno del regno.
<<Avete ragione. Adesso, prenderò il pallone e continueremo a giocare>> dissi dirigendomi verso gli arbusti. Feci attenzione nel dove mettere le mani ma fu inutile perché mi tagliai e il mio sangue inizio a scendere sulla mia mano quasi in modo timido.
<<Guardate quanto sono stata sbadata, mi sono tagliata. >> dissi voltandomi ma vidi il principe Edoardo disteso a terra.
Mi mancò il respiro. Mi avvicinai di corsa e mi gettai a terra in modo da poterlo soccorrere. Lo supplicai di svegliarsi e di aprire gli occhi ma non lo fece.
<<Aiuto!>> urlai a squarcia gola in modo che qualcuno si accorgesse di noi.
Il soccorso non tardò ad arrivare.
<<Regina, siete ferita?>> mi chiese una guardia. Negai con la testa.
<< Sono andata a prendere il pallone ma quando mi sono voltata, l'ho visto a terra>> dissi nel panico.
<<State calma, siamo qui noi>> disse un cortigiano accorso anche lui.
<< Chiamate un dottore. Andrò io a chiamare il re>> dissi alzandomi immediatamente e correndo verso l'interno del castello.
<<Dove si trova il re?>> chiedi con tono freddo.
<< Nella sala del trono>> disse lo stesso cortigiano che c'era nel giardino, adesso alle mie spalle. Mi diressi verso la mia direzione.
Tenevo alla vita degli eredi al trono anche se non erano del mio stesso sangue. Non mi potrei mai perdonare che uno di essi potesse farsi male o perdere la vita mentre era in mia compagnia. Mai.
Le guardie, vedendomi arrivare, spalancarono le porte della sala. Entrai con passo deciso mentre tutti gli altri si inchinarono mentre io puntai Enrico.
<<Cosa ci fate qui?>> chiese quasi scocciato dalla mia introduzione.
<<Vostro figlio...>> dissi prendendo un lungo respiro.
<< Cosa è successo?>> domandò preoccupato.
<< Ha avuto un malore mentre giocavamo in giardino. Ho mandato a chiamare il medico, lo hanno portato nelle sue stanze>>
<< La riunione è sciolta>> disse alzandosi dal trono e dirigendosi verso l'uscita.
Lo seguii.
Una volta usciti dalla sala, si girò verso di me.
<<Se il principe erede non sopravviverà, il sangue che scorre dalla vostra mano, uscirà più copiosamente da tutt'altra parte. Mi avete capito?>>chiese con tono minaccioso appoggiando la sua mano sul mio collo.
<< Come desiderate, vostra maestà.>> dissi inchinandomi e guardandolo negli occhi.
<< Andate da vostro figlio invece di fare futili minacce>> dissi allontanandomi verso la direzione opposta a lui.
Mi diressi verso la camera del principe ad assicurarmi che il medico faccia il suo lavoro e anche l'indigente.
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Vostra Maestà
Historical Fiction"Rutilans rosa sine spina" Catherine Howard è una fanciulla di sangue nobile con un'anima ribelle. Questi suoi stati, sono dovuti alla mancanza della figura materna e della poca presenza di quella paterna, che viene sostituita dalla zia, la duchessa...