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Il rumore delle foglie che si rompevano sotto le suole delle mie scarpe , mi fece ricordare il giorno in cui arrivai alla dimora di mia zia.
Rammento la figura della duchessa sul ciglio della porta con Darloh alle spalle, quel vento freddo che scompigliò i miei capelli sciolti, il volto impassibile di mio padre quando mi lasciò lì.
Mi sedetti su una delle panchine di legno nel giardino e chiusi gli occhi.
Venni invasa da un pensiero di quando ero bambina, ripensai a quando giocavo con i miei fratelli più grandi nella piazza del paesino, all'insaputa di nostro padre.
Mi scese una lacrima ricordando tutto ciò.
《State bene?》mi chiese una voce maschile.
Sobbalzai aprendo gli occhi e voltai il capo per vedere chi fosse colui che si stesse interessando al mio stato e, quando compresi chi fosse, sorrisi.
Francis.
《Solo un pò di nostalgia, grazie per il vostro interesse》dissi girando il volto e continuando a guardare il paesaggio davanti a me.
《È un dovere》disse spostandosi davanti a me in modo che potessi vederlo.
Alzai il volto per osservarlo meglio.
《Avete bisogno?》gli chiesi incuriosita.
《Avrei piacere se veniste ad assistere ad una mia lezione di piano》disse mettendo le mani dietro la schiena.
《Accetto con piacere》dissi alzandomi e seguendolo in silenzio.
Lo osservai meglio, cercando di cogliere ogni particolare.
Si poteva notare subito la sua vita stretta mentre le spalle erano leggermente più larghe.
Si girò per qualche secondo, notando che mi ero fermata ad osservarlo.
I miei occhi ricaddero sul suo volto curato, i suoi occhi color verde erando puntati sul mio petto.
Avrà sicuramente notato il mio respiro molto più frequente.
《Seguitemi》disse riprendendo a camminare, feci lo stesso.
《Voi,suonate?》mi chiese facendomi entrare in una delle stanze dove la duchessa organizza delle feste o dove si ritira con le sue dame di compagnia.
《No》risposi avvicinandomi a lui.
Francis si sedette ed iniziò a suonare una sinfonia.
Mi soffermai molto sulle sue dita che pigiano sui tasti bianchi e neri con molta naturalezza.
Quando ebbe finito, sollevò le dita dai tasti e restò fermo a guardare la tastiera.
《Siete stato bravo》dissi concedendogli un sorriso.
《Grazie per le vostre lusinghe》 disse alzandosi e restringendo sempre di più la distanza che vi era.
Quelsuo gesto mi fece irrigidire, indietreggiai finchè non toccai il muro con le spalle.
Ci guardammo intensamente per qualche minuto finchè non sentii le sue mani sui miei fianchi.
Iniziai a respirare più velocemente.
Con un movimento violento mi portò a sè, eliminando tutta la distanza che c'era tra i nostri corpi.
Sentii il suo respiro sul mio collo.
《Siete musica pura per me.》

Vostra MaestàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora