Vostra Maestà

36

Quando Francis giunse a corte, l'aria stessa sembrava farsi più pesante. Lo vidi avanzare con un passo sicuro e uno sguardo carico di arroganza, come se già sapesse di avere il potere dalla sua parte. I cortigiani che si trovavano nella sala si zittirono, lasciando cadere le loro conversazioni in un silenzio imbarazzante. Io rimasi immobile, con le mani strette l'una all'altra per nascondere il tremore che mi invadeva.
<< Vostra altezza>> disse inchinandosi appena, ma senza alcuna reale riverenza. I suoi occhi erano fissi nei miei, freddi e determinati.
<< posso conferire con voi?>>
Non potevo mostrarmi debole, non con lui. Annuii e feci segno alle dame di lasciare la stanza. Quando fummo soli, il silenzio si riempì di una tensione che mi serrava il respiro.
<<Che cosa volete?>> chiesi con voce ferma, anche se dentro di me la paura cresceva.
<< Lo sapete bene >> rispose Francis, avvicinandosi con passi misurati.
<<Non ho viaggiato fino a qui per restare nell'ombra. Pretendo il posto che mi spetta.>>
<<Il posto che vi spetta?>> ripetei con disprezzo. <<Non avete alcun diritto di venire qui con pretese. Siete un gentiluomo caduto in disgrazia, e nulla di più.>>
Lui rise, un suono che mi fece gelare il sangue. <<Davvero, mia regina? Pensate che il re sarebbe dello stesso parere se sapesse che, quando siete arrivata a corte, non eravate pura come dichiaravate? Oh, ma certo, sarebbe devastante per lui scoprire che il suo amore, la sua devota moglie, aveva già condiviso il letto con un altro uomo... con me.>>
Le sue parole furono come una lama affondata nel mio cuore. Sapevo che, se Enrico avesse mai saputo la verità, la mia vita sarebbe finita. Mi trovai costretta a cedere, ma non senza combattere.
<< d'accordo >> sibilai. <<Cosa vi aspettate da me? Che vi accolga a corte come un eroe? Avete distrutto ogni cosa che rappresentavate per me, Francis. Ma se il vostro desiderio è restare qui... molto bene. Avrete un posto a corte, come cortigiano. Ma sappiate che non tollererò altre minacce. Se proverete a fare un passo falso, il re non avrà bisogno di conoscere la verità: farò in modo che sia lui a condannarvi.>>
Francis sorrise, soddisfatto. <<Molto bene, vostra altezza. Accetto la vostra offerta. Ma ricordatevi, Catherine, che il nostro legame non potrà mai essere spezzato.>>
Lo guardai uscire dalla stanza, lasciandomi sola con il peso delle sue parole. Le gambe mi cedettero, e mi abbandonai su una sedia, incapace di trattenere le lacrime.
Più tardi, chiamai Thomas, l'unica persona che poteva darmi conforto in quel momento. Quando lo vidi entrare, il suo sguardo preoccupato si posò subito su di me.
<<Catherine, cosa succede?>> mi chiese, avvicinandosi.
Non riuscii a rispondere subito. Mi alzai e mi gettai tra le sue braccia, cercando nel suo abbraccio il sollievo che non riuscivo a trovare altrove. <<Thomas, non so cosa fare. Francis è tornato. Mi ha minacciata, e non so come uscirne. Se il re scoprisse la verità...>>
Lui mi strinse più forte.
<< Chi è Francis? >> a quelle parole, non risposi. <<Non permetterò che vi accada nulla. Sono qui per voi. Sempre.>>
Sentii la sua mano accarezzare delicatamente i miei capelli, e il calore del suo corpo contro il mio placò per un istante la mia angoscia. Mi sollevai leggermente, guardandolo negli occhi, e trovai in essi una luce che mi fece tremare.
<<Thomas...>> mormorai, ma non riuscii a continuare.
Fu lui a colmare la distanza tra di noi. Le sue labbra incontrarono le mie in un bacio carico di desiderio, e ogni pensiero razionale svanì. Mi lasciai andare, lasciando che la sua passione mi travolgesse. Le sue mani esplorarono la mia schiena, mentre io mi aggrappavo a lui come se fosse l'unica cosa che potesse salvarmi dal precipizio.
Ci spostammo lentamente verso il letto, e mentre mi lasciavo cadere tra le lenzuola, dimenticai ogni paura, ogni minaccia. In quel momento, esistevamo solo io e Thomas, uniti da qualcosa di più forte delle parole.
Quando tutto finì, rimasi accanto a lui, il cuore ancora in tumulto. Mi chiedevo quanto tempo sarebbe passato prima che le ombre del passato tornassero a reclamarmi.