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Entrai nella mia camera cercando di non fare rumore. Chiusi la porta con cautela ma il tutto  fu inutile perché Anna era sveglia, intenta a leggere un libro.
《Siete ancora sveglia》le dissi stranita.
Mi rivolse uno sguardo accusatorio.
《E voi siete ancora vestita...》disse scuotendo il capo.
Mi avvicinai a lei ,le chiesi di slacciare il corsetto e mi aiutò.
《Che cosa è accaduto?》mi chiese.
《Nulla》le dissi . Era la verità ma sicuramente non ci avrebbe creduto data la mia lunga assenza.
《Vi state prendendo gioco di me?》
《No》dissi svestendomi e sedendomi sul letto.
《Ditemi》disse con entusiasmo.
Le raccontai tutto: dal mio ingresso nella camera fino alla mia uscita, forse un po' inaspettata e prematura.
C'era stato dell'affetto e poi delle conversazioni ma niente di più.
Nel viso di Anna, vidi un velo di dispiacere. Forse si aspettava che consumassimo.
Stettimo tutto il tempo a conversare di vari argomenti e mi confidò, con sorpresa, di essersi infatuata di un uomo che si trovava a corte. Le chiesi di parlarmene ma non lo fece e ridendo si distese sul letto, fingendo di dormire.
Non avendo sonno, decisi di alzarmi e di scrivere una lettera ad una persona.
Presi la carta, presi il pennino e lo intinsi nell'inchiostro e iniziai a scrivere con la benedizione della notte.
"Mia cara Darloh, ho commesso un fardello e sicuramente non ne uscirò respirando..."

Il caldo sole del tardo pomeriggio ci trasmetteva un po' di tranquillità e leggerezza.
Ci trovavamo nel salone dove erano presenti delle sedute, delle librerie con pochi libri e dei tavolini di legno massiccio, sparsi qua e là. Questo spazio era notevolmente più piccolo del salone dove venivano celebrati i balli e i banchetti.
La regina stava meglio. Guardandola, non sembrava che fosse stata indisposta. Era intenta a ricamare e conversare con Theresa, nella loro lingua.
Anna chiuse di colpo il libro, facendomi sobbalzare e distraendomi dal mio lavoro di ricamo dopo essermi finalmente concentrata.
La guardai: sembrava annoiata. Poggiai il mio elaborato su uno dei tavolini e mi voltai verso di lei.
《Cosa vi turba?》le chiesi a bassa voce.
《Mi piacerebbe fare qualcosa di diverso》disse catturando l'attenzione di alcune dame.
《Spiegate》
《Potremmo suonare oppure cantare》propose Eleanor, una dama di notevole splendore dai capelli di colore oro e dalla pelle chiara.
Anna, con entusiasmo, si voltò verso la regina e con rispetto, le propose questa iniziativa. E con mia grande sorpresa, la regina accettò volentieri.
《Perché non cantate?》le chiesero.
《Non sono brava a cantare ma preferisco suonare》disse accennando un sorriso.
《Suonate qualcosa per noi》disse Anna.
La regina si guardò intorno e non trovando nulla, si rivolse a Theresa.
《Andate a chiedere al re, se è possibile avere un'arpa》disse con difficoltà.
Si alzò e in silenzio, si dileguò.
Calò il silenzio.
《Catherine sa cantare...》disse di colpo Anna. La guardai stupefatta.
《Come lo sapete?》
《Lo fate nel sonno》disse sincera. Mi sentii arrossire.
《Mio padre recita delle poesie nel sonno》disse con ironia una dama.
《È possibile?》chiese Eleanor. 
《Non lo so ma lui lo fa》disse ridendo.
《Catherine, cantate》 disse dolcemente la regina.
Deglutii e mi sistemai meglio sulla seduta.
Aprii la bocca, chiusi gli occhi e iniziai a cantare una canzone che mi aveva insegnato Darloh, di felicità e soprattutto di serenità.
Cercai di vedere di fronte a me, l'immagine di Darloh. Le presi le mani con cui mi aveva accudito e continuai a cantare.
Quando l'ultima parola del testo con delicatezza uscì dalle mie labbra, le sorrisi. La guardai un'ultima volta, aprii gli occhi ed era andata via.
Le altre dame applaudivano e la regina mi sorrideva.
《Siete stata magnifica》disse ma venne interrotta dall'ingresso del re con passo zoppicante.
Ci alzammo e ci inchinammo. Si avvicinò a sua moglie e le baciò la mano.
《La vostra richiesta è stata esaudita. Due cortigiani stanno arrivando con il vostro strumento.》disse guardandosi intorno.
《Vorrei restare per ascoltarvi.》le propose il re.
《Certo》disse sorridendo.
Non ci volle molto che lo strumento fece il suo ingresso e venne posizionato al centro della stanza.
La regina si alzò, si avvicinò all'arpa e iniziò a suonare : aveva un magnifico talento.
Tutte noi, la ascoltammo con entusiasmo ma il re, che si dovette sedere a causa del dolore alla gamba, non era particolarmente attento.
I nostri sguardi si incontrarono ma distolsi subito il mio.
La regina finì e noi applaudimmo. Sua maestà si alzò e le andò incontro, si baciarono sulle labbra e lui si congratulò.
Io e Anna ci guardammo stupefatte: l'aveva baciata.
Voleva vedere se ardessi di gelosia?
Il rumore della porta che si spalancò, mi fece rinvenire dai miei pensieri.
Un cortigiano, annunciò l'imminente inizio del   banchetto.
Il sovrano lo dileguò e iniziò ad incamminarsi verso l'uscita.
Non avevo fame ma avevo voglia di altro.
《Mia regina, vorrei chiedervi il permesso di ritirarmi nelle mie stanze perché mi sento leggermente indisposta...》 dissi mentendo.
Acconsentì e non appena loro, dopo esser usciti dal salone, si dirigerono verso la sala del banchetto, io mi diressi verso la camera da letto. Non la mia.
Non vi erano le guardie, entrai con facilità e chiusi la porta alle mie spalle.
Mi diressi verso le finestre, chiusi le tende e subito la stanza divenne scura.
Iniziai a cercare dei fiammiferi e non appena li trovai, accesi una sola candela davanti alla poltrona di sua maestà.
Non ci pensai molto, mi sedetti e con molta malizia, appoggiai un solo piede alla scrivania e guardai, davanti a me, la porta di ingresso.
Stetti lì e aspettai di sentire dei passi pesanti avvicinarsi alla porta. Deglutii e non appena si aprì, lui entrò velocemente e chiuse la porta. Stette lì,
si morse il labbro.
《Non eravate indisposta?》mi chiese.
《Non per voi》dissi e si mise a ridere.
Guardandolo negli occhi, iniziai ad alzare con lentezza la gonna che copriva la gamba piegata.
Si avvicinò e mi guardò negli occhi.
《Vostra grazia...》dissi con voce suadente.
Poggiò le mani sullo scrittoio e con un soffio, spense la candela.
Il buio incobò su di me e non solo lui.





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