35

2 0 0
                                    

Il fanciullo si era ripreso. Stetti al suo capezzale tutto il tempo assicurandomi che non lasciasse questo mondo. Si riprese appieno e con il suggerimento del medico, venne mandato in una delle dimore in campagna del re con il suo precetto.
La quotidianità riprese nelle piccole cose e nel rapporto con sua maestà. Riprese a farmi doni, a darmi attenzioni e a essere più presente.
Anche se aveva di certo cose molto più importanti e non solo venire nelle mie stanze a soddisfare i suoi bisogni.
Fece attendere persino questioni del regno facendo aspettare suo cugino, il re Giacomo V di Scozia. Cercai di fargli capire che sarebbe stato più appropriato non fare attendere tutti i suoi impegni ma non ci fu verso di fargli cambiare idea. Voleva sentirsi appagato.
Mancava un giorno alla fine dell'anno, la corte si stava preparando ad accogliere tutti gli ospiti con trepidazione.
Sua Altezza, volle festeggiare in modo sfarzoso dato che il giorno di Natale, il principe era ancora incosciente.
Molto cortigiani e donne della servitù imbandirono tutte le stanze del castello.
Mi ritirai nelle mie stanze per scegliere con le mie dame, il vestito che avrei indossato quella sera stessa. Un bellissimo abito dai colori oro e rosso molto accesi, con un notevole corpetto con sopra disegnate le nostre iniziali.
Sentimmo bussare alla porta e una dama si avvicinò alla porta. Prese in mano una lettera e me la sporse.
La aprii.
La vecchia sovrana ringraziava per l'invito ad unirsi  con noi al ballo che si sarebbe tenuto questa sera.
Mi raggelai per un istante. Il re aveva invitato lady Anne a festeggiare con noi senza prima aver chiesto un mio parere.
Le giornate precedenti alla festa trascorsero in un turbinio di preparativi. La corte, come un alveare in fermento, pullulava di servitù e cortigiani impegnati a trasformare il castello in un luogo degno della magnificenza del re. Le sale si riempirono di drappi rossi e verdi, con addobbi d'oro che riflettevano la luce delle innumerevoli candele accese. I profumi delle spezie e delle pietanze che venivano preparate nelle cucine si mescolavano a quelli delle ghirlande di abete fresco.
Io osservai tutto dall'alto, seguendo ogni dettaglio con l'occhio attento che il mio ruolo richiedeva. Mi assicurai che nulla fosse lasciato al caso, desiderando che questa festa si svolgesse senza ombre. Gli ultimi mesi erano stati difficili per la nostra famiglia e per il regno; quella serata doveva segnare un nuovo inizio.
<Presto dobbiamo iniziare i preparativi > dissi alle mie dame, entrando nelle mie stanze. <<E scegliete i gioielli più preziosi, quelli che il re mi donò per il nostro primo incontro .>>
Le dame annuirono con un lieve inchino e si misero subito all'opera. Quando il momento arrivò, mi immersi nei preparativi con la solennità che la mia posizione imponeva. Indossai un abito dai colori accesi, oro e rosso, che richiamavano la forza e la regalità della dinastia Tudor. Il corpetto era impreziosito da ricami finissimi, e al centro risaltavano le iniziali mie e del re, intrecciate in un disegno elaborato.
Una delle mie dame intrecciò i miei capelli in una complessa acconciatura, fissandoli con piccoli pettini decorati di perle e rubini. Mi guardai allo specchio e, per un istante, mi parve di vedere un'altra donna: forte, regale, ma con un peso invisibile sulle spalle. <<Siete pronta, vostra altezza>> mi disse una delle dame, e io annuii, nascondendo il tumulto che mi agitava dentro.
Quando scesi nella grande sala, il re era già al centro dell'attenzione. Indossava un abito sontuoso, un mantello rosso che sfiorava il pavimento e una catena d'oro che brillava alla luce delle torce. I suoi occhi si posarono su di me, e per un istante mi parve di vedere un riflesso di orgoglio nel suo sguardo. Mi avvicinai a lui con un lieve sorriso, porgendogli la mano.
<<Siete uno spettacolo, mia regina>> disse a bassa voce, chinandosi per baciarmi le dita.
<<E voi, mio signore, siete la forza stessa di questa serata>> risposi con un sorriso che speravo trasmettesse la mia fedeltà.
Gli ospiti arrivarono a corte uno dopo l'altro, annunciati con solennità. Tra di essi, notai la presenza dei figli di Enrico. Edoardo, il giovane principe, entrò in compagnia dei suoi precettori. La principessa Maria seguiva poco dietro, con il portamento rigido di chi sapeva bene quale fosse il proprio ruolo, ma con uno sguardo che tradiva un misto di emozioni complesse. Infine, Elisabetta fece il suo ingresso con passo leggero e un sorriso che sembrava portare un raggio di luce nella sala.
Mi avvicinai a ciascuno di loro, scambiando brevi parole di cortesia e osservando attentamente le reazioni di Enrico. Notai come il suo sguardo si addolcì davanti a Elisabetta, e non potei fare a meno di pensare a quanto quella giovane figlia somigliasse alla madre.
Fu quando annunciò l'arrivo di Lady Anna, la precedente regina, che la sala cadde in un silenzio palpabile. Mi voltai verso l'ingresso, nascondendo il battito accelerato del cuore dietro un volto impassibile.
Lady Anna entrò con passo elegante, accompagnata da un piccolo seguito. Indossava un abito semplice ma raffinato, di un blu scuro che contrastava con la sua pelle chiara e i capelli raccolti. Il tempo sembrava non aver scalfito la sua bellezza. La sua presenza, tuttavia, portava con sé un peso che solo pochi avrebbero potuto comprendere. Mi avvicinai a lei con un sorriso studiato, salutandola con la deferenza necessaria.
<<Lady Anna, benvenuta. Il vostro arrivo onora questa serata>> dissi, il tono cortese ma privo di reale calore.
Lei mi studiò per un istante, poi inclinò leggermente il capo. <<Grazie, vostra altezza. È passato molto tempo dall'ultima volta che ho messo piede in queste sale.>>
Un silenzio carico di significati scese tra noi, ma non ebbi il tempo di rispondere. Enrico si avvicinò, interrompendo il momento con la sua presenza imponente. Lady Anna gli rivolse un lieve inchino, e lui rispose con un gesto formale, ma senza mostrare alcuna emozione.
La serata proseguì con la musica e le danze. Io osservai ogni movimento, ogni parola scambiata tra Enrico e Lady Anna, cercando di mantenere la calma. Quando finalmente mi sembrò opportuno, mi avvicinai a Lady Anna con un sorriso.
invitai Lady Anne a danzare con me. Ci alzammo entrambe e una di fianco all'altra scendemmo quei pochi gradini...
I nobili, ci fecero spazio allontanandosi in modo da lasciare tutta la sala a nostra disposizione.
Ci mettemmo difronte e lei si inchinò. Sorrisi e mi voltai. Guardai il re e solo dopo che mi rivolse lo sguardo, mi prostrai a lui per ricordargli a chi ero devota.
La musica riprese, la regina e la vecchia sovrana, si unirono a danzare tra i contorni degli addobbi di color verde e rosso.
Enrico si alzò e iniziò ad applaudire.
Si sentiva nell'aria una sensazione di pace e soprattutto felicità rispetto all'ultimo periodo.
Non appena finimmo di danzare, ci avvicinammo la re e mi affiancai a lui.
<< Vi state divertendo, mio re?>>
《Certo però mi ritirerò nelle mie stanze. Voi, restate ancora e divertite il vostro spirito. 》 disse sussurrando al mio orecchio. Gli sorrisi.
《Grazie, mio signore 》dissi porgendo la mano. La prese e diede un bacio fugace. Si alzò in piedi, la musica si fermò e tutti gli invitati fecero spazio creando un corridoio in modo che il sovrano potesse passare.
Non appena uscì dalla sala, si rivolsero verso di me.
《Riprendiamo 》dissi sorridendo.
Mi alzai dalla sedia per unirmi alle mie dame da compagnia ma si avvicinò una figura dietro di me. Mi voltai verso di essa.
<<Vostra altezza, le è appena giunta una lettera da parte di un gentiluomo >> disse un cortigiano porgendomi la lettera. Ero stranita, non avevo mai visto quel sigillo nelle mie solite corrispondenze.
Spezzai il sigillo in cera e la aprii. Non appena lèssi la firma in fondo mi dovetti sedere.
Con il suo arrivo, la mia reputazione e vita sarà messa in pericolo.
Francis stava arrivando per riscattare i suoi servigi.

Vostra MaestàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora