Mio fratello era salvo per merito mio: questo importava.
Vagai per i lunghi corridoi pensando a come sarebbe stata la mia vita se non fossi venuta in questa dimora. Certamente, la duchessa mi avrebbe condotto con sé a qualche ballo dove avrei avuto la possibilità di conoscere qualche nobile e Charles non sarebbe stato in pericolo.
Non avrei mai incontrato Anna. Il duca Sayton . Sir James.
E soprattutto lui...
Talmente fui sovrappensiero che mi scontrai con un uomo di spalle ben vestito e indietreggiai per l'imbarazzo. Si voltò e riconobbi che si trattava di sir Thomas Culpeper.
<<Perdonate, ero sovrappensiero.>>dissi scusandomi.
<<Vi siete fatta male?>>chiese preoccupato. Negai con il capo.
<<Fortunatamente>>disse sospirando.
Ci guardammo e restammo in silenzio. Mi persi completamente nel suo volto.
Abbassò lo sguardo, chiuse gli occhi.
Cosa stava facendo?
Dopo qualche secondo, mi rivolse lo sguardo.
<<Mi rincresce non poter conversare e guardarvi ma devo tornare a parlare di questioni molto urgenti...>> disse e lo guardai meravigliata.
<<... perdonatemi>> disse cercando di non recare ulteriore imbarazzo.
<<Sir Thomas...>>dissi porgendogli la mia mano.
<<Lady Catherine...>>disse baciandola.
Tornò a parlare con due cavalieri e mi dileguai verso la mia stanza.
Che strana sensazione...
Un braccio cinse di colpo il mio e lo strinse.
<< Con chi stavate conversando?>>chiese curiosa. Le sorrisi.
Ogni giorno che passava, io e Anna divenivamo più unite.
《Con il segretario di sua maestà》 dissi guardandola.
《Come mai?》
《C'è stato un inconveniente》
《Non siate vaga!》disse rimproverandomi. Feci per risponderle ma qualcun altro fu più veloce.
《Eccovi!》. La voce dura di Theresa, ci fece rabbrividire. Ci fermammo.
《Dove eravate? 》chiese scrupolosa.
《Il duca Sayton mi ha convocata per parlare di una questione privata》dissi cercando di non farle sospettare nulla.
Si voltò verso di lei.
《E voi?》le chiese. Anna sbiancò.
《Sono andata a cercarla perché recava ritardo》
Il suo sguardo ci uccise.
《Penso che voi non abbiate compreso il vostro dovere》disse e noi restammo in silenzio.
《 Siete le dame da compagnia della regina, non delle cortigiane. Dovete essere decorose!》
《Certo》dissi con un leggero tono di voce.
《Che non si ripeta mai più!》disse con tono secco.
Si voltò e noi la seguimmo.
Ci guardammo per un secondo : non stavamo andando verso le camere della regina. Dove stavamo andando?
Theresa mi rispose come se avesse avuto la capacità di leggere il mio pensiero.
《La regina è indisposta. Vi prego di non uscire dalle vostre stanze e di restarvi in modo da chiamarvi per qualsiasi necessità.》disse.
《Come si sente?》le chiese Anna.
《Debole 》disse solamente.
Aprì la porta della nostra camera e ci fece segno il capo di entrarvi. Lo facemmo e chiuse la porta alle nostre spalle.
《Ha timore》 disse Anna sedendosi sul bordo del letto.
《Theresa?》
《Che la regina possa aggravarsi》
《Non credo》le risposi sincera.
Iniziai a camminare per la stanza.
Sentii i suoi occhi addosso. La guardai.
《Parlate》le dissi fermandomi.
《Siete andata dal re?》chiese curiosa.
Annuii.
《Di cosa avete conversato?》
《Non appena i corridoi si svuoteranno, mi recherò nelle sue stanze...》
《Dovete?》
《Ne siete già a conoscenza》 dissi sedendomi sullo sgabello dello scrittoio dove vi era lo specchio. Iniziai a slegarmi i capelli e li pettinai.
《Aspettate che vi aiuti》disse prendendo la spazzola dalle mie mani e spazzolandomi i capelli.
Mi persi nel mio riflesso dello specchio. Mi guardai in volto : non vidi nulla.
《Tra quanto dovrete andare?》
《Tra non molto》
《Consumerete?》chiese d'un tratto e la guardai.
《No》le dissi forse mentendo anche a me stessa perché di ciò che sarebbe accaduto lì dentro, lo avrei scoperto tra non molto.
《Venite, cambiatevi l'abito》 disse Anna voltandosi e andando verso il baule ma non mi mossi.
《Non mi cambierò per lui》dissi fredda.
Percepii una strana sensazione allo stomaco. Guardai fuori dalle finestre, il cielo si era scurito.
《Non siete andata a mensa》 le dissi preoccupata.
《Nemmeno voi》 disse giustificandosi.
《È ora di andare》dissi nel silenzio della stanza dove oramai le uniche conversazioni erano tra i nostri sguardi.
Anna si avvicinò alla porta, l'aprì e guardò al di fuori. Con un cenno della mano mi fece segno di avvicinarmi.
《Non vi è nessuno, andate e mi raccomando fate attenzione》 disse preoccupata. Le sorrisi e uscii dalla camera.
Le candele lungo il corridoio trasmettevano un'atmosfera quasi fredda.
Non incontrai nessuno tranne domestico che si ritirava nella cucina.
Nel silenzio, arrivai davanti alle sue stanze. Feci un respiro profondo e mi avvicinai sempre di più.
Le guardie, riconoscendomi spalancarono la porta e senza indugiare, entrai. Mi guardai intorno. Ogni volta che entravo, mi pareva sempre più grande come la sua potenza.
Vidi qualcosa luccicare nel buio così capii il suo gioco.
Feci finta di nulla e mi avvicinai al fuoco del camino acceso.
Tra lo scricchiolio del legno, fece un passo. Iniziai a sentire il calore del fuoco sulla mia pelle.
《Vostro padre non vi ha insegnato che non si brancola nel buio?》chiesi dandogli le spalle.
《Mio padre mi ha insegnato molte cose ma non questa》 disse con tono ironico.
Mi voltai e lo vidi meglio. Non era più in ombra.
Feci una lunga riverenza mentre lui si avvicinò sempre di più.
《Non potete immaginare quanto sia elevato il mio stato d'animo, in questo momento》disse.
Dentro di me, c'era un elevato senso di autocontrollo...
《Anche io》dissi cercando di mentire.
Iniziò a girarmi intorno.
《Allora, perché stiamo ancora conversando? 》chiese e con velocità mi tiro a sé e mi baciò.
Era diverso da tutti gli altri, non vi era più quella sensazione di rubato ma di passione e stimolazione.
Gli presi il volto fra le mie mani e lo assecondai.
Si allontanò, sorrise e si avvicinò al letto, sdraiandosi al di sopra.
Mi guardò con curiosità.
Deglutii.
《Vi piace la stanza?》chiese.
《Certo》dissi guardandomi ancora una volta intorno.
《Se verrete qui, vi dirò un segreto》disse mordendosi il labbro.
Sospirai e con cautela mi avvicinai.
《Parlate》
《Avvicinatevi ancora》disse vago.
Lo feci e mi sedetti al suo lato.
Fissai il nostro riflesso sulla finestra.
Si voltò e mi guardò. Si avvicinò al mio orecchio e sussurrò.
《Da questa sera, saranno anche vostre》
Non ebbi nemmeno il tempo di reagire che con velocità mi fece distendere e si posizionò sopra di me a cavalcioni.
Iniziai a respirare affannosamente per l'agitazione. Non mi era mai accaduto nemmeno con gli altri miei amanti.
《Mi sembrate agitata...》disse chinandosi e iniziando a baciarmi il collo.
《Sicuramente anche altre dame si saranno trovate in questo stato》disse dando voce ai miei pensieri.
Si alzò e con una mano mi bloccò il collo. Tentai di toglierla con le mie mani ma fu impossibile.
Lo guardai impaurita, per la prima volta.
《Perché avete questa idea di me?》chiese sussurrando quasi con rabbia.
Cercai di negare ma mosse le dita della mano, ricordandomi dove fosse posizionata.
《Non mentite!》disse ad alta voce.
《Fatemi cambiare idea》dissi cercando di persuaderlo.
《Scusate?》chiese perplesso.
《Persuadetemi, apritemi gli occhi per vedere chi siete veramente.》dissi guardandolo negli occhi.
《Mai nessuna mi ha concesso un no come risposta》disse frustrato.
《Sono stata la prima ma come vedete, adesso sono qui, nel vostro letto...》dissi.
《Cosa volete intendere?》
《Che sono qui perché voglio vedere chi siete veramente.》
《Tutti i vostri sudditi, sanno che siete un uomo bravo nelle parole e nelle vostre poesie...》
《Fatemi innamorare di voi con le vostre parole ed io sarò vostra per sempre》conclusi aspettando una sua reazione.
Tolse la mano, si chinò e lasciò una scia umida di baci sul mio collo e sul mio volto.
Avevo lasciato il segno.
STAI LEGGENDO
Vostra Maestà
Historical Fiction"Rutilans rosa sine spina" Catherine Howard è una fanciulla di sangue nobile con un'anima ribelle. Questi suoi stati, sono dovuti alla mancanza della figura materna e della poca presenza di quella paterna, che viene sostituita dalla zia, la duchessa...