CAPITOLO 11

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ISABELLE

Decidere o meno.

Semplicemente io non l'ho fatto o ad oggi non sarei nemmeno qui, su un'isola in mezzo al Pacifico con un bambino e un uomo per la quale ormai non provo più nulla, e sè avessi seriamente deciso qualcosa, penso che avrei commesso molti meno errori.

Noi non decidiamo per la nostra vita, ci illudiamo di farlo ma alla fine siamo dei pesciolini abbandonati alla corrente del destino. Immaginate un carro trainato da dei cavalli fulvi e maestosi che corrono senza mai fermarsi lungo un sentiero a voi sconosciuto, voi siete seduti al comando di questo antico e grezzo mezzo di trasporto, stringete le redini che domano quelle bestie selvagge di fronte a voi dalle criniere lunghe e abbandonate al vento irruento, che si scaglia contro i vostri volti per via della furia con cui correte.

Incitate i cavalli a fermarsi, accorciate le redini per dargli il comando di fermarsi ma non vi ascoltano, continuano a correre senza tregua, probabilmente al vostro comando barcolleranno leggermente ma alla fine saranno sempre loro a comandare il tragitto.

Ed è così anche la vita.

Tentiamo di fermarla pur consapevoli che saremmo sempre noi a doverle correre dietro e non lei a noi, tutto ciò che accade ci illudiamo che succeda per scelte o azioni nostre, ma semplicemente accadono perchè è il destino che ormai già le aveva prefissate. E accorgersene è già un modo più pacato per godersi quel viaggio furtivo su quel carro in legno massello.

Perciò smettetela di cercare di controllare ogni cosa, godetevi soltanto ciò che la vita vi dona perchè ad un certo punto vi ritroverete con il nulla più totale tra le mani e lì, capirete che ormai è troppo tardi per pentirsi.

Mi sfilo il costume poggiandolo sul bordo del lavandino per infilarmi nel box e farmi una doccia calda, dopo aver passato un po' di tempo in spiaggia a prendere il sole Damon mi ha avvisato che ha noleggiato una barca per dormire fuori questa notte, ed io ho pensato di farmi prima una doccia per poi preparare qualche vestito di ricambio da portare sia per me che per Aidan che, stanco, dopo qualche ora in spiaggia si è appisolato.

L'acqua calda mi accarezza la pelle tesa che si distende alla carezza morbida di quel liquido trasparente, chiudo gli occhi beandomi di quello stato di trasporto che si forma in mezzo al vapore che si diffonde nel bagno, sono troppo tesa ultimamente e mi ci voleva proprio una doccia calda.

Un sospiro spezzato sfuma sulle mie labbra schiuse dai brividi che mi attraversano la schiena, quando sento un bacio dietro al collo scoperto dallo chignon disordinato che mi sono fatta prima di entrare in doccia.

Un altro nell'incavo e un'altro ancora sulla spalla, mentre due mano grandi e tentatrici si fanno strada sui miei fianchi stringendomi contro il suo addome contratto e marmoreo.

Il suo respiro graffiante si alterna all'acqua calda e ai baci fugaci sulla mia pelle sconvolgendomi i pensieri, era il diavolo tentatore ed io la povera Eva che addentò la mela, mi avrebbe sedotto in ogni modo possibile ed io avrei sempre ceduto perchè al suo tocco non riuscivo a sfuggire.

Piego il capo poggiando la nuca contro il suo tatuaggio reso lucido dall'acqua scrosciante che vi si imbatte contro, in balia dei suoi morsi carnali con la quale mi scotta la pelle fino a farmi perdere la testa.

La sua mano d'un tratto si scosta dal mio ventre piatto per prendere il barattolo del bagnoschiuma poggiato poco più in là, quindi lo apre versandosene una generosa dose sulla mano iniziando poi a insaponarmi la pancia, risalendo fino al seno per chiuderlo e stringerlo con ferocia, in quelle mani che sembrano quasi fatte apposta per lui. Un gemito strozzato sfugge al mio controllo, e la sua risata flebile e soddisfatta rintocca nella doccia come un eco seducente dalla sinfonia erotica.

Deep Attraction 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora