ISABELLE
Le sue labbra vellutate e morbide sulla mia fronte furono l'unica cosa che percepii di lui anche dopo che mi lasciò sola, sotto quel cielo scuro e svuotato da ogni stella brillante e romantica, sotto all'aroma sfuggente che lentamente mi abbandonava del suo profumo fresco e mentato, sotto a quell'addio che non mi disse ma che io sentii fino alle ossa. Perchè alla fine fu così, lui non mi saluto, non mi disse addio mettendo una pietra sopra a tutto ciò che fummo, non mi buttò nel suo passato, nel dimenticatoio per andare avanti con la sua vita e non volerne più sapere niente di me.
Quel bacio non mi gridò addio, mi sussurrò: "Vola mia fanciulla finché non sarai priva di forze, io sarò sempre pronto a prenderti, anche se non mi vedrai.".
Ed io in quel mio taciturno singhiozzare lo ringraziai conscia del fatto che in verità quel suo arrivederci, per me fu soltanto un ultimo saluto. Rimarrà sempre il padre di mio figlio, Aidan sarà libero di vedere e stare con suo padre per tutto il tempo che vorrà da cui fino all'eternità, ma non per questo il mio cuore dovrà appartenere a lui, perchè ormai non è più così da mesi e mesi. Mi ha fatto male, ma avrò comunque un bel ricordo di quell'uomo dai capelli corvino, taciturno ma vivo, dannatamente vivo nel suo essere riservato e arrogante.
E ora che ci penso, qui, avvolta dal piacevole calore del mio ragazzo che dorme rilassato con le braccia avvolte al mio corpo semi nudo coperto da una misera maglietta di qualche taglia in più, con un diamante da almeno dieci carati al dito che mi condurrà lungo la navata insieme all'uomo che ho atteso per anni, mi rendo conto che anche soffrire alla fine non mi ha fatto che bene.
"Ciò che non mi uccide, mi fortifica" Disse bene Nietzsche e certe volte, dovremmo ricordarcelo un po' tutti per capire che star male, è soltanto un tassello che farà parte della vita di ognuno, ma soprattutto che la felicità è un'emozione effimera, un respiro di tranquillità tra un dolore e l'altro.
Non bisogna cercare la felicità, ma bisogna prendersi qualche istante per tornare a respirare, o moriremo soffocati da un mondo che non merita di vederci sfumare via.
Incanalare aria e rialasciarla, un atto così banale e semplice che facciamo anche senza accorgercene. Beh ora che ne parlo, il mio respiro non è più automatico, ed è anche più facile ora analizzare la forma più "filosofica" di un comportamento tanto naturale. Incamerare ossigeno, quindi la vita e rilasciare anidride carbonica ossia il male. Se ci soffermiamo a ragionare in effetti quando piangiamo o entriamo in uno stato di ansia e terrore fatichiamo a respirare, singhiozziamo, tratteniamo il respiro o soltanto lo sentiamo mancare, è proprio in quel momento che tratteniamo dentro di noi il male sbarrando l'entrata alla vita.
Mentre invece quando siamo felici siamo talmente distratti da ciò che ci rende allegri che di respirare, ce ne dimentichiamo completamente, ci dimentichiamo di ogni regola o ritmo per concentrarci a vivere lasciando che il nostro corpo si nutri della vita stessa per farci continuare a sorridere.
Ecco cosa si nasconde dietro ad un atto tanto sottovalutato come il "respirare", peccato che non ce ne rendiamo mai conto perchè siamo troppo occupati a riflettere su scemenze non cogliendo le piccolezze del mondo, l'importanza di un respiro, la bellezza significativa di una margherita, la crudeltà di un pianto o la leggiadria di un sorriso. Si vive una volta sola, quindi perchè non goderci tutto ciò che ci circonda?
Io ad esempio ho sempre cercato di seguire questa filosofia ma alla fine da un giorno all'altro mi sono trovata ad un passo dallo sposarmi, ancora stento quasi a crederci e se non fosse per l'anello alla quale ancora mi devo abituare, forse non ci crederei ancora.
Un flebile e docile sorriso mi arriccia le labbra quando la sua mano si intreccia alla mia, che tenevo poco prima alzata per ammirare il gioiello che l'adorna, intreccia le dita con le mie strappandomi ai miei pensieri e, quando alzo lo sguardo rivolgendo la mia attenzione a lui, lo trovo a guardarmi con occhi adoranti di un azzurro brillante come un cielo soleggiato d'Estate. <<Buongiorno amore.>> Mormora in un sussurro con la voce ancora impastata dal sonno, portandosi la mia mano alle labbra per posarvi un casto e amorevole bacio; mi vizia così, con gesti gentili e romantici, carezze delicate e morbide, lui nella sua complessità perfetta è semplice e mi rilassa questo suo lato. <<Dormito bene?>> Fa un cenno affermativo stiracchiando leggermente il braccio con la quale mi stringeva, per poi riportarlo dove era poc'anzi e stringermi ancor di più a se per posarmi un fine bacio a fior di labbra. Non si esprime mai con teatrali atti di attrazione, lui mi ama anche senza toccarmi, gli basta sfiorarmi per sentirmi e sapermi vicina, ed è a suo modo molto dolce come cosa. <<Oggi mi sono preso un giorno libero, pensavo di passare l'intera giornata con te e Aidan, che ne dici?>> Era da molto che non trascorrevamo del tempo tutti e tre insieme e, forse, stare un po' di tempo anche con Cameron rafforzerà un po' di più la sua relazione con Aidan, sperando che mio figlio non lo schifi come ogni volta che lo prende in braccio. Annuisco felice di questa sua scelta, ma il sorriso mi si appassisce un po' quando mi ricordo di ciò che avrei voluto dirgli ieri sera, e che alla fine non sono riuscito più a dirgli sopraffatta da altre mille cose. E lui se ne accorge. <<Che succede? Pensavo che ti avrebbe fatto piacere.>> Ed è così, mi scalda il cuore sapere che ha pensato a noi mettendoci prima del suo lavoro, cosa che ovviamente non mi aspetto che faccia costantemente perchè è comunque lecito e giusto che lui lavori e sia libero, ma è giusto che conosca la verità e smetta di fluttuare in un mare di bugie che tento invano di asciugare.
Allora mi tiro su sfuggendo al suo abbraccio per sedermi a gambe incrociate di fronte a lui, che subito si tira meglio a sedere poggiando la schiena nuda alla spalliera imbottita del letto, con un'espressione perplessa e anche lievemente preoccupata. <<Cam, non voglio girarci troppo intorno perchè farebbe soltanto male ad entrambi, ma è giusto che tu sappia che Aidan non è->> Tento. <<Mio figlio, lo so.>> Mi precede concludendo la mia frase e lasciandomi indubbiamente pietrificata in uno stato di confusione, come fa a esserne a conoscenza, non gliene ho mai parlato e, conoscendo il rapporto teso e restio che ha con i miei amici escludo a priori che gliel'abbiano detto loro. <<O almeno lo immaginavo.>> Sospira con una goccia di rammarico coperta da un sorriso forzato che nasconde abbassando il capo, non lo dice ma sento quanto in cuor suo soffra questa cosa, soprattutto perchè penso gli sia ormai più che cristallino chi sia effettivamente il padre. Dispiaciuta gli poggio tentennante una mano sul ginocchio appena coperto dal lenzuolo, e lui non mi scaccia, anzi, ricambia il gesto posandovi sopra la sua. <<Non ho mai detto nulla attendendo che fossi tu a farlo, ma è palese Isabelle, da quando è nato si è lasciato prendere in braccio da me, sì e no due volte, per non parlare del fatto che non mi assomiglia per niente.>> Sospira afflitto stringendo la mia mano con la sua, mi accarezza il dorso di essa con il pollice tracciando delle linee rettilinee e parallele che mi solleticano la pelle, in questo momento sono sorpresa dal suo modo accondiscendente di prendere questa cosa, ma alcun tempo mi sento in colpa per non aver avuto il coraggio di dirglielo fin dal giorno del parto. Sono una codarda.
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Deep Attraction 2
RomanceATTENZIONE: SONO PRESENTI SCENE DI SESSO ESPLICITO! Sequel del primo libro: Sick Attraction. Dopo esser sfuggita da Miami, Isabelle riesce finalmente a ritrovare il suo equilibrio ricostruendo la sua vita da capo in una nuova città, Londra. Troverà...