Deep Attraction 2

CAPITOLO 21

ISABELLE

Lacrime sgorgano incessantemente dai miei occhi offuscandomi la vista, sento il cuore appesantirsi talmente tanto da crollare, cedere e ridursi in mille pezzi, l'anima farsi tanto piccolina da scomparire proprio ciò che vorrei fare io. Diventare un granello di polvere per scomparire, smettere di esistere e non dover più soffrire.

Stavo bene, la mia vita andava alla grande prima che tornassi qui, ma ho sperato comunque fino alla fine che qualcosa potesse andare comunque bene almeno fino al matrimonio per poi potermene andare in tranquillità. Per poter scomparire senza ferire ne me stessa e ne altri. Ma ciò che voglio non si avvera mai.

Mi scoppia la testa, vorrei urlare fino a perdere la voce per liberarmi della sofferenza che mi sta privando del respiro, vorrei scacciare da me stessa quell'ombra che mi sta accoltellando fino a distruggermi, ma non ci riesco.
Vorrei soltanto girarmi e trovare qualcuno pronto a sostenermi, capirmi e stringermi, qualcuno con cui piangere fino a finire le lacrime, ma più mi guardo in torno più mi rendo conto di essere rimasta sola, completamente sola. E' così difficile capirmi?

La gente è troppo abituata a dimenticare ma quando provi quel dolore sulla tua pelle, nulla sfuma nel passato, quello stato di destabilizzazione non se ne va, rimane comunque una parte di te.

Sono sfuggita da Miami per poterlo dimenticare, per poter ricostruire e dar ordine alla mia vita dopo esser stata sottoposta a qualcosa che non riuscivo più a reggere. Mi ha rifiutata ogni volta che gli dicevo di amarlo sbattendomi in faccia la cruda realtà, ossia che per me non avrebbe mai provato nulla, sono arrivata ad un passo dall'essere stuprata e lui al posto di consolarmi mi ha detto che me lo meritavo! Mi ha tradita davanti ai miei occhi, ho sfiorato la morte per la seconda volta per colpa sua, sono finita in coma per giorni, ho attraversato uno stato di depressione dopo l'incidente arrivando ad avere delle allucinazioni.

Mi ha ridotto una merda fino a diventare un emerita nullità, ed ora, che torno tutti cercano di spingermi verso di lui consapevoli di ciò che ho passato, o forse se ne sono soltanto dimenticati perchè così gli conviene, dimenticare è molto più facile. Ma io non ci riesco!

Perchè non mi capite? Perchè nessuno a questo mondo riesce a capire come mi sento io per una volta?!

Scaravento la valigia aperta e piena di tutti i vestiti contro l'armadio, prendendomela come al solito con cose che non c'entrano nulla, soltanto per il gusto di sfogarmi, non riuscendo comunque nel mio intento.

Non ce la faccio più, io ho bisogno di quiete e tutto questo mi sta portando ad impazzire, io vorrei soltanto che qualcuno per una volta mi guardasse e mi dicesse: "Ci sono, guardami", ma dov'è? Dov'è la mia persona, quella medicina quando ne ho bisogno?

Mi porto una mano alla fronte guardandomi intorno con la vista appannata dal pianto, mi guardo attorno, rivedendo dopo tempo immemora la mia camera, la stanza di quello che era l'appartamento che condividevamo tutte e quattro ma che ora è occupato unicamente da Marisol e Sofia.

La mia camera non è cambiata di una virgola, è ancora così dopo anni passati completamente vuota, priva di vita o colore, le mie amiche non hanno spostato nulla, è tutto come ricordavo ma questo mi porta soltanto a ricordare, ad associare ogni cosa ad un ricordo e questo mi sta distruggendo.

Vorrei soltanto spegnere la mente e smettere di ascoltare i miei pensieri.

Sento delle braccia forti avvolgermi prima che io possa anche solo crollare e rovinare a terra priva di forze, mi aggrappo così ad esse per non cadere appoggiando la nuca contro il suo petto, lasciando che mi accarezzi i capelli nel vano tentativo di calmarmi. <<Ho perso anche lei.>> Ho perso anche l'unica persona che mi avesse mai voluto bene, colei che pensavo fosse la sorella che il mondo mi aveva donato, il mio angelo custode dopo aver perso tutto ciò che avevo all'età di soli otto anni. Ma come ogni cosa, sono riuscita a perderla e lei è sfumata via dalle mie mani per proteggersi da me, per non dover soffrire a causa mia. E probabilmente ha fatto anche bene.