CAPITOLO 26

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ISABELLE

Non voglio pensarci.

Non voglio pensare a cosa succederà quando uscirò da questo letto e mi allontanerò da lui una volta per tutte cancellandolo definitivamente, e questa volta per davvero, dalla mia vita, tornando a respirare l'aria della mia monotona routine a Londra.

Non voglio pensare a ciò che è successo ieri sera per non dover ricadere in quello stato di confusione che ormai mi sta soffocando da giorni, in cui non riesco più a venirne a galla per decidere una volta per tutte e mettere la testa a posto, per salvare quel briciolo di sanità mentale che mi rimane.

Non voglio pensare a quando mi dimenticherò però dei giorni che ho passato con lui qui a Miami, per non dover dimenticare come ci si sente a vivere veramente, senza problemi e lasciarsi trasportare dall'onda del desiderio.

Non voglio pensare a come sarebbe dover rimanere, per non rivivere il dolore del ricordo di ciò che mi fece un'anno e mezzo fa, per non crollare di nuovo e lasciargli modo di ferirmi ancora; quella donna, la ragazza che si divertiva a ferire non esiste più, non sono più disposta a sopportare altro per lui, per un uomo che non merita più niente da me quando ne ho già uno che mi ama veramente.

Spesso la vita sarebbe molto più facile se potessimo decidere di non pensare, probabilmente sono proprio questi che ci differenziano dagli altri dando colore al mondo.

Che mondo sarebbe se tutti pensassimo allo stesso modo, se decidessimo di seguire tutti la stessa strada? Il mondo è bello perchè è vario, e anche se fa male certe volte doversi fermare a pensare, non smetterò mai di farlo perchè spesso e volentieri "pensare" ti salva la vita.

Quando sospiro abbandonando l'idea di poter continuare a dormire, e quindi salutando una volta per tutte lo stato di tranquillità in cui ci nascondiamo per non pensare, ossia proprio dormire, schiudo le palpebre accogliendo la luce calda e gioviale del mattino. Un'altra giornata, ma non una come le altre, oggi è il penultimo giorno che passero qui a Miami, o forse dovrei dire l'ultimo perchè domani partirò di mattina quindi non avrò poi tanto tempo da passare ancora qui.

Ci mettono un attimo per riuscire a farlo, ma dopo un po' i miei occhi riescono a scacciare il sonno e a mettere a fuoco l'ambiente circostante, una stanza che conosco fin troppo bene purtroppo, e dove probabilmente non dovrei essere ma come ho già detto, oggi non voglio pensare a complicarmi la vita con dubbi e paranoie, voglio godermi questo ultimo giorno.

Un peso non indifferente sul ventre mi strappa ai miei ragionamenti mattutini alquanto contorti, e quando i miei occhi assonnati si abbassano per controllare ecco che lo vedo, con il viso poggiato sul mio addome, il volto costantemente corrucciato, la fronte aggrottata, i capelli cenere completamente scompigliati come al solito che mi accarezzano la pelle contratta, quelle perle scure chiuse e contornate da folte ciglia nere, il respiro profondo e lento che mi solletica la pancia e le labbra rosee e piene schiuse, mentre stringe i pugni ai lati del mio corpo come a volermi intrappolare. Tanto grande e burbero quanto infantile nei suoi modi di fare e di comportarsi.

Ogni tanto, come se volesse controllare se ci sono o meno anche mentre dorme, mi stringe i fianchi per poi tornare a sonnecchiare beato con la guancia schiacciata al mio ventre. Mi ricorda quando lo trovai ancora così la notte che passammo in barca, è praticamente tre volte me con quella sua schiena muscolosa e le braccia possenti, ma ogni volta me lo ritrovo addosso come se secondo lui non pesasse nulla.

Ma alcun tempo è quasi divertente vedere come mi si avvinghia addosso, è un bambino in cerca di attenzioni.

Gli passo una mano tra i capelli "pettinandogli" il ciuffo scuro all'indietro per non farglielo cadere sulla fronte e lui mugugna soddisfatto, allora continuo a massaggiargli la testa con fare distratto quando per l'ennesima volta mi ricordo quanto lui e Cam siano diversi anche in cose banali come questa.

Deep Attraction 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora