Deep Attraction 2

CAPITOLO 17

ISABELLE

Nei suoi occhi balena una luce diversa, quasi fosse stupore come se non se lo aspettasse, come se non credesse sul serio che io accettassi di aiutarlo e probabilmente non dovrei farlo ma non mi fa nemmeno il tempo di dubitarne, perchè subito congiunge le nostre bocche ed io perdo la capacità di pensare o di formulare frasi sensate.
Si ciba di me come se fossi un bicchiere d'acqua e lui un uomo assetato dopo un'eternità passata in un deserto, intreccia le nostre lingue in una danza frenetica e irruenta tanto che arrivo ad ansimare senza fiato non riuscendo più a stargli dietro. Incastra le mani tra i miei capelli attirandomi ancora di più a se ed un gemito soddisfatto mi attraversa il corpo, quando sento la sua erezione stretta in quei suoi pantaloni, spingere tra le mie gambe infondendomi scariche di piacere. Mi desidera e non ha mai avuto paura di palesarlo a parole o a gesti, infatti, sfila le mani dai miei capelli per affondarle nei miei glutei e posizionarmi meglio sulle sue gambe e strusciare le nostre intimità divise soltanto da degli inutili indumenti.

La sua erezione mi accarezza l'intimità che si accende di lussuria vogliosa di sentirlo ancora meglio. Sentire dopo tempo di nuovo quelle scariche di piacere mi porta a volerne di più, infatti aumento il movimento dei miei fianchi gemendo contro la sua bocca eccitata.

Ansante mi sfila la maglia di dosso rivelando i miei seni scoperti, non porto il reggiseno e questo sembra accendere in lui una fiamma ancor più ardente di libido, di quell'attrazione profonda che ci ha sempre legati.

<<Cazzo, mi fai impazzire Belle.>> Mi bacia la clavicola scendendo sul petto fino a passare affamato, la lingua tra i miei seni, mi divora con bramosia, mi morde i capezzoli con sfacciataggine mandandomi in estasi.

Per quanto io gradisca il trattamento gentile e buono che tutti mi riservano ultimamente, con lui mi sento dannatamente viva quando mi tocca con brutalità, quando mi reclama con libidia, con quel suo modo carnale e bruto di possedere il mio corpo, la mia mente e la mia anima.

Con un movimento fluido mi stringe i fianchi tra le mani grandi alzandomi per sollevarsi dal pavimento e sdraiarmi sul letto di quella che era camera sua, la smania e l'ingordigia di possedermi si bilancia con la delicatezza e cura con la quale mi poggia sulle lenzuola mandandomi in estasi la mente.

Sa essere barbaro ma zelante alcun tempo, come se volesse dimostrarmi che brama il mio corpo da morire, ma che per lui non sono soltanto una macchina da sesso, lui a me ci tiene.

Si posiziona tra le mie gambe accarezzandomi le gambe ancora avvolte dai miei jeans, fino ad arrivare ai bottoni e iniziare a sbottonarmi e sfilarmeli di dosso con un gesto delicato e fluido, contrariamente alla sua successiva presa alle mie cosce in cui affonda le mani nella mia carne con ferocia.

Mi bacia sfiorando con le labbra ruvide e carnose il mio ventre piatto arrivando quindi infine al mio tatuaggio, la scritta incisa proprio sotto il seno sulla quale si sofferma più del previsto, ne lambisce ogni lettera con la lingua come a volerne divorare il significato e a me, in mezzo a quel mare di lussuria e eccitazione, si scalda il cuore.

Riporta allora il viso davanti al mio e mi morde il labbro con avidità, incastrando quei carboni ardenti accesi di concupiscenza nelle mie iridi verdi, ne coglie ogni emozione, ne ascolta ogni parola e fa sue tutte le cose che i miei occhi sembrano tramandargli.

<<Vivis in mea anima, volas in meo capite.>> 

Dichiara in un sussurro serio e risoluto con gli occhi incastonati nei miei mentre percorre con le mani il profilo del mio corpo, il mio cuore si ferma nello stesso momento in cui le sue parole rimbombano nella mia testa come un eco infinito. Sincerità, ecco cosa vedo in quei suoi occhi notturni, e per qualche banale motivo al posto di rifiutarlo sorrido, sorrido come non sorridevo da tempo.