CAPITOLO 18

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ISABELLE

Incoerente come un vento funesto nel bel mezzo di un naufragio, penso, mentre mi rigiro svogliata e annoiata tra le mani, il calice lievemente appannato dal mio respiro e vuoto del mio drink già finito, da cui scorre sulla coppa una goccia di vino di un rosso rosato e lievemente trasparente; lenta ne accarezza il bordo per poi lasciarsi cadere lungo la coppa del calice percorrendone tutta la struttura lasciando dietro di se una scia quasi invisibile. Prima che arrivi allo stelo però la raccolgo con il dito portandomela alle labbra, e lasciandomi addolcire dal sapore dolciastro ma amaro alcun tempo.

Come mi ero ripromessa poco tempo fa, sono venuta a fare una visita a Frank per vedere come se la passano qui dopo un anno in mia assenza, o meglio, dopo un anno dal momento in cui sono partita senza dirgli niente. E' mattina quindi non c'è nessuno se non appunto lui che si fa qualche conto sugli incassi della sera prima che, a quanto vedo dev'essergli andata proprio bene.

Quando sono arrivata è rimasto per un momento spiazzato, e lì per lì ho seriamente pensato che fosse ancora arrabbiato con me per essermene andata senza dirgli nulla, ma poi quando mi ha abbracciata come faceva più di un anno fa ho capito che non era cambiato nulla, questo omone barbuto è rimasto ancora il gigante tenero che mi ha tenuta sotto la sua ala per anni. Ed ora eccoci qui, lui se ne sta dietro al bancone ad asciugare indolente qualche bicchiere, dopo che mi ha versato un calice di vino come simbolo di "bentornata", anche se ormai non tornerò più a lavorare qui, non per questo non passerò comunque a salutare ogni tanto.

Certo, avrei preferito che mi vedesse in condizioni migliori ma purtroppo sono uno straccio ultimamente e nasconderlo a lui mi è sempre riuscito impossibile, mi capisce con poco, probabilmente è per questo che siamo sempre andati d'accordo. Due giorni fa ho passato tutta la notte a litigare con Cameron, quando sono tornata a casa dopo essere stata dai Miller, l'ho trovato in camera nostra con il computer a lavorare e inizialmente non mi ha rivolto parola e nemmeno uno sguardo a Aidan, poi quando ho cercato un appiglio per parlare mi ha praticamente sbranata viva. Tutte questa situazione non sta giovando a nessuno, io sono sempre più fiacca, lui è costantemente nervoso e ormai non si fida più ma alla fine, come posso biasimarlo?

Ovviamente non gli ho detto nulla di ciò che abbiamo fatto io e...Damon, avrei soltanto peggiorato ancor di più la situazione, quei due sono sul sentiero di guerra ormai e attizzare ancor di più il fuoco con altra legna è da stolti, quindi diciamo che ho omesso qualche verità, tutto qui.

Domani è il nostro anniversario, un anno insieme, ma non so nemmeno se lo festeggeremo visto che non mi sta più rivolgendo la parola da due giorni e lo capisco, ma mi fa star male vederlo distante e freddo, so che è colpa mia ma avrei tanto voluto non aver rovinato anche una tra le poche cose che mi facevano stare bene.

La sera torna a casa e senza nemmeno cenare va letto, a Travis e alla mia amica rivolge qualche parola ogni tanto di cortesia giusto perchè ci stanno ospitando, e l'unico a cui rivolge qualche attenzione è Aidan che però lo schifa visibilmente anche se lui non lo nota. Che bel quadretto orrendo.

<<Figliola, che n'è stata della mia ragazzina sempre sorridente? Ricordo che sorridevi sempre.>> Ridacchia il mio vecchio preferito facendo per versarmi altro vino che però rifiuto con un gesto educato della mano, non sono venuta per offuscare i miei problemi con l'alcol.

Di quella "ragazzina" penso ormai non ne sia rimasto più nulla, la promessa che feci ai miei genitori si sgretolò nello stesso momento in cui una lacrima mi rigò il viso per la prima volta dopo la loro morte, e ormai da quel momento ne è passato di tempo, quasi non ricordo più come si faccia a sorridere, so solo che in questo istante la mia testa è talmente piena di problemi che non riesco nemmeno a trovare un secondo per respirare. <<La cerco da un tempo vecchio mio, ma non sembra spuntare.>> E' completamente sfumata via, come i trucioli di una gomma dopo aver cancellato per l'ennesima volta segni troppo ricalcati di matita su un candido foglio bianco. Ed è un po' quello che vorrei fare con i miei problemi, cancellare gli scarabocchi che gli altri hanno fatto sul foglio bianco della mia vita, con la gomma di un sorriso e liberarmi dei trucioli con un soffio veloce ma a quanto sembra, i ruoli si sono invertiti. Il disegno ricalcato sul foglio era il mio sorriso, la gomma i miei problemi, e i trucioli il rimasuglio della mia felicità che gli altri hanno soffiato via dalla mia vita con una facilità disarmante. Senza nemmeno chiedermi permesso.

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