98 - Una ritirata di rimorsi

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Tseren percorse in volo il sentiero che congiungeva il covo nella selva con il Capoluogo della Zona degli Altopiani. Fortunatamente il cielo era gonfio di nuvole nere e volando ad alta quota il Drago poteva rimanere celato. Stava per perdere le speranze quando scorse un drappello tra le chiome degli olmi e riconobbe la voce stridula di Iikka Jerd. Atterrò proprio di fronte a loro, abbattendo un albero per farsi spazio nella folta foresta.

Esclamazioni di terrore si alzarono dal gruppo, dal momento che molti di loro non avevano mai visto la forma animale del Drago. IJ alzò la voce per sovrastare i tuoni in lontananza e tranquillizzare i fuggitivi.

Agata saltò giù e corse incontro ai ragazzi, mentre Tseren, appoggiando una zampa su un secondo olmo, piegava il tronco con una facilità incredibile. Non voleva mutare di nuovo, ma i rami gli si conficcavano fastidiosamente ovunque, così con un'artigliata tagliò di netto una chioma.

«Draghetto, non mi sembra il modo migliore per convincere i nostri amici che sei innocuo.» Shunì spuntò dalle retrovie e si avvicinò al rettile per aiutarlo a liberare la coda impigliata tra due arbusti.

L'Ascendente si era intanto avvicinata agli altri e aveva riferito loro cosa fosse accaduto nel rifugio. «Grazie al cielo non eravate lì quando siamo stati attaccati dalla FSI!»

«La sommossa in città è andata avanti per ore e le strade si sono riempite di Audaci. Erano ovunque, hanno rastrellato praticamente ogni casa alla ricerca dei tre Primi Profeti» spiegò IJ agitato. «Pensi che la guardia della FSI lavori con-»

«Li hanno trovati?» lo interruppe l'Ascendente.

«No, li abbiamo lasciati in mano agli Gnomi. Non credo che vedranno più la luce del sole. È risaputo che gli Gnomi non sono creature molto... compassionevoli» spiegò il Fauno.

«Bocciolo Umile probabilmente è già morta. Aveva una ferita grave alla testa, in quel marasma è impossibile che non si sia presa qualche infezione. Diciamo che nessuno di noi si è fatto in quattro per medicarla subito...» A parlare era stata Lilian e Agata si stupì che fosse lì perché non la vedeva da settimane. La ragazzina infatuata di Harris doveva aver raggiunto il gruppo nella speranza di essere notata dal capo dei dissidenti.

Agata cercò lo sguardo di Tseren ma si ricordò che in quella forma il Drago non capiva il linguaggio degli uomini. Era scossa dalla notizia, sebbene in cuor suo sapesse già che era impossibile che Lakitaii fosse sopravvissuta alla folla inferocita. Se Xhoán fosse stato lì si sarebbe sicuramente adoperato per salvarle la vita, ma lo sciamano era a centinaia di chilometri di distanza, ignaro di quanto era accaduto per colpa di Agata.

«E adesso cosa facciamo?» chiese allarmato IJ. «Non possiamo lasciare Harris nelle mani della FSI! Ma non abbiamo neanche più un rifugio. Cosa facciamo?» Il Fauno si grattava nervosamente le guance pelose e tamburellava gli zoccoli sul terreno umido.

«Torniamo al vigneto. Lì saremo al sicuro e potremo fare il punto della situazione, capire in quanti siamo rimasti, mandare delle richieste di aiuto ad altre squadre di dissidenti...» lo tranquillizzò Agata, che come al solito aveva già cominciato a delineare una strategia.

«Chi è che ti ha messo al comando, scusa?» Gli occhi di Lilian si erano stretti in una fessura per il fastidio, ma il resto del gruppo la azzittì malamente. Nessun altro pareva condividere le sue perplessità: la persona più adatta a ricoprire il ruolo di Harris non poteva che essere lei, la sua mano destra, colei che aveva scoperto l'identità dei tre fondatori della Setta, la ragazza in grado di domare la creatura spaventosa che in quel momento soffiava impaziente sulle loro teste.

«È un ottima idea, Agata. Delle persone che sono state catturate dalla FSI solo Harris conosce la posizione della vigna e... beh, ci fidiamo tutti di Harris, credo» Shuinì intervenne a dare man forte ad Agata, lanciando a Lilian un'occhiata di sufficienza.

«Alla vigna, dunque!» esclamò il Fauno.

Tseren non aveva problemi a orientarsi e si fece carico di guidare attraverso il canyon il gruppo composto da una ventina di persone, fino alla zona collinare dove si trovava il punto di ritrovo principale sugli Altopiani. Dal momento che nella sua forma di Drago rischiava di essere avvistato facilmente, il levantino era stato presto costretto a tornare uomo, sebbene si sentisse più al sicuro quando indossava un'armatura di scaglie inscalfibili con cui avrebbe potuto fare da scudo ad Agata e agli amici.

L'unica ad aver portato con sé i propri averi era proprio Agata, che non si separava mai dalla borsa in cui era riposta la sua, di armatura, la leggera cotta di maglia fatta con l'oro degli Gnomi. La levantina aveva sempre con sé anche un pantalone di ricambio per Tseren, nel caso fosse stato costretto a mutare all'improvviso, come era accaduto la sera prima.

«Quando si dice una fidanzata previdente!» commentò Iikka Jerd. «Non so cosa faresti senza Agata, Tseren».

«Non lo so neanche io» rispose l'altro serio mentre si stringeva il pantalone in vita.

Gli occhi fluorescenti del Fauno percorsero con curiosità il torace ricoperto di cicatrici. Non era la prima volta che vedeva i segni che gli esperimenti della FSI avevano lasciato sul corpo del Drago, ma quella mattina avevano un significato diverso. Sapere che il suo migliore amico era in mano alle persone che avevano torturato tanto brutalmente Tseren gli strappava qualsiasi voglia di scherzare.

Tseren prese per mano Agata e fece cenno agli altri di seguirlo. Dovevano al più presto allontanarsi dalle tracce che nelle sembianze di Drago aveva lasciato nel terreno.

L'Ascendente si lasciò guidare dal senso dell'orientamento impareggiabile del levantino. Non aveva voglia di parlare, perciò rispose con mugugni alle domande insistenti di IJ finché il Fauno non si arrese e la lasciò in pace.

Lakitaii era morta. Una persona era morta per colpa sua.

Non si era sporcata le mani lei stessa, ma nel momento in cui aveva puntato il dito contro la donna l'aveva condannata perché non c'era speranza che lasciasse viva quella piazza. Agata aveva agito d'impulso, non era stata una decisione premeditata, ma aveva assecondato un parte di sé che non le era mai piaciuta. La ponentina sapeva essere spietata come le persone che disprezzava, il fatto che riuscisse a prevedere come si sarebbero comportati i suoi nemici non poteva che significare che la sua mente non era poi tanto diversa dalla loro. Non riusciva a togliersi dalla testa le parole che le aveva rivolto tempo addietro Anaheera. Se avesse avuto una vita diversa, se non fosse cresciuta in simbiosi con un'amica buona come Holly Dee, se non fosse stata l'Ascendente dell'ultimo Drago vivente, magari avrebbe seguito un percorso simile a quello della scienziata che avevano salvato. Anaheera non era crudele, era semplicemente una persona disposta a valicare determinati confini in nome della scienza. Agata era disposta a fare lo stesso, seppur per altri motivi, e questo la rendeva più simile a A-8Z8 di quanto avrebbe voluto. Nel giro di qualche minuto aveva decretato che Lakitaii non meritava di vivere. Chi era lei per condannare un'altra persona a una fine tanto atroce?

In preda ai tremori la ponentina si massaggiò le tempie, ripetendosi che non era il momento di farsi prendere dai sensi di colpa. A-8Z8 aveva trovato il modo di tendere loro una trappola. Di nuovo. Con ogni probabilità aveva saputo che Tseren era nel Capoluogo degli Altopiani, magari aveva persino partecipato alla manifestazione della mattina ed era presente quando Lakitaii, la donna che era stata la sua amante per anni, era stata aggredita. Una cosa era certa, il fondatore della FSI era sempre un passo avanti a loro. Ne avevano avuto l'ennesima conferma.

***NOTA***

Quando spunto tra queste pagine non so mai cosa aspettarmi. Insulti, forse...  
Quanto vorrei potermi dedicare in santa pace alla scrittura, davvero non avete idea del senso perenne di spaesamento che provo per essere finita a fare un mestiere che non c'entra niente con chi sono. So che molti di voi sono molto giovani, non posso che raccomandarvi di non sottovalutare le scelte che indirizzano il vostro futuro dopo la scuola. Il tempo che impiegate a conoscere voi stessi durante l'adolescenza è tutto tempo guadagnato dopo... ve lo assicuro!  

Almeno ho la fortuna di vivere in un'epoca in cui posso condividere comunque i miei racconti.

 Scusate lo sfogo, torniamo alla storia. Pian piano ci avviciniamo al gran finale, sebbene Harris non vi stia simpatico... non possiamo mica lasciarlo in mano alla FSI, che dite?

Elaine

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora