56 - Partenze riflessive

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La prima a partire fu Anaheera. Le era impossibile integrarsi veramente con quel gruppo di dissidenti esaltati che consideravano l'organizzazione scientifica di cui aveva fatto parte per oltre dieci anni alla stregua della Setta degli Audaci. A-8Z8 aveva forse sbagliato a immischiarsi di politica, ossessionato dalla ricerca del consenso di entrambe le forze che si litigavano il dominio del continente, invece che all'unica ricerca che meritava di essere perseguita: la scienza. Ma non stava a quei ragazzetti allo sbando giudicare l'operato di una mente tanto eccelsa, così come non stava a lei condannarlo per averla utilizzata come esca.

Agata aveva ragione; Anaheera non provava rancore né nei confronti di A-8Z8, né della FSI, ma era consapevole di non poterne più fare parte. Aveva buttato all'aria il lavoro di una vita  per un ragazzo semi-umano che aveva sentito il bisogno di conoscere, di consolare, di accudire...

Tseren la salutò con un inchino distaccato. Altrettanto fece il giovane dai capelli rossicci che teneva le fila di quel teatrino. Agata le augurò buon viaggio e le disse che a Ponente si sarebbe trovata bene; era sincera ma non c'era calore nella voce. Non era così che si era immaginata l'Ascendente di Tseren; c'era qualcosa, nella freddezza della ponentina, che la metteva profondamente a disagio.

La giovane studiosa si arrampicò su un'imbarcazione a vela che l'avrebbe lasciata al porto del Capoluogo della Zona Costiera; da lì si sarebbe poi imbarcata per il continente occidentale. Il viaggio sarebbe stato molto lungo, ma Ana ne avrebbe approfittato per leggere, mettere in ordine gli appunti che aveva arraffato in fretta e furia, e soprattutto decidere cosa fare del resto della propria vita.

Nel salire a bordo, la levantina inciampò in una cima arrotolata e cadde rovinosamente sul ponte di legno, sbucciandosi un ginocchio.

Il comandante del natante era una ragazzino appena maggiorenne, che parve esitare prima di aiutarla a rialzarsi. Non sapendo dove mettere le mani, la afferrò impacciatamente sotto le ascelle; se la scienziata non fosse stata tanto minuta, probabilmente non sarebbe riuscito a sollevarla.

Anaheera guardò sconsolata la ferita superficiale, ma lo rassicurò subito con un gesto della mano. Non aveva finito di alzarsi che sbatté la fronte sul boma, lasciato incautamente molto basso.

Mortificato, il giovanissimo comandante si catapultò ad armeggiare con una manovra colorata, una cordicina che gli permise di alzare di qualche centimetro l'asse di legno che sosteneva la vela principale.

«Perché continuo ad avere l'impressione di averla già incontrata?» commentò sottovoce Gregor, osservando Anaheera massaggiarsi afflitta la fronte arrossata.

«Perché ti ricorda Agata. O meglio com'era Agata quando l'hai conosciuta...» gli rispose la moglie, realizzandolo anche lei in quel momento.

«Hai ragione!» ribatté Greg grattandosi la cute bruciata dal sole. «Le assomiglia anche fisicamente! Dici che è per questo che Tseren si è affezionato a lei? Perché gli ricordava Agata?»

«Probabile» commentò ancora Holly Dee, incrociando in quel momento lo sguardo intenso del Drago. Tseren aveva chiaramente udito il loro scambio e la ponentina lo vide guardare prima l'una, poi l'altra ragazza, per valutare la sua teoria.

In quei giorni che erano stati molto a contatto, Holly aveva imparato a comprendere lo strano ragazzo di cui la sua migliore amica era innamorata. Il Drago era così trasparente che non era difficile indovinare cosa lo muovesse: l'affetto sconfinato verso Agata, la gelosia nei confronti di Harris, il disagio quando era in mezzo agli altri dissidenti, la curiosità per il piccolo Basil...

Tseren le piaceva. E molto. A lungo era stata dilaniata tra la volontà di appoggiare Agata e il risentimento nei confronti del forestiero che le aveva spezzato il cuore, gettandola nella depressione più nera e rendendola fredda e calcolatrice quasi quanto l'uomo che li aveva divisi.

Anche ora che si erano ricongiunti, l'amica continuava a indossare quella maschera di duro distacco che l'aveva difesa tanto a lungo, e che le aveva permesso di non arrendersi di fronte a un ostacolo insormontabile. Se c'era qualcuno in grado di aiutarla a ritrovare la sua dolcezza era proprio il giovane metà uomo, metà creatura misteriosa, che riusciva a scombussolare le sue emozioni tanto facilmente. Holly Dee sospirò nella speranza che il tempo avrebbe guarito non solo le ferite sanguinanti di Tseren, ma anche quelle invisibili di Agata.

***

Quando anche Holly Dee e Gregor espressero il desiderio di tornare a casa, a Ponente dalle loro famiglie, Agata si decise a prendere finalmente di petto la decisione sul loro futuro. La priorità non poteva che essere trovare una cura per il male di Tseren, e in fondo, dopo quelle settimane in compagnia dei suoi migliori amici, la ponentina sentiva un profondo desiderio di rimanere un po' sola con il Drago. Ora capiva cosa aveva provato a dir loro Xhoán e si sentiva pronta ad affrontare qualsiasi cosa li stesse allontanando.

Il Drago era più premuroso che mai; la vicinanza di Ana lo aveva, se possibile, reso ancora più diretto. O forse era mosso dall'invidia nei confronti di Harris, il sentimento dorato che l'Ascendente aveva imparato a riconoscere nelle sue iridi cobalto. Per un motivo o per l'altro, Tseren le stava costantemente intorno, e la ragazza si ritrovava sempre più spesso a pensare a quanto le piacesse quella sensazione: l'impressione che il ragazzo fosse come un satellite legato a lei dalla forza di gravità. Il legame Drago-Ascendente era una legge naturale, proprio come la gravità, ma non le era mai sembrato invasivo; la ancorava a terra facendola sentire al sicuro.

Tseren si illuminò di fronte alla proposta che sperava di sentire da giorni. «Agata, ti prometto che pareggeremo i conti con Utukur e aiuteremo i tuoi amici a fermare la Setta degli Audaci. Dopo che avrò trovato i Draghi d'acqua e mi sarò rimesso in forze, affronteremo i nostri nemici, uno per uno» le promise serio.

«E se anche non potremo combattere questa guerra con loro, ma dopo di loro, va bene lo stesso, Tseren. Voglio guarirti, voglio guarirti davvero». Nel sentire la voce di lei tremare, il Drago la strinse a sé con riconoscenza. Agata era così preziosa per lui, come niente e nessuno lo sarebbe mai stato, e, in preda a quella consapevolezza, fece fatica a lasciarla andare.

«Sarebbe per te troppo presto se partissimo dopodomani?» le chiese a bruciapelo. «Dopodomani è il primo giorno di Luna nuova e potremmo perlustrare la costa in volo. Credo che sia impossibile esplorare le scogliere a piedi» spiego titubante. «Ma se è troppo presto, possiamo anche aspettare un altro mese...» si pentì immediatamente di averle messo pressione, memore di quanto era accaduto quando avevano lasciato in fretta e furia le Paludi.

«Non è troppo presto, Tseren. È ora di partire, sono d'accordo con te. Ci penserò io a spiegare agli altri le nostre ragioni...» valutò l'Ascendente; i suoi occhi scuri non lasciavano trasparire alcun dubbio.

«Sono sicuro che Harris capirà. Non sarà contento, ma capirà» replicò il Drago. «E anche io ho una promessa da mantenere, prima di partire». E lo sguardo del levantino si posò su Gregor.

***NOTA***

Anaheera è stata proprio una meteora. So che alcuni di voi si sarebbero divertiti a vederla tessere intrighi per separare Agata e Tseren, ma tranquilli, per quello c'è sempre il buon Harris. Lui non va da nessuna parte.

È arrivato il momento di cercare seriamente questi Draghi d'acqua! Insomma, Tseren sta sempre peggio e non mi sembra che i dissidenti siano in procinto di scatenare chissà che rivolta, quindi meglio affrontare un problema alla volta.

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora