114 - Uno spettacolo spezzato

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«Cosa... cosa hai intenzione di fare?» tremò Agata. Aveva avuto l'impressione che il dirigibile si fosse arrestato per qualche minuto, ora, invece, aveva preso a muoversi perpendicolarmente al suolo, allontanandosi lentamente dai tetti delle case. Almeno a breve sarebbe riuscita a vedere nuovamente Tseren.

«Vuoi sapere cosa ho intenzione di fare con te?» replicò l'altro inclinando il capo. Una ciocca nera gli sfuggì dall'acconciatura e si srotolò sulla manica argentea come un rivolo di sangue scuro.

«Con Tseren. Perché vuoi che perda il controllo? Ormai è nelle tue mani» lo incalzò la ragazza mentre continuava a gettare con agitazione lo sguardo verso il laboratorio, nella speranza di scorgere il corpo blu del Drago.

«Non te l'ho già detto una volta, Agata? A volte le idee migliori sono quelle che arrivano all'improvviso. Tipicamente pianifico tutto, però rimango sempre aperto alle illuminazioni inaspettate. Poco prima che attaccaste il laboratorio, mi è venuto in mente che avrei potuto approfittarne per risolvere un problema che mi trascino dietro da... beh, da centinaia di anni...» La voce di A-8Z8 era carica di un senso di attesa. Gli occhi si erano stretti in uno sguardo compiaciuto. Eppure l'uomo non era rivolto verso Agata, guardava giù verso le onde spigolose di costruzioni di roccia aggrappate al canyon.

Agata non riusciva a seguire i ragionamenti dell'altro perché il cuore di Tseren si era riempito improvvisamente di un tumulto diverso da quello che lo aveva scosso fino a quel momento. Si trattava di un'agitazione differente rispetto a quella che la ragazza percepiva da quando erano stati separati. Fino a poco prima, la paura di Tseren era rivolta principalmente verso se stesso, o meglio verso l'eventualità che la lontananza dalla sua Ascendente sguinzagliasse la belva. In quel momento, invece, il Drago aveva paura per l'incolumità della ragazza che amava ed Agata osservò con attenzione il fondatore della FSI. Quale idea folle riempiva di eccitazione il suo animo solitamente sterile?

«Quanto detesto questa città» proferì infine l'uomo.

La ponentina rimase immobile, illudendosi che se non avesse emesso neanche un respiro, A-8Z8 si sarebbe dimenticato di lei. E di qualsiasi cosa avesse in serbo per lei.

«Sai cos'altro detesto, Agata?» chiese ancora lo studioso, tornando a fissarla. «Quando qualcuno sfida la mia autorità. Tu, il tuo amico dai capelli rossi e la ridicola banda che avete messo in piedi. Pensavi che avrei soprasseduto al fatto che avete seminato il seme del tradimento tra i miei scienziati? Che avrei ignorato che il primo laboratorio che ho fondato, dove erano custoditi i documenti originali delle mie prime scoperte, è ora un ammasso di macerie?»

Agata si portò una mano al petto. Da dove usciva quel rancore? Fino a un attimo prima, A-8Z8 l'aveva trattata con la cortesia che si rivolgeva a una vecchia conoscenza. Ora la trapassava con uno sguardo di condanna definitiva.

«Tseren non è sacrificabile.» La ragazza tentò di ricordargli che non poteva compromettere il suo esperimento più importante, ma lui si limitò a guardarla con fastidio.

«Non sei di certo tu che devi dirmelo» le si rivolse con un tono acido e, voltandosi di tre quarti, fece cenno al pilota di prendere quota.

Mentre il dirigibile si sollevava, Agata strinse le mani attorno al parapetto di metallo e si affacciò per scorgere Tseren. Riusciva ancora a percepire la sua umanità, ma A-8Z8 stava mettendo una distanza pericolosa tra loro.

Cercò di formulare un'ipotesi con le informazioni frammentate che il fondatore della FSI aveva condiviso con lei. A-8Z8 aveva preparato il laboratorio per la seconda fase del progetto di ricerca su Tseren; aveva aspettato pazientemente il loro ritorno, confidando che il desiderio di vendetta di Agata li avrebbe condotti nella sua trappola, e poi... poi aveva cambiato piano perché detestava il Capoluogo degli Altopiani.

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora