43 - Un ricatto ferito

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I ragazzi attendevano, in rispettoso silenzio. Anche se erano rimasti ad ascoltare, sapevano bene che quella era una discussione tra il Drago e l'Ascendente. Shuinì fece cenno allo Gnomo e al Fauno di lasciarli, ma mentre Nhyn Tray accolse la sua proposta con un'espressione sollevata, IJ scosse impercettibilmente il capo, come a rispondere che, per niente al mondo, si sarebbe perso la scena.

Il sole era ormai alto nel cielo e, accecante, faceva capolino da dietro la montagna di spazzatura, un ammasso di mobili ammuffiti e arnesi rotti, alto almeno cinque metri.

«Il suo nome è Anaheera. Ana...». E Tseren fece una pausa mentre cercava lo sguardo di Agata. Il volto dell'Ascendente era indecifrabile. La ponentina dava l'impressione di essere profondamente delusa, ma non era da lei giudicare prima di conoscere, e così il Drago pesò bene le parole, nonostante avrebbe preferito raccontare le cose esattamente come stavano.

«Tra tutti gli scienziati con cui ho avuto a che fare quando ero prigioniero, Ana è stata l'unica che mi ha trattato con dignità. Non mi ha mai fatto del male e ha cercato in tutti i modi di spiegarmi passo passo la sua ricerca. Con le sue medicazioni improvvisate, si preoccupava di lenire le ferite che gli esperimenti degli altri mi lasciavano. E con le sue riflessioni mi ha aiutato a capire cosa passasse per la testa dei miei aguzzini. Veniva a trovarmi persino nel suo giorno di riposo... Avrebbe potuto fare qualsiasi altra cosa, ma sceglieva di trascorrere il suo tempo libero con me... Per paura che perdessi la speranza» raccontò loro il Drago con le iridi bicolore puntate su un punto indistinto dell'orizzonte.

«Hai capito la scienziatina? Prima ti torturava e poi ti consolava». Tra i denti, Iikka Jerd si lasciò sfuggì una risatina sprezzante e Harris gli diede subito una gomitata per intimargli di fare silenzio.

Nessuno degli altri ragazzi osava fiatare, erano tutti in attesa che Agata esprimesse un'opinione. Holly Dee era l'unica, oltre a Harris, che riusciva a cogliere quanto la migliore amica fosse stata ferita da quella rivelazione improvvisa. La ragazza dai boccoli grano stringeva con forza a sé il piccolo Basil, sbattendo freneticamente le palpebre in cerca dello lo sguardo del marito. Gregor era però troppo impegnato a fissare con incredulità il Fauno; persino lui, che amava scherzare in qualsiasi momento, non avrebbe mai fatto un commento simile.

«Temevamo che Utukur ci stesse rincorrendo per il continente e invece ha trovato l'unico modo per costringermi a tornare da lui». Tseren pronunciò quelle parole con una rassegnazione tale che il volto dell'Ascendente fu attraversato da un furore difficile da contenere.

«Possiamo scambiare un attimo due parole? Solo io e te?» Agata si pentì di non averlo chiesto prima. Al dubbio atroce che il legame tra Tseren e quella scienziata andasse ben oltre l'amicizia, instillato dall'affetto che riconosceva nella voce di lui, si sommava l'umiliazione espressa dalle occhiate piene di commiserazione dei suoi amici. Era evidente per tutti che Tseren non le aveva mai parlato di quella donna.

Solo quando furono molto distanti da dove erano riuniti gli altri, Agata si decise a puntare i suoi occhi carichi di frustrazione in quelli confusi del Drago.

«Dobbiamo trovare il modo di salvarla, Agata. So che non siamo pronti ad affrontarlo, ma se a un certo punto non ho perso la sanità mentale è soprattutto grazie ad Ana e...» riprese subito Tseren, fermandosi solo quando si accorse che lo sguardo della ponentina si erano fatto improvvisamente lucido.

Agata lottò con se stessa per non piangere. Possibile che bastasse così poco a farla crollare? Aveva creduto che fosse stata lei, il suo ricordo, a sostenere Tseren nei cinque anni in cui erano stati separati; e invece qualcun altro lo aveva accudito nel momento del bisogno e lo aveva distratto dalla spirale di pensieri negativi che rischiava di separare definitivamente le sue due nature. C'era stata un'altra donna nella vita di Tseren. Bastava quello a destabilizzarla; l'eventualità che Anaheera fosse stata per lui più di un'amica: una compagna di cui il Drago si era fidato, a cui aveva confidato le sue paure, su ci aveva fatto affidamento, bruciava per Agata come un tradimento.

Prima di lasciarsi non si erano promessi niente, non c'era stato il tempo di promettersi niente. Non c'era stato neanche il tempo di rassicurarsi su quanto provassero l'uno per l'altra, sui sentimenti da custodire preziosamente finché non si fossero ritrovati. Non si erano promessi niente, si poteva usare dunque il termine tradimento, tra loro?

«Mi stai dicendo che sei disposto a tornare in gabbia per questa persona? E io?! Cosa devo fare io? Vuoi che me ne torni di nuovo da sola a Ponente?» strinse i pugni incapace di evitare che la voce assumesse una sfumatura sgradevole.

«Non dirlo neanche per scherzo, Agata. Sai che non mi separerei mai di nuovo da te. Ma magari c'è un modo per aiutare Ana, io... L'idea che Utukur le faccia del male solo perché si è affezionata a me, mi fa venire voglia di radere al suolo tutto. Tutto». Il Drago si batté una mano sul torace, come per contenere le fiamme che crescevano nel petto e, come ogni volta che un'emozione molto forte si impossessava di lui, i colori delle iridi si invertirono.

Al contrario della combinazione armoniosa di tonalità da cui Agata era stata stregata fin dal primo istante, gli occhi ambra chiazzati di blu appartenevano a un altro essere, a un'entità antica, incontrollabile e terrificante. Ogni volta che si verificava quell'inquietante fenomeno, l'Ascendente era colta da una paura ancestrale che le suggeriva di fuggire il più lontano possibile da lui e, anche in quel momento, complice forse la delusione di avere scoperto che c'era un'altra donna a cui Tseren teneva, avrebbe solo voluto allontanarsi da lui.

«Tseren. Non asseconderò mai questa idea suicida! Siamo già caduti in una trappola di A-8Z8, non permetterò che accada di nuovo! Se anche decidessi di consegnarti di tua spontanea volontà, non c'è nessuna garanzia che A-8Z8 risparmierebbe la vita della tua amica» rispose l'altra facendo un passo indietro.

«Non dico che dobbiamo cedere al suo ricatto, ma magari c'è comunque un modo per aiutare Ana. Io devo salvarla, Agata. Ti prego» insistette il levantino e l'Ascendente sentì di nuovo, più chiaro che mai, il bisogno di rimanere sola per schiarirsi le idee. Se fosse stata costretta a sentirlo ripetere ancora una volta il nome di quella scienziata, avrebbe assecondato le emozioni invece che ragionare lucidamente sull'ennesimo ostacolo che si presentava sul loro cammino.

«Agata, ho un debito nei suoi confronti. Non hai idea del sollievo che mi ha dato il tempo trascorso con lei... » Le parole del Drago erano troppo sincere; per la prima volta Agata sperò che il ragazzo non fosse così trasparente.

«No» sentenziò infine la ponentina. «Non torneremo in quel maledetto laboratorio. Non ci metteremo di nuovo nelle mani di quell'essere infame. Significherebbe rinunciare a qualsiasi possibilità di essere felici, Tseren» la voce di Agata tremava. Non sarebbe riuscita a trattenere le lacrime ancora per molto.

Lui ricambiò quelle parole con uno sguardo duro. «Diresti lo stesso, se la persona a rischiare la vita per colpa nostra fosse Harris?»

Agata non riuscì più a sostenere quello sguardo spaventoso: lo sguardo di una belva assopita dietro gli occhi di un uomo che in quel momento le sembrava un perfetto sconosciuto. «Non seguirmi» disse in un sussurro, e sparì tra i pini neri spazzati dal vento.

***NOTA***
Scusate per la confusione di questi due giorni. :S Ieri sera ho aggiornato proprio quando Wattpad ha ricominciato a fare i capricci, quindi ho preferito annullare la pubblicazione. Spero che oggi vada meglio.

Questa settimana sono sommersa dal lavoro, quindi potrei non rispondere subito ai commenti. Siate clementi con Agata, Tseren e soprattutto con Anaheera! :P

Elaine

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora