20 - Un corsetto scherzoso

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«Falla finita, Fauno rompiscatole!» gracchiò un'altra voce da dietro la tenda.

Agata ebbe il sospetto che i loro misteriosi interlocutori fossero degli Gnomi; si ricordava infatti quanto quelle creature fossero rudi.

«Sai benissimo che non puoi sapere chi c'è oggi a legiferare nella Casa del Consiglio, piattola d'un Fauno! Quindi non provare a scostare il drappo!» Una terza voce? O forse si trattava della prima che aveva parlato?

«Beh» sbottò IJ. «A onor del vero neanche voi dovreste sapere chi sono io!»

«Se non fossi qui ogni santo giorno a perorare una delle tue futili cause e battaglie personali, stai sicuro che nessuno ti riconoscerebbe con tanta facilità!» ribatté implacabile una delle voci.

Tseren era senza parole: stavano davvero discutendo attraverso una tenda chiusa? Ma in che razza di posto erano finiti? Le Paludi di Levante erano indubbiamente uno dei luoghi più surreali al mondo, i dettagli dei giochi di ruolo con cui gli abitanti di quei pantani riempivano ogni minuto libero l'avevano infatti colpito fin da subito, ma quell'ennesima conferma della stravaganza che regnava da quelle parti lo lasciò senza parole. La sua mente lineare non era in grado di comprendere il significato di un'attività di quel tipo, così come in quel momento non trovava una motivazione sensata per non parlarsi faccia a faccia, invece che separati da un pezzo di stoffa. Come ci si poteva fidare di qualcuno senza guardarlo negli occhi?

«È vero che oggi ci hai portato l'ultimo Drago?» intervenne una vocina eccitata.

«Proprio oggi che tocca a noi il turno nella Casa del Consiglio, un gran brutto pesce da diliscare!» A quanto pareva la combriccola riunita dietro il sipario covava sentimenti contrastanti sull'arrivo di Tseren.

Iikka Jerd picchiettava nervosamente sul pavimento di legno con uno degli zoccoli, in attesa che portassero a termine lo scambio di battute tra di loro; non potendosi vedere era infatti alquanto difficile evitare di parlarsi sopra. L'estremità della tenda si mosse impercettibilmente, ma solo il Drago si accorse di due paia d'occhi che sbirciavano con curiosità; considerata l'altezza dei curiosi non poteva che trattarsi di Gnomi.

«Il mio nome è Tseren e questa è la mia Ascendente, Agata» il ragazzo decise di intervenire sovrastando il cicalio del Consiglio.

«Intende dire che è in compagnia della sua Ascendente, il cui nome è Agata. È una giovane ponentina» precisò IJ.

Agata storse la bocca infastidita, che bisogno c'era di puntualizzare quale fosse la sua razza? Tseren invece sospirò pazientemente, non aveva la minima intenzione di assecondare quel teatrino: avrebbe continuato a parlare come se avesse di fronte gli Gnomi, senza inutili giri di parole.

«Sono loro che stavi aspettando, quindi? Non avevi chiesto in usufrutto una delle palafitte sulla banchina rosso-blu per ospitare il gruppo di Harris?» indagò la voce più rauca.

«Certo, certo, Harris arriverà a breve con un altro gruppetto di amici, ma Tseren non è un ospite come gli altri. Non possiamo magari spostarci in una delle palafitte più luminose, sulla banchina rosso-verde?» E mentre completava la frase, il Fauno strizzò ad Agata uno degli occhi fluorescenti, passandosi la lingua pelosa sulle labbra scure.

L'Ascendente era senza parole, li stava forse usando per ottenere una casa più bella?

«Non ho bisogno di alcun trattamento speciale» intervenne il Drago con tono perentorio. «Anzi, mi farebbe piacere sapere come posso essere d'aiuto per sdebitarmi dell'ospitalità».

Agata spiò preoccupata la reazione di IJ, visto che Tseren non si era fatto alcun problema a contraddirlo davanti al Consiglio. Il Fauno aveva però mantenuto la sua aria giovale, si era limitato ad alzare le spalle nella sua direzione, come a voler dire che non condivideva il punto di vista del Drago, ma che non lo biasimava neanche.

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora