117- Incendio d'amore

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Agata riconobbe le braccia di Harris serrarla. Era un abbraccio carico di sollievo e la ragazza lasciò che l'amico e subito dopo di lui Iikka Jerd la rassicurassero.

I due continuavano a ripeterle che era al sicuro, che era finalmente al sicuro. L'Ascendente sapeva però che non si sarebbe mai sentita veramente al sicuro senza di lui. Finché Tseren non fosse stato nuovamente al suo fianco, Agata non avrebbe potuto fare altro che trattenere il respiro.

Il Drago, dopo aver provato a soffocare le fiamme con il proprio corpo, salì di quota, per osservare dall'alto il disastro che aveva scatenato nei pochi minuti che la lontananza da Agata avevano spento la sua umanità. Compì una serie di centri concentrici e si diresse infine verso una cascata che segnava una linea di confine tra le case e la foresta del canyon.

Fermandosi a mezz'aria, la creatura prese a sbattere con veemenza le ali e la coda ventagliata, creando una corrente d'aria talmente potente da trasformare il flusso d'acqua che si tuffava a valle in una nebulosa di gocce sottili che si riversarono sulle case in fiamme come una pioggia clemente.

«Geniale!» esclamò Harris, sollevando il pugno per l'esaltazione. Continuava a tenere un braccio attorno alle spalle di Agata per sorreggerla, ma tutta la sua attenzione era sul Drago.

Iikka Jerd, nel frattempo, era tornato a occuparsi di Shuinì. La ragazza era ancora fuori di sé per la perdita della sorella. Accartocciata come un riccio, aveva vomitato l'anima sotto lo sguardo preoccupato del Fauno. Non c'era traccia della donna forte, sprezzante e indipendente che si era distinta fra le fila dei dissidenti. Per quanto non avesse mai sperato di ritrovare sua sorella, il fatto di averla incrociata per poi perderla definitivamente aveva spezzato la sua indole sicura ed energica. IJ non sapeva come consolarla. Sperava che Shuinì e Harris potessero condividere il fardello di quel lutto inaspettato, ma, conoscendoli, temeva che si sarebbero barricati ognuno nel proprio dolore. 

Harris non aveva degnato Shuinì di uno sguardo, da quando si erano separati dal corpo senza vita della ragazza che lui conosceva come Zaydir. Le somiglianze che gli erano sfuggite per oltre un anno erano ora talmente evidenti che solo guardare la ragazza dai tratti misti faceva sanguinare le ferite mai cicatrizzate nel suo cuore.

Tseren faceva avanti e indietro tra la cascata e i tetti lambiti dalle fiamme. Bagnava il proprio corpo, cercava di raccogliere più acqua possibile nelle sue ampie ali, e poi sorvolava l'incendio nel tentativo di spegnerlo.

Quando il vento soffiava verso gli edifici ancora risparmiati dalle fiamme, il Drago faceva da scudo con la sua pelle coriacea. Si gettava sul fuoco famelico, che era per lui innocuo, tentando di soffocarlo rotolandosi tra le macerie.

Ci vollero ore per placare l'incendio che era stato acceso in qualche minuto. Era notte fonda quando l'ultimo focolare si arrese al lavoro meticoloso e instancabile di Tseren.

In molti, tra gli abitanti della città, erano riusciti a vincere la paura ed erano corsi in soccorso del Drago, tentando di arginare il pericolo.

Quando finalmente l'unica fonte di luce nell'oscurità rimase il corpo luminoso di Tseren, la folla raccolta esplose in un coro di giubilo.

«Gli Alicanti!» gridò qualcuno dalle retrovie e quella parola si diffuse come una formula magica.

«Gli Alicanti sono tornati!»

«Il primo degli Alicanti dopo millenni!»

Agata era ancora ferma sul tetto dove il Drago l'aveva depositata ore prima. Troppo stanca per battersi contro le fiamme e con i polsi gonfi per il colpo violento con cui A-8Z8 glieli aveva quasi spezzati, ero crollata in ginocchio e si era limitata a non perdere di vista il suo Drago neanche per un attimo.

Nel momento stesso in cui lo aveva visto, avvolto in quella veste luminescente, Agata aveva capito che gli Alicanti non erano una razza a parte, ma la forma che il corpo di un Drago assumeva quando riusciva a mantenere il controllo di sé con la forza di volontà.

Non poteva che essere quello il segreto per fare in modo che il lato umano non si assopisse mai, neanche quando il Drago era fisicamente lontano dal proprio Ascendente.

Tseren aveva scoperto la soluzione dell'enigma che lo torturava da sempre ed era finalmente libero dalle catene della natura. Per quanto, da quel giorno in avanti, non avrebbe più avuto bisogno della vicinanza dell'Ascendente per rimanere se stesso, Agata non si sentiva messa da parte come avrebbe immaginato.

In quel momento era solo fiera di lui, felice che avesse salvato se stesso e tutti loro dalla trappola crudele di A-8Z8. Tseren non aveva forse più bisogno della propria Ascendente, ma Agata confidava che avrebbe continuato ad avere bisogno di lei. Se c'era qualcosa che era rimasto stabile nel suo animo, prima e dopo la trasformazione in Alicante, era l'amore incondizionato nei suoi confronti.

Tseren planò verso di loro e sorvolò un paio di volte la folla che acclamava il ritorno degli Alicanti. Atterrò poi pesantemente sul tetto dove Agata lo aspettava da ore e mutò, incurante delle decine di occhi puntati su di lui.

Quando il meraviglioso caleidoscopio di lampi luminosi si spense, rimase un corpo di uomo, nudo, ricoperto di fuliggine e ferite, rannicchiato a pochi passi da Agata.

Mentre la ponentina si trascinava con fatica fino a lui, Harris recuperò un mantello e lo poggiò sulle spalle del Drago.

Agata fece il resto, avvolgendo il levantino nella stoffa ruvida. Lo abbracciò poi con forza, singhiozzando per la gioia e ricambiando con riconoscenza il bacio più liberatorio della sua vita.

«Agata, ho temuto di non poterti abbracciare mai più» sussurrò lui, assecondando il bisogno di baciarla. Ancora e ancora.

La ragazza riuscì finalmente a ridere, tra le lacrime di gioia e le carezze tra le loro labbra. Gli prese il volto tra le mani e si specchiò nelle iridi blu chiazzate d'ambra luminosa. «Ti amo, ti amo da morire, Tseren.»

Nonostante la folla di amici e sconosciuti che esultava intorno a loro, in quel momento i due ragazzi si sentivano soli e uniti in un sentimento infrangibile. Avrebbero protetto ciascuno dei giorni del futuro insieme, avrebbero messo sempre le esigenze dell'altro prima delle proprie, avrebbero cercato di perdonarsi vicendevolmente, sarebbero stati sinceri l'uno con l'altro, avrebbero cercato di comprendere, non di giudicare...

«Cosa è successo, Tseren? Come hai fatto a tornare in te dopo che avevi perso il controllo? Come sei mutato in un Alicante?» domandò infine Agata, incapace di trattenere oltre la sua insaziabile curiosità.

Tseren sorrise. «Un Drago non perde mai il controllo, quando è insieme al suo Ascendente» rispose in modo sibillino. «Senza volerlo, è stato proprio Utukur a gettare finalmente luce sul mistero.»

«Il mistero?» si impicciò Iikka Jerd, ma Harris gli diede una gomitata ben assestata tra le costole. Il fatto che fossero fortunati spettatori di quella conversazione, non significava che avessero il diritto di impicciarsi.

«Il mistero del legame tra Drago e Ascendente» rispose Tseren continuando a fissare con affetto Agata. 

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora