112 - Un progetto gelido

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«Come sapevi che ci saremmo incontrati di nuovo?» chiese ancora la ragazza, sperando di distrarlo. Non riusciva a ragionare lucidamente, pressata tra le emozioni di Tseren, che non le davano tregua, e lo sguardo dello scienziato che la scandaglia con un'acutezza impareggiabile.

«Perché la mia ricerca su Tseren ha sempre previsto due fasi. Volevo studiarlo prima da solo, spingendolo fino ai suoi limiti, e poi studiarvi insieme, sviscerando il rapporto Drago-Ascendente» spiegò lui, senza farsi alcun problema a rivelare i suoi progetti ad Agata.

«Avresti potuto farlo tenendomi prigioniera nel laboratorio» controbatté la ponentina.

«Tseren avrebbe percepito la tua vicinanza e questo avrebbe falsato gli esperimenti sulla sua metà non umana. Ti dirò la verità, Agata, non ho mai pensato che il legame Drago-Ascendente fosse un qualcosa di meramente fisico. Se Tseren avesse saputo che eri vicina, proprio come in questo momento, si sarebbe aggrappato a te, estendendo gradualmente il raggio in cui riusciva a rimanere cosciente. Ne sono abbastanza sicuro. Sapendoti dall'altra parte del mondo, non ci ha invece neanche mai provato» continuò l'uomo, completamente assorbito dai suoi ragionamenti. Gli occhi brillavano di esaltazione e il fatto che avesse di fronte un'interlocutrice che riusciva a seguirlo era un incentivo a continuare. «E poi, ammetto che mi interessava anche scoprire che parabola avresti avuto tu, una volta libera.»

L'Ascendente ignorò l'ultima considerazione di A-8Z8, il fatto che si fosse divertito a scommettere su come si sarebbe comportata lei, mentre portava avanti il vero esperimento: la ricerca su Tseren.

«Dici che quello tra Drago e Ascendente non è un legame fisico? È per questo che la distanza a cui un Drago e il suo Ascendente possono stare non è la stessa per tutte le coppie?» rifletté la ponentina.

«Proprio così, mia brillante ragazza» confermò l'altro, soddisfatto dalla velocità con cui Agata aveva trovato, tra tutte le informazioni che possedeva sulla razza dei Draghi, una conferma della sua teoria.

«Ti sei comunque preso un bel rischio. Sarebbe potuto accadermi qualcosa in questi anni. Sono sempre stata sacrificabile, non è così?» riprese l'Ascendente con un'espressione combattiva sul volto pallido. Stava facendo del suo meglio per non sembrare agitata, ma la disperazione di Tseren si faceva sempre più intensa.

«Sì. Quello che non possiamo in alcun modo rischiare di sacrificare è Tseren, non pensi? Beh, perlomeno non per i prossimi duecento anni» annuì ancora l'uomo.

«Finché non è in grado di...» indovinò Agata rabbrividendo.

«Procreare» completò A-8Z8. «Che sia tu o un'altra donna umana a dare alla luce sua figlia, poco importa.»

Agata vacillò. Aveva sempre saputo che il fondatore della FSI doveva avere un piano, ma il fatto che si fosse spinto fino a duecento anni nel loro futuro era agghiacciante. Lui poteva pianificare su un orizzonte di tempo infinito, qualcosa a cui Agata non era abituata.

«Eppure abbiamo vagato per il continente per mesi. Sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa non solo a me, ma anche a Tseren. Avremmo potuto trovare il nascondiglio perfetto e non incrociare mai più la tua strada» continuò la ragazza, sperando di imbattersi in un errore, un qualsiasi errore nelle previsioni dello scienziato.

«Avreste potuto, avreste potuto, ma siete qui... non è così?» sorrise malignamente lui. «Mi sono distratto un attimo, quella che per me è una frazione di secondo, preso da questioni ben più importanti, e mi siete sfuggiti. Ma contavo che il tuo spirito vendicativo vi avrebbe ricondotto da me, proprio qui, in questo laboratorio dove, nel frattempo, mi ero organizzato per riprendere il progetto Fiamme Blu. Ho scommesso su di te, Agata. Fin dall'inizio sei stata una pedina preziosa. Sacrificabile, ma preziosa.»

Agata ebbe la certezza che un dettaglio importantissimo di quell'affermazione le fosse sfuggito. Gestire le emozioni di Tseren era però sempre più faticoso e il fatto che A-8Z8 continuasse a riferirsi a lei in quel modo, come la più prevedibile delle scommesse, come una vita di cui gli interessava in fondo ben poco, le annebbiava la mente. Lo odiava, lo odiava a morte. Ma al tempo stesso avrebbe dato qualsiasi cosa per essere come lui. Soprattutto in quel momento, sapendo quanto Tseren fosse dilaniato dal terrore di perderla, avrebbe dato qualsiasi cosa per possedere una mente infallibile.

Il dirigibile riprese a muoversi e Agata si aggrappò alla ringhiera. Disperata si voltò verso il tetto del laboratorio, dove la coscienza di Tseren cominciava a vacillare.

«Cosa stai facendo?» urlò ad A-8Z8. «Ci hai catturato di nuovo. Hai vinto. Cosa stai facendo, ora?»

«Mmm» mugugnò lui pensieroso. Inclinando il capo fece poi cenno alla guardia di farsi da parte.
Gli occhi del fondatore degli A-8Z8 si erano riempiti di una determinazione glaciale. Il freddo che emanava lo scienziato in quel momento era agli antipodi rispetto al tepore che Agata amava tanto, il calore avvolgente di Tseren.

Scossa da un brivido di gelida paura, Agata indietreggiò. 

***

Messaggio dell'Autrice

Lettori cari, innanzitutto grazie a chi continua a lasciarmi sempre qualche commento e stellina! Ho una buona notizia, il prossimo aggiornamento della storia non sarà domenica prossima, ma... mercoledì! :)

A presto,
Elaine 

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora