68 - Gli incubi della guarigione

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«O forse siamo noi a essere tutti stupidi; soprattutto tu, Tseren» continuò Milla sedendosi accanto al Drago e sbirciando nelle sue iridi bicolore. «Perché non muti, Tseren?»

«Perché non è la settimana di Luna nuova» ripeté l'altro.

«Non è vero» intervenne Agata, asciugandosi le lacrime che ancora bagnavano il suo volto. «Anche nel corso della settimana di Luna nuova muti molto poco».

«Quanto poco?» Il padre di Milla era in piedi, le braccia conserte e un'espressione preoccupata che gli rigava la fronte alta.

«Il meno possibile» ringhiò Tseren. Anche solo pensare all'altra metà di se stesso lo disgustava.

L'uomo scambiò uno sguardo eloquente con la figlia e, incredulo, scosse il capo.

«Tseren, quanto poco sai di te stesso?» sospirò ancora il Drago del mare con voce afflitta. «A parte la morte naturale e un numero molto ridotto di sostanze tossiche, ci sono solo due cose che possono uccidere un Drago, perché entrambe incrinano l'equilibrio tra le sue due nature. Se un Drago muta per un periodo troppo lungo senza controllo, lontano dal proprio Ascendente, il lato animale prende il sopravvento e la parte selvaggia diventa sempre più difficile da quietare, fino a consumarlo completamente. Se un Drago rifiuta di mutare, e rimane troppo a lungo nella forma umana, succede l'esatto opposto: la sua fiamma comincia ad affievolirsi, fino a spegnersi del tutto. Questi due scenari non sono semplicemente rischiosi: portano alla morte».

«Ti sei trasformato troppe volte senza Agata, Tseren?» intervenne Milla. «Quanto tempo sei stato prigioniero delle persone che ti hanno catturato, e soprattutto dov'era Agata

L'Ascendente, nonostante fosse in preda a tremori freddi per via delle ustioni e fosse profondamente turbata dall'aver visto quasi morire l'uomo che amava, era arrivata alla risposta prima ancora che il padre di Milla spiegasse i dettagli di quella regola che Tseren stranamente non conosceva, che forse neanche Baya aveva conosciuto o che, per qualche assurdo motivo, non aveva tramandato al figlio.

«Cinque anni. Cinque anni senza di lei» rispose il Drago in un sussurro.

Esclamazioni di sconcerto si alzarono da più parti. Nessuno avrebbe mai immaginato che il motivo del malessere di Tseren fosse tanto banale, e la cura a portata di mano.

«Ma ormai sono molti mesi che ci siamo ricongiunti. Perché non sto meglio? Ho smesso di mutare proprio per evitare di sentire l'altro... la presenza dell'altro me...» commentò Tseren confuso, cercando una risposta sul volto di Agata. La ragazza lo guardava ambiguamente, le lacrime rapprese e il respiro ancora ansimante.

«Tseren, non mi hai ascoltato. Entrambi i comportamenti sono letali per un Drago: rifiutarsi di mutare è pericoloso tanto quanto mutare troppo spesso fuori controllo. Sono le due facce della stessa medaglia: non una la cura dell'altra!» ribatté il padre di Milla esasperato.

«Una volta che hai sbilanciato l'equilibrio da una parte, non serve a niente provare a sbilanciarlo dall'altra. Il risultato è solo quello di aggravare la condizione» intervenne un altro dei Draghi del mare.

«E quindi l'unica soluzione è...» Tseren lasciò la frase a metà, incapace di esprimere a voce alta cosa avrebbe dovuto fare da quel momento in avanti per guarire.

«Tornare ad assumere frequentemente la forma di Drago durante la settimana di Luna nuova. Solo questo? È davvero semplicemente questa la cura?» completò Agata, mentre lacrime, questa volta di rabbia, le inumidivano nuovamente le ciglia. Con un gesto di stizza si asciugò gli occhi, adirata con se stessa per non esserci arrivata, per essere stata costretta a vederlo in punto di morte solo perché non era stata in grado di mettere insieme gli indizi. Ancora una volta non era stata all'altezza dell'ostacolo che si era trovata di fronte. E aveva quasi perso Tseren di nuovo, irreversibilmente.

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora