Verità nascoste

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E Jacob inizia a parlare. Mi racconta della storia con mia madre, di come credesse di amarla. Mi parla della gravidanza, di come sia diventato l'alfa di un branco, della lotta con i suoi fratelli, della decisione di uccidermi, e... dell'imprinting. Unico, totalizzante, schiacciante. Di come nulla abbia avuto più importanza, di come il suo interno universo avesse avuto un nuovo sole.
E io lo ascolto. Cerco di capire. Mi domando come dovrei sentirmi.
Quando finisce di raccontare ha la testa bassa, non mi guarda. Forse aspetta che sia io a farlo, ma non saprei davvero come spezzare questo silenzio. Sono inizialmente confusa. Jacob ha amato mia madre. Ok.. forse posso accettarlo. Jacob ha avuto l'imprinting con me. Cosa vuol dire? Un gene da lupo lo spinge ad essere attratto da me. A sentirsi schiacciato dalla mia esistenza, totalmente volto al mio culto. Se avessi bisogno di un amico, lui sarebbe mio amico. Se avessi bisogno di un fratello, sarebbe pronto. Ecco cosa lo aveva spinto ad essere il mio compagno di giochi. Ecco perché aveva dovuto abbandonare la sua famiglia. Ecco perché viveva per me. Ecco perché sarebbe stato pronto a morire per me. Avevo già percepito questo tipo di amore, quando guardavo i miei zii, i miei nonni, i miei genitori. Le coppie di cui si componeva la mia famiglia erano molto affiatate. Avevano devoluto le proprie vite l'uno all'altro, erano diventati una cosa sola. Jacob si aspettava la stessa cosa da me? E io? Sarei stata disposta a essere quello che mia madre era per mio padre per lui? Per il mio Jacob.
Poi arrivò la rabbia, non verso Jacob, che era una vittima di questo sistema, ma verso quello che la natura gli imponeva, e verso me stessa. Jake non aveva scelta, doveva seguirmi, doveva vivere per me e io ero dispiaciuta. Senza il gene avrebbe potuto rimanere a La push, con suo padre, i suoi fratelli, la sua famiglia. Senza il gene avrebbe potuto innamorarsi di un'umana, avere una vita normale. A molti l'immortalità sembra un sogno, la verità è che senza una ragione valida l'immortalità è la più crudele delle condanne. Mia madre era destinata a vedere tutti quelli che amava morire, stessa cosa io, avrei dovuto vedere morire nonno Charlie. E per Jacob, i suoi fratelli lupi avrebbero smesso di trasformarsi una volta cessata la minaccia dei vampiri e avrebbero iniziato ad invecchiare normalmente, e a morire normalmente. Il gene che consente loro di mutare si sarebbe assopito, fino a che i Quileite sarebbero tornati a credere che le leggende fossero solo leggende. A Sam, il primo lupo della nuova generazione era successo questo. I Cullen erano tornati e il gene si era risvegliato. Aveva vagato due settimane nel bosco prima di riuscire a ritornare umano e solo il più vecchio degli anziani aveva riconosciuto la magia in ciò che gli era successo.
Quando uscì dal trans che i pensieri mi avevano indotto mi resi conto che doveva essere passato un po'. Jacob ora mi guardava preoccupato. "Dii qualcosa Nessie, qualunque cosa." " Perché me lo stai dicendo ora Jacob?" "Edward mi ha parlato delle domande che ti frullavano in testa, di come il fatto che io mi sia trasferito con voi qui abbia scatenato in te dei dubbi. E in più perché penso che tu sia ormai abbastanza grande per capire le cose, non voglio che pensi che ti abbiamo ingannato o roba simile." Annuisco. Resto in silenzio per qualche altro minuto. Poi dico "Jake mi porti a casa per favore?" "Nessie mancano ancora un paio di ore prima che tu debba tornare a casa, in più voglio sapere cosa pensi di questa cosa, e che cosa hai fatto a scuola e tutto quello che hai voglia di dirmi. Voglio stare con te."
"Non so cosa penso di questa cosa, ci devo riflettere. A scuola è andata alla grande proprio come avevi detto tu e non ho voglia di dirti nient'altro" rispondo seccata. Non so neanche se sia corretto trattarlo così, voglio solo tornare a casa. "Sei sicura?" "Jake voglio tornare a casa, ci andrei da sola ma non so dove siamo e non ho tracce da seguire visto che ci siamo mossi in macchina." "Va bene" mi dice un po' triste. Ha l'aria da cane bastonato e con il muso lungo va a trasformarsi.

Quando rientro a casa non sono dell'umore per parlare ma la mia famiglia è tutta riunita in attesa che racconti il mio primo giorno di scuola. Mio padre legge i miei pensieri, mi guarda un po' dispiaciuto. Vado da nonno Carlisle, lo ringrazio per il braccialetto di questa mattina. "Sentite, so che siete tutti emozionati per me e che avete voglia di ascoltarmi, ma sono un po' stanca, vi dispiace se vado a letto? Tanto siamo sempre insieme. Vi racconto dopo". Mi sento improvvisamente calma, ma so che questa tranquillità non mi appartiene, è zio Jasper, deve aver sentito che non tira buona aria. "Sei al primo giorno e già non parli più, Nessie non ti starai trasformando in umano adolescente?" Dice zio Emmett con il suo solito sarcasmo. "E già zio" rispondo "davvero vorrei stare sola, se però ci tenete per voi faccio uno sforzo" dico provando a sorridere conciliante, ma deve essermi uscita una smorfia perché nonna Esme interviene "Nono cara, vai, dopotutto abbiamo tempo per parlare, e credo che tuo padre ci abbia già anticipato i punti più interessanti, come una certa Mary" "Si, credo anche io nonna. Allora ci vediamo" liquido tutti e vado in camera mia, sotto lo sguardo interrogativo di tutti. Sento dei bisbigli, e se io sento bisbigliare vuol dire che sotto stanno letteralmente sussurrando. Probabilmente parlano di me, ma poco importa. Che devo fare? Come faccio a dare a Jacob la libertà di scelta che merita? A cosa sono disposta a rinunciare per lui? Cosa provo per lui?
Ho la testa piena di domande.

Jacob e RenesmeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora