Con Alice

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Le parole di Nate mi avevano turbato. Non capivo cosa ci si potesse trovare di interessante nel contatto con qualcun altro senza che fosse contornato da un sentimento profondo.
Quando stavo con Jake mi tremava il cuore, ogni suo tocco mi inebriava, ogni suo bacio mi faceva prendere fuoco. Ma non sarebbe stato lo stesso se a toccarmi fosse stato Liam o Mary o Nate. Era Jacob la mia droga.
Mi tenni i miei dubbi per me, ero un po' imbarazzata all'idea di parlarne con qualcuno, mi sentivo sciocca.
Ero avanti in tante cose, ero intelligente, acculturata, sapevo affrontare i problemi e conoscevo tante verità che sfuggivano al mondo umano, prima fra tutti l'esistenza di creature come me e Jacob. Eppure mi mancavano delle cose, cose che non sarei mai stata in grado ne di fare né di capire.
Bere una birra, come avevo visto fare a nonno Charlie, e in qualche occasione anche a Jacob, fumare, e questa nuova cosa che non avrei neanche immaginato... rapporti occasionali. Ecco non sentivo il desiderio di quelle esperienze come tali, insomma avendo accanto Jacob non desideravo le mani di nessun'altro su di me, ma pensare che la mia vita mi privasse della possibilità di fare queste cose mi dava fastidio.
Insomma ero indistruttibile, come potevano le droghe comuni avere effetto su di me. E per l'ennesima volta nella mia vita mi sentii diversa dagli altri, anche dalle persone in teoria più simili e vicine a me, i vampiri. Loro avevano avuto origini umane, potevano capire i sentimenti umani, io no.
D'un tratto ebbi un'idea, c'era qualcuno che come me non aveva a disposizione delle esperienze umane, non perché non fosse stata umana, ma perché non ricordava nulla della sua vita precedente... Alice.
Quella sera, dopo cene, andai da lei.
"Zia ti va di passare del tempo insieme, io e tu da sole?"
Gli occhi le si illuminano
"Certo tesoro mio, mi stavo giusto chiedendo perché la mia serata fosse scomparsa.." mi dice carica di affetto, da un bacio a Jasper e mi segue nel bosco, per una corsa notturna.
Sapevo che papà aveva letto i miei pensieri tutto il pomeriggio, e sapevo anche che era stupido imbarazzarmi della mia famiglia, ma cercavo di ritagliarmi dei momenti di privacy, pur conscia che fosse perfettamente inutile.
Quando siamo abbastanza lontane dalla casa ci arrampichiamo su un albero. È impossibile non stupirsi della grazia di Alice, è superiore alla media anche per un vampiro, avrei potuto guardarla per ore. Comode su un ramo in cima all'albero secolare, iniziamo a parlare. Le racconto di Jacob, ridiamo insieme del succhiotto di ieri, anche se mi imbarazza questa storia e poi le racconto di oggi a scuola e di Liam. Le racconto del suo comportamento, di come mi abbia leggermente messa a disagio. Rimango per un momento in silenzio, indecisa su come continuare. Capisco che non sono capace di esprimere a voce i miei dubbi così glieli mostro.
Quando il flusso di pensieri si interrompe lei è immobile. Una statua in piena regola. Aspetto che sia pronta, qualche momento dopo parla.
"Capisco sicuramente come ti senti" mi dice in un sospiro.. "non è facile vivere a contatto con qualcosa che non puoi ne capire ne avere, ma sappi che non andrà mai meglio Nessie, devi accettarlo piccola mia." È distante, fissa su un punto indefinito all'orizzonte. Poi parla di nuovo "Tu non puoi saperlo, ma sei stata una benedizione per la nostra famiglia. La bimba più bella e più desiderata che sia mai esistita, nonostante io non lo capissi, come tuo padre del resto.. " ride senza allegria
"Edward si sentiva completo nell'amore per tua madre, e rischiare di perderla lo tormentava, io non capivo perché un bambino valesse tutto quel rischio. Vedevo Bella stare male e mi chiedevo perché tu ne valessi la pena. Ma Rosalie, lei è infelice dall'inizio della sua immortalità, tutto quello che desiderava era una vita umana e un figlio. Solo lei e tua madre lottarono per averti. La cosa mi stupiva all'inizio, soprattutto da parte di Rosalie. Io non ricordavo cosa volesse dire provare quel tipo di amore. Le femmine di vampiro non posso riprodursi, e se si lasciano sopraffare dalla loro natura non ne sentono neanche la necessità. Come sai noi Cullen non ci arrendiamo alla nostra dannazione, questo fa sì che in Rosalie ad esempio, la mancanza di quello che la vita da umana le offriva sia insopportabile. Io non ricordo cosa vuol dire essere umani, e per questo non sento nessun tipo di bisogno. Ecco perché non capivo perché Bella fosse disposta a sacrificarsi per te. Poi però tu sei venuta al mondo ed è stata una gioia incredibile per tutti e io sono entrata in crisi. Se tutte le esperienze umane portavano quella gioia, forse aveva sempre avuto ragione Rosalie. Forse era davvero insopportabile essere un vampiro e io non lo sapevo. Allora ragionai su chi potesse risolvere i miei dubbi, e arrivai alla conclusione che la persona giusta era tua madre. Lei era una neonata, chi meglio di lei poteva dirmi se fosse meglio essere un umano o essere un vampiro. E sai cosa mi disse lei?" Feci no con la testa, catturata dal suo racconto "Mi disse che niente è o bianco o nero, che alcune cose dell'essere umana le sarebbero mancate, ma che ci sono sensazioni, esperienze, capacità che un essere umano si sogna, e non le rimpiange solo perché non sa che esistono. Come io non rimpiangevo te solo perché non capivo cosa mi perdevo." Si interrompe, mi guarda e si avvia alla conclusione del suo monologo "Vuoi sapere la morale della favola? Nella vita non si può avere tutto e bisogna accontentarsi di quello che si ha. Ragionaci Nessie, se vivessi con gli uccelli ad un certo punto desidereresti le ali"
"Si credo di sì" dico, forse ho capito cosa intende.
"Comunque" mi dice "proprio di questa cosa che ti ha detto Nate non dovresti essere invidiosa"
"E perché?" mi rendo conto di sembrare una bimba rompiscatole di tre anni, ma non ci arrivo proprio.
"Nessie, da quello che so gli umani durante l'adolescenza si lasciano comandare dagli ormoni, che sono quello che in loro più si avvicina all'istinto animale, se c'è una cosa che non manca ai vampiri è l'istinto. Forse tu il tuo non lo senti abbastanza perché vivi con noi che cerchiamo di reprimerlo, ma ricordi ad esempio Senna e Zafrina?"
E come dimenticarle, le vampire più selvagge che avessi mai visto, sublimi, ipnotiche.
"Magari la soluzione per capire questa parte di te stessa, perché degli umani non ti conviene preoccuparti" aggiunge svelta "è quella di lasciar correre un po' l'istinto"

Jacob e RenesmeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora