Tu sei mio

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Sto a casa per un po', non rispondo a nessuno dei mille messaggi di Mary. Non voglio pensare a nulla. Quando tornerò a scuola, se ci tornerò, saprà perdonarmi. Per ora la notizia è che sto male e che abbia sfortunatamente contagiato tutti i miei fratelli. Siamo tutti a casa. Jasper mi gira spesso intorno, come papà e mamma. Sono sospettosi, conoscono contro cosa sto combattendo e temono che io non possa sempre vincere. E un po' lo temo anche io. Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo le facce dei due uomini che ho ucciso, non le dimenticherò mai. Cerco di tirare avanti, di rimettere insieme i cocci di me stessa, e tutti provano a darmi una mano. In questi giorni mi hanno raccontato delle loro esperienze, papà mi ha parlato della ribellione contro Carlisle, di come abbia vissuto per conto suo, da vampiro vero. Quando me ne parla a colpirmi è l'espressione disgustata del suo volto, il suo essere lo ripugna totalmente. Mi parla Jasper, mi racconta di quanto sia stata dura accettare la dieta vegetariana, ma di quanto fosse molto più insopportabile continuare a vivere da assassino. Per zio Jasper era diverso, lui non uccideva solo umani, ma anche vampiri neonati, e sentiva ogni emozione che loro provavano durante la morte. La rabbia di non riuscire a difendersi, la paura di essere ad un passo dalla fine.
Anche Jacob venne a parlarmi. Mi raccontò della sua trasformazione che ovviamente era diversa da qualsiasi esperienza che mi avessero mai raccontato. Quando il gene si svegliava il corpo era pervaso dalla febbre. La rabbia sembrava avere il sopravvento, ogni emozione era molto più forte di quanto non fosse mai stata, e ad un certo punto ci si trasformava. Tutto il primo periodo dopo la trasformazione era tremendo. Ogni piccola cosa che normalmente ti avrebbe solo infastidito, con il gene attivo ti incendiava la mente. Rischiavi di trasformarti in qualunque posto, davanti a chiunque. Mi raccontò di Sam e di Emily, di come lui in un momento perse il controllo e trasformandosi acconto a lei la sfregiò irreparabilmente.
"Vedi amore" mi dice gentile "è normale perdere il controllo quando si ha a che fare con queste cose. Tu non puoi saperlo perché sei nata in una famiglia forte, e soprattutto perché sei nata vampiro". Allora gli mostro il ricordo di mamma da neonata. Lei non si era mai lasciata andare "ma Bella era preparata a quello che stava per vivere, invece tu non te lo aspettavi. Comunque se ti ricordi eravamo tutti molto sorpresi dal suo modo di reagire alla sua nuova vita" annuisco.

Sento un rumore, è Jake. Ha appena finito con il lavoro, ormai torna sempre qui, e cerca di starmi vicino il più possibile. Aveva proposto anche di prendersi qualche giorno, ma io avevo insistito perché continuasse a lavorare. All'inizio non aveva capito il perché, era quasi offeso, timoroso che non lo volessi con me. E allora gli mostrai di quella volta nel bosco, quando gli avevo raccontato che mio padre mi avesse detto di vivere. Gli ricordai che anche lui mi aveva promesso di non vivere solo per me, e di quanto mi tranquillizzasse quella promessa.
Dopo un po' che siamo buttati sul divano, spezza il silenzio. "Senti..." mi dice emozionato "ho chiesto agli altri cosa ne pensano e dicono che secondo loro sei pronta. Andiamo a fare una corsa?" Per un momento sento il panico assalirmi
"Jacob sei sicuro?" gli dico "io ho paura di me stessa. E se non riuscissi a controllarmi? E se ti facessi del male?"
"Nessie io mi fido di te, e poi l'altra volta mi hai colto di sorpresa, fidati che questa volta saprei bloccarti" mi dice fiducioso. Gli prendo la mano e gli mostro quanto io sia terrorizzata, ma allo stesso tempo quanto abbia voglia di andare lontano con lui, e gli chiedo se è sicuro di riuscire a contenermi. "Nessie non ti metterei mai in pericolo, sono sicuro. Comunque resteremo qua vicino, così saranno tutti a portata di grido."
"Va bene" dico sospirando e lo bacio sulle labbra.
Jacob non si trasforma, io preferisco correre più lentamente, giusto per ricordarmi di mantenere sempre il controllo, e lui, beh.. lui preferisce fermarmi con le mani piuttosto che essere costretto a farlo con i denti.
Appena siamo abbastanza lontani lo bacio. Non un bacio leggero e timido come quelli che siamo stati costretti a scambiarci in questi giorni, sorvegliati a vista dalla mia famiglia. Ma un bacio vero, passionale. Gli dico quanto mi è mancato, quanto desideri le sue mani su di me.
E lui mi accontenta, mi ricambia con altrettanta passione, sento le sue mani ovunque sotto la maglietta. Ho una voglia matta di strappare la sua ma so che non è il caso, sarebbe estremamente imbarazzante. Lui capisce il mio desiderio e se la leva. L'attimo in cui mi stacca per toglierla sembra eterno. Ci riattacchiamo più bisognosi di prima. Le mie mani sono ovunque sul suo corpo. Gli lascio dei baci lungo tutto il collo mentre lui mi strizza una natica da sopra il pantalone. Lo butto a terra, siamo presi da una specie di frenesia. Sono stesa su di lui. Lo bacio sul petto, arrivo all'ombelico e risalgo, fino a ritrovare la sua bocca. Le sue mani mi toccano la schiena, poi ad un certo punto si staccano e mi allontana. Mi butto nel prato accanto a lui. "Mi sei mancato da morire" dico rilassata
"Lo vedo" mi risponde malizioso. È sereno come non lo vedo da giorni, e anche io mi sento rincuorata. Sento di aver ripreso le redini di me stessa.
"Posso chiederti una cosa Jake?" dico dopo un po' che stiamo in silenzio. Ha gli occhi chiusi, la bocca incurvata in un sorriso, il petto si alza e si abbassa lento. Alzo una mano e con un dito gli sfioro impercettibilmente la fronte. Inizio a tracciare i contorni del suo profilo, scendo sul naso, faccio un giro intorno alla bocca e continuo. Traccio i lineamenti dal petto all'addome e torno su. Lui sospira beato, rilassato dal mio tocco. "Puoi chiedermi tutto quello che vuoi" mi risponde.
"Tu che esperienze hai avuto, da quel punto di vista?" Capisce subito a cosa mi riferisco. Lo vedo ridacchiare "E perché ti interessa?" mi chiede con un'espressione furba sulla faccia. "Ma.." dico un po' in imbarazzo "..diciamo che Nate mi ha scatenato un sacco di domande. Tu sei il più umano di tutti, magari anche tu da più piccolo ti divertivi così" dico sconsolata. Non so veramente quale possa essere la sua risposta, e non so perché ho paura. Noto che il mio dito si è fermato, e lo nota anche lui. Apre gli occhi e mi guarda.
"Nessie, un umano ha le sue prime esperienze sessuali intorno ai sedici anni. Chi prima chi dopo, è molto soggettivo, però l'età media è quella." dice sereno, per nulla in imbarazzo, il che tranquillizza anche me "Ora bimba prodigio fatti i conti" mi prende un po' in giro "se io avevo sedici quando sei nata tu, e ti ho detto solo qualche settimana fa che il mio cuore ha iniziato subito a battere per te, esattamente quando dovrei aver avuto queste esperienze sessuali?" dice ovvio. "Va be', ma immagino che tu avessi dei bisogni, pensavo che magari avessi fatto qualcosa senza sentimento, come fa Liam" si morde il labbro, palesemente indeciso se dirmi o meno qualcosa. Allora lo tocco sulla guancia: dimmelo ti prego, voglio sapere. "Ecco questo è un po' imbarazzante da dire" adesso è rosso "ma ogni tuo desiderio è un ordine dopo tutto" sono ansiosa, questa sua esitazione mi incuriosisce "Vedi Nessie, non so quanto tu ne sappia, ma.. ecco.." balbetta "si può anche fare da soli".
Non credo di aver capito. "Un giorno, quando sarai pronta te lo spiegherò meglio, d'accordo?" Ha capito che non ci sto capendo nulla. Mi fido di lui, e non voglio metterlo in imbarazzo "l'importante è che io non debba staccare la testa a nessuna" dico ridendo, poi mi faccio seria "tu sei mio" e lo bacio.

Jacob e RenesmeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora